Bocconi killer, le nuove linee guida della Regione

21/05/2009
h.13.50

Polpette, pezzi di pollo, altri pezzi di carne: è lì che generalmente si nasconde il veleno che li rende “bocconi killer”, quelli che in poco tempo portano alla morte dell’animale tra terribili sofferenze.
Ora contro i bocconi killer, che ogni anno colpiscono migliaia di animali domestici ma anche selvatici, dalla Regione arrivano nuove linee guida: disposizioni che prevedono procedure uniformi, informazione e coordinamento per contrastare il fenomeno delle esche avvelenate, una pratica che nonostante la legge in materia (nella quale per i responsabili oltre alle sanzioni economiche è previsto anche il carcere) purtroppo è sempre caratterizzata da numeri rilevanti
Le “Linee guida per la lotta agli avvelenamenti degli animali” sono state elaborate dalla Commissione regionale per la lotta agli avvelenamenti: oltre alla Regione hanno partecipato alla discussione il Corpo forestale dello stato, l’Istituto zooprofilattico sperimentale, rappresentanti delle Province, associazioni animaliste, venatorie, di tartufai, Ordine dei medici veterinari.
Il provvedimento definisce le procedure da seguire in tutto il territorio regionale con l’obiettivo di monitorare il fenomeno, favorirne la prevenzione e dare più efficacia agli interventi di repressione. A sostegno delle Linee guida sono anche previste iniziative informative e di sensibilizzazione, tra le quali una specifica campagna informativa rivolta ai cittadini.
Le nuove linee guida regionali sono state presentate oggi in Provincia agli enti locali, alle associazioni ambientaliste e ai soggetti interessati.
“Su questo tema la Provincia ha lavorato davvero molto, in modo concreto ed efficace. La campagna che abbiamo realizzato non ha certo stroncato il fenomeno ma lo ha ridotto notevolmente: nel 2005 le segnalazioni erano circa 150, oggi si sono ridotte a un terzo.
Questo dimostra che parlare di queste cose e fare azione di sensibilizzazione sono già strumenti molto utili di prevenzione”, ha detto l’assessore provinciale alla Tutela della biodiversità Gabriella Meo -. La Regione Emilia-Romagna ha raccolto la nostra esperienza e ci ha invitato al tavolo nel quale si è discussa l’elaborazione delle nuove linee guida, che oggi sono realtà e che dimostrano l’impegno anche della Regione per contrastare un fenomeno criminale com’è quello delle esche avvelenate”.
Dall’assessore Meo anche una promessa per il futuro e un “appello” alle istituzioni centrali: “Noi su questa vicenda non molleremo, è certo, ma avremmo necessità anche a livello nazionale di un quadro di riferimento normativo più determinato”.
“La delibera delle linee guida si muove all’interno delle competenze della Regione: non, dunque, nell’ambito delle pene, che non sono competenza della Regione ma dello Stato. La Regione punta a fare innanzitutto una mappatura, per far emergere un fenomeno che molto spesso è sommerso. C’è un richiamo forte alle Forze dell’ordine, ai servizi veterinari locali e al Corpo forestale dello Stato per facilitare il riconoscimento dei bocconi e le carcasse di animali morti per avvelenamento.
Saranno “tabellati” i luoghi in cui gli avvelenamenti sono maggiormente avvenuti, e soprattutto sarà fatta un’opera di formazione culturale: deve scattare una sorta di riprovazione sociale per chi compie questi atti che sono criminali non solo per gli animali, che muoiono tra atroci sofferenze, ma anche per i padroni che si vedono privati di un caro amico.
Sono previsti anche corsi per la Polizia locale, nella quale deve esser individuato uno speciale agente cui cittadini possono rivolgersi per tutte le tematiche che afferiscono agli animali”, ha spiegato la vice presidente della Commissione Ambiente della Regione Emilia Romagna Daniela Guerra, che ha poi “rilanciato” su un altro tema d’attualità: “Adesso bisogna creare le condizioni perché calino gli abbandoni, che rimangono ancora troppi”.

Le linee guida in dettaglio
Le nuove linee guida, illustrate in dettaglio dal funzionario della regione Emilia Romagna Giuseppe Diegoli, definiscono un unico percorso operativo sul territorio per la raccolta dei reperti, per l’identificazione e l’analisi di bocconi avvelenati o di animali deceduti per sospetto avvelenamento, e definisce i ruoli dei diversi soggetti. La definizione di un’unica procedura serve anche per un maggior coordinamento tra le realtà deputate alla vigilanza (Corpo forestale, Polizie municipali e provinciali, Polizia di stato, Carabinieri, Guardia di finanza) e in definitiva per una più efficace vigilanza del territorio.
L’obiettivo è quello di arrivare alla mappatura e al censimento degli avvelenamenti, dei prodotti tossici utilizzati, delle modalità di esca adottate.
Il Servizio veterinario delle Aziende Usl effettua una prima valutazione dei casi di avvelenamento e tiene traccia delle segnalazioni; l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna ha il compito delle analisi di laboratorio; il Corpo forestale è il terminale ultimo della procedura, per la raccolta di tutti i dati che sono inseriti in un’unica scheda/modulo per la segnalazione dei casi, allegata alle linee guida regionali. Punto di riferimento per i cittadini, per qualsiasi segnalazione, è il veterinario di fiducia o il veterinario dell’Azienda Usl.
Il provvedimento stabilisce inoltre che le aree dove sono state ritrovate esche avvelenate siano segnalate con appositi cartelli e siano oggetto di bonifica.
Nel 2009 verrà realizzata una campagna regionale per informare e sensibilizzare i cittadini, e per spiegare cosa fare e a chi bisogna rivolgersi nel caso di esche sospette o sospetto avvelenamento di animali. Verranno inoltre programmati percorsi didattici nelle scuole, per favorire negli studenti la consapevolezza di un rapporto rispettoso nei confronti degli animali. Materiali informativi saranno destinati alle Forze dell’Ordine e ai veterinari (pubblici e privati) per fornire un quadro del fenomeno, anche rispetto ai rischi di salute pubblica e al benessere animale.

Bocconi: veleni e sanzioni
I veleni sono in prevalenza pesticidi ed erbicidi: soprattutto carbammati (nel 2007 individuati nel 38% dei casi esaminati in Emilia-Romagna), che producono paralisi muscolari e morte per insufficienza respiratoria. Altri pesticidi sono composti da fosforati e clorurati e da metaldeide, utilizzata in agricoltura e nel giardinaggio.
Le sanzioni per chi uccide prevedono anche il carcere da tre a diciotto mesi, mentre il maltrattamento comporta la reclusione da tre mesi a un anno o la multa da 3 a 15mila euro. Inoltre il codice penale punisce chi getta sostanze tossiche nel suolo pubblico.

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