
22/11/2011
E’ superfluo dire che Bernazzoli è il grandissimo favorito di queste primarie. Credo di non essere l’unico che fa pure fatica ad immaginare come potrebbe essere un titolo di giornale in caso di sconfitta di Bernazzoli… sarebbe una roba così destabilizzante che secondo me la Gazzetta di Parma non darebbe neppure la notizia.
Il problema per i più è semmai prevedere la percentuale della vittoria di Bernazzoli perché tale possa definirsi: c’è chi fissa l’asticella al 60%, chi al 50%, quelli che più gufano sognano di inchiodarlo sotto al 40%.
La razionalità e la pratica lasciano poche speranze agli sfidanti, ma a 40 giorni dal voto c’è anche la teoria, e la teoria dice che l’unico che può battere Bernazzoli è l’outsider Simone Rossi perché sostenuto dal vasto movimento d’opinione contro l’inceneritore che nessuno oggi è in grado di quantificare; non credo possano superare Bernazzoli gli altri candidati Dall’Olio, La Pietra, Cantoni che parlano lo stesso linguaggio istituzionale e partitico, giocano con le stesse armi, con la differenza che il Presidente dispone di un cannone, loro di una fionda, lui ha dalla sua parte la nomenclatura del PD, la CGIL e l’Arci, gli altri un film sul consumo del suolo, Don Ciotti e la simpatia delle barzellette.
Con tutta probabilità, ipotizzando un’affluenza al voto di 14.000 persone, per aggiudicarsi le primarie con cinque candidati basteranno 5.000 voti. Pertanto vincerà chi riuscirà a motivare dei gruppi ad andare a votare, prima ancora di chi ha più consenso generalista. E cosa c’è oggi in città di più mobilitante del tema della salute, dell’inceneritore, dell’antagonismo allo status quo che una parte dell’elettorato identifica nell’accordo centrodestra-centrosinistra che per 15 anni, fino a un anno fa senza mai uno screzio, ha compiuto tutte le scelte urbanistiche, dei rifiuti, dei centri commerciali, di gestione di Banche e Fondazioni…?
Se il mondo sparpagliato fuori dai partiti e le 3.000 fiaccole contro l’inceneritore staranno a casa, Rossi raccoglierà poco o nulla e arriverà ultimo non potendo contare su alcun voto consolidato e certo di partito, ma qualora quel messaggio di cambiamento, di insubordinazione, di fare il blitz passasse nell’elettorato, se le primarie si trasformassero, a maggior ragione per la presenza in campo di Bernazzoli, nella rivincita per il referendum popolare sull’inceneritore negato ai cittadini, e si verificasse così “la tempesta perfetta” come nel film di George Clooney… beh, allora potrebbe davvero succedere di tutto.
E poi c’è il vento dell’antipolitica, o meglio, dell’antipartitica con cui bisogna fare i conti, che spira forte dappertutto ma che a Parma potrebbe tirare ancora più forte dopo tutto quello che abbiamo visto in questi 15 anni, prima sotto forma di silenzi, poi di scandali e arresti. Perché, parafrasando il commediografo britannico John Osborne, “chiedere oggi ad un parmigiano cosa pensa dei politici, è come chiedere ad un lampione cosa pensa dei cani”.
Andrea Marsiletti