Betania online, Pagliari: “Il prossimo sindaco è chiamato a essere più politico che amministratore”. Lavagetto: “Il Comune deve essere la guida autorevole della città”

“Dopo questa crisi pandemica, tutto dovrà essere riscritto e ricostruito, a Parma come negli altri Comuni. Il prossimo sindaco della città dovrà essere più politico e meno amministratore, nel senso che sarà chiamato a inventare nuove soluzioni piuttosto che a governare secondo le prassi consolidate”.

E’ con questa affermazione che ieri sera Giorgio Pagliari ha aperto l’incontro di Betania online dal titolo “Riflessione sul futuro di Parma in vista del 2022”.

Oltre al capogruppo del Pd, Lorenzo Lavagetto, i relatori erano Beatrice Aimi (dirigente scolastico, assegnista di ricerca dell’Università di Parma), Michela Bolondi (presidente della cooperative Proges), Giampaolo Dallara (imprenditore), Cecilia Scaffardi (direttrice Caritas Diocesana). Ha moderato il giornalista Gianluca Zurlini.

“Il sindaco che uscirà dalle elezioni del 2022 non potrà limitarsi a operare per conto di una parte, perchè ci sono da riannodare i fili e creare una nuova coesione sociale” continua Pagliari. “Non penso al protagonismo individualista di un primo cittadino che litiga con altri sindaci o contro la Regione, come visto in altre stagioni politiche, ma a un protagonismo collettivo che chiami a raccolta tutta la città, della quale il sindaco è il registra capace di portare le sue potenzialità al massimo sviluppo”.

“Da decenni non vedevamo una povertà educativa così alta come l’attuale (13%), intendo dire una condizione che limita le potenzialità future dei ragazzi che vedono compromessa la possibilità di raggiungere un’educazione di base. Le scuole sono piene di giovani incapaci di interpretare quello che leggono o un grafico. La didattica a distanza ha ingigantito il problema. Bisogna pensare a un modello educativo in cui la scuola faccia rete con il Comune e il terzo settore” dichiara Beatrice Aimi.

“Formazione continua: è questa la parola d’ordine delle imprese. Prima un tornitore lavorava con le mani, oggi col computer. Oggi un ruspista si muove guidato da un satellite” interviene Gianpaolo Dallara, presidente della celebre casa automobilistica di Varano Melegari. “Siamo chiamati a compiere delle scelte, capire a cosa possiamo rinunciare e dove dobbiamo investire le risorse. A Parma abbiamo perso le connessioni veloci. Avere una fermata dell’Alta Velocità vicino alla Fiera, asset che capovolgerebbe il posizionamento della città, è solo un sogno o può essere una realtà? Facciamo fatica a coinvolgere i giovani, non possiamo perdere il loro entusiasmo. Per fortuna a Parma esiste un volontariato molto robusto che rappresenta una forza eccezionale.”

Maria Cecilia Scaffardi, direttrice Caritas provinciale: “C’è da rifondare, imparando dalla pandemia che ha accelerato criticità già esistenti, anche nel nostro territorio. Il rischio è che la crisi accresca le disuguaglianze, a maggior ragione quando non ci saranno più i blocchi dei licenziamenti e degli sfratti. L’urgenza è quella di tornare a mettere al centro il welfare, non per fare dell’assistenzialismo che cronicizzi le difficoltà, ma per garantire i diritti primari quali il cibo, la cura, la scuola, la casa, il cibo. E’ indispensabile operare con una visione in grado, per quanto possibile, di prevenire, non attraverso interventi tampone”.

“Dobbiamo creare un welfare flessibile incentrato su famiglie e le imprese, affiancato a una scuola che permetta la mobilità sociale” dichiara Michela Bolondi. “Oggi il welfare, nonostante gli interventi della Regione, è ancora un carico importante sulle famiglie. Terminata l’emergenza sanitaria, penso a residenze per anziani aperte al quartiere all’interno delle quali portare attività culturali e ricreative. Si pone con forza il tema dell’occupazione femminile, in un periodo di pandemia che ha visto il 53% delle lavoratrici donne messe in smartworking contro il 20% degli uomini. Chiudo col tema della legalità, tanto negli appalti quanto nella vita delle famiglie sempre più esposte al pericolo dell’usura”.

“Dopo che abbiamo scritto sui giornali due lettere sul futuro della città dai contenuti simili, io e Pagliari abbiamo ragionato su come impostare questo incontro” esordisce Lorenzo Lavagetto. “Rilevo una grande difficoltà di confronto tra il Comune e i cittadini, che c’era già prima del Covid, se si pensa che nel 2017 ha votato meno del 50% degli aventi diritto. Ci sono da affrontare i problemi del calo demografico (compensato dal 17% di residenti stranieri), dell’incremento della popolazione anziana e della capacità di attrarre persone affinchè esse scelgano di venire a vivere nella nostra città e provincia. Servono un Comune che sia la guida autorevole della città e una nuova interpretazione di fare politica in grado di suscitare speranze”.

Andrea Marsiletti

lombatti_mar24