Bollette a più 500% in un anno: “Così chiudiamo”. La denuncia di Francesco Confalone, barista a Traversetolo

Bollette alla mano: 595 euro a luglio 2021, 2.923 euro a luglio 2022: non si tratta di un’impresa che ha realizzato un ampliamento, ma dello stesso identico bar con consumi energetici simili 3.095 Kwh contro 3.337. Non sono dunque i maggiori consumi a determinare l’aumento di quasi il 500% in un anno.

“Così ci fanno chiudere in due mesi – spiega amareggiato Francesco Confalone, titolare del bar “No name” di Traversetolo -. Se devo rinunciare al mio guadagno sto a casa”.

“Se devo spendere 500 euro al mese per 12 mesi è un conto, se ne devo spendere 36.000 in un anno, è tutta un’altra storia”.

Confalone ha visto lievitare improvvisamente i costi in bolletta a partire da maggio, passando dai 498 euro di aprile 2022 ai 1121 di maggio e ai 1631 euro di giugno per arrivare ai quasi 3000 euro di luglio.

“Adesso – spiega – il mio pensiero è: come sarà la bolletta di agosto? L’escalation è tale che mi viene da pensare che potrebbe aggirarsi sui 5.200 euro e allora cosa farò? Porterò i libri in tribunale”?

Un’attività ben avviata e molti progetti per il futuro che rischiano di andare in fumo, portandosi dietro, oltre al titolare, anche i dipendenti. E purtroppo questa storia non è diversa da quella di molti imprenditori e imprese di tutte le dimensioni.

Oltre al bar di Traversetolo, Confalone gestisce un chiosco a Parma, in via Newton e ne sta per aprire un secondo a Sorbolo, passerebbe quindi da cinque a otto dipendenti. “Abbiamo confermato tutti i collaboratori e trasformato i loro contratti in tempo determinato durante la pandemia, perché stavamo lavorando molto; ci ho investito e ci ho creduto. Ma ora”?

La nostra fortuna è che fino ad oggi stiamo lavorando bene, ma il guadagno sta andando tutto in bollette. Se devo rimetterci sto a casa, vado a fare il dipendente anche io. Il sabato e la domenica sarò a casa e la sera mi addormenterò senza troppi pensieri. Chi me lo fa fare di alzarmi alle 4.30 ogni mattina? Non ha senso”.

“Devono essere riviste le tariffe perché non è possibile l’aumento del 60% da un mese all’altro e di 120 in due. Sono prezzi fuori da ogni realtà – dice Confalone”.

Anche un eventuale aumento dei prezzi non è una strada percorribile secondo l’imprenditore: “Cosa devo fare, far pagare un caffè 6 euro? Non credo che ne venderei tantissimi. Oggi vendiamo il caffè 1,10 euro, anche con un aumento minimo di 10 centesimi su 5000 caffè venduti in mese porterei a casa 500 euro e non risolverei il problema. E poi giustamente le persone smetterebbero di fare colazione al bar. Se non mettono un freno la metà delle imprese chiuderà, sia le grandi che le piccole”.

Tatiana Cogo

perlavalbaganza