Carla Cerati dona un fondo all’Ateneo ducale

Rubrica: University
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29/04/2009
h.13.00

La fotografa e scrittrice Carla Cerati ha recentemente donato un importante fondo di fotografie. La donazione è stata formalizzata alla presenza del Magnifico Rettore, Prof. Gino Ferretti.
Il rapporto di Carla Cerati con Parma e con la sua Università risale alla seconda metà degli anni Settanta, quando inizia a lasciare in deposito presso la Sezione Fotografia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione, a documentazione della sua opera, parte delle sue ricerche.
Una prima donazione risale al 1985. In quegli anni è ormai una fotografa affermata in diversi settori: i suoi servizi raccontano il teatro di tradizione e di avanguardia, i ritratti degli intellettuali (sono suoi alcuni tra i più noti ritratti di Elio Vittorini, Italo Calvino…), la vita urbana di Milano, la condizione femminile, le esperienze dell’ antipsichiatria (nel 1968 è a Parma a fianco di Franco Basaglia e Mario Tommasini), le lotte politiche, la condizione di vita nelle zone più povere del centro-sud Italia …
Nel suo raccontare per immagini – a cui si affianca, non va dimenticato, una intensa produzione letteraria- si intrecciano continuamente la ricerca espressiva, l’ impegno professionale e l’ impegno civile. Forse proprio per questo decide di instaurare un rapporto – che sarà lungo più di trent’ anni – con la nostra istituzione universitaria, per rendere disponibile alla collettività la propria opera, al di là di ogni logica commerciale.
Così vengono lasciate in dono al CSAC, allora in pratica l’ unica istituzione pubblica del nostro Paese che, su iniziativa di Arturo Carlo Quintavalle, raccoglie e conserva archivi fotografici intesi come beni di rilevanza culturale, le prime serie: le fotografie della Liguria, delle Langhe, una grande serie di fotografie montate su alluminio sul Living Theatre, e poi i rituali della borghesia milanese di Mondo Cocktail, il lavoro sugli Ospedali Psichiatrici, i materiali relativi alle lotte civili per il divorzio e poi per la difesa della legge sull’ aborto.
Dal ’69 al ’75, con periodici soggiorni in Spagna, realizza un grande progetto: una serie di ritratti di intellettuali di sinistra che avevano scelto di continuare a vivere in patria durante la dittatura e fino alla morte di Francisco Franco.
Nel corso degli anni il Fondo delle opere di Carla Cerati cresce continuamente, accompagna lo sviluppo della sua opera attraverso gli studi di nudo dei primi anni Settanta, la fotografia di architettura, le sperimentazioni sul dinamismo del corpo con Valeria Magli, le collaborazioni con la RAI.
Della metà degli anni Ottanta è il primo progetto di una grande esposizione antologica, ma occorrerà aspettare il 2007 (nel frattempo il CSAC, diretto da Gloria Bianchino, trasferisce le collezioni nel Padiglione Nervi, e poi nella sede definitiva dell’ Abbazia Valserena a Paradigna) per vedere la realizzazione della rassegna presso la Sala delle Scuderie in Pilotta.
Vengono esposte quasi 500 immagini, quindi un’ amplissima campionatura della sua opera. In quell’ occasione viene pubblicato un volume (edizioni Skira) a cura di Massimo Mussini, con testi di Mussini e della stessa Cerati.

Carla Cerati, nata a Bergamo, inizia a fotografare documentando il teatro di Franco Enriquez (dal 1960, e la fotografia di scena resterà ambito rilevante nel suo lavoro) e impegnandosi in una forma di réportage di descrizione e denuncia sociale.
Fotografa le Langhe, la Liguria con una particolare attenzione al paesaggio umano e ai temi del lavoro spesso accostandosi alla ricerca etnografica (“Maghi e Streghe d’Abruzzo”). Nel corso degli anni Sessanta e Settanta la sua ricerca investe le istituzioni manicomiali (nel 1968, a fianco di Basaglia, Pirella, Tommasini), la trasformazione urbana e umana di Milano, raccolta in una sequenza di 218 immagini da leggere come un racconto, i rituali mondani negli anni del Boom economico e della contestazione (“Piper”, “Mondo Cocktail”..) con una attenzione particolare alla condizione giovanile e femminile.
Riguardo quest’ ultima vanno ricordate sia le serie di diretto impegno civile, per le campagne referendarie su divorzio e aborto (1974), che la serie “Forma di donna” (1978).
Di particolare rilievo sono poi i ritratti di artisti e intellettuali tra cui ricordiamo quelli a Italo Calvino, a Elio Vittorini, a Gabriel Garcia Marquez, agli oppositori del regime franchista in Spagna.
Suoi servizi fotografici sono pubblicati su “L’Illustrazione Italiana”, “Vie Nuove”, “L’ Espresso”, “Du”, “Leader”, sue fotografie sono pubblicate su periodici internazionali come “New York Times”, “L’ Express”, “Time Life”, “Die Zeit”.
E’ del ’65 la cartella: “Nove paesaggi italiani”. Quasi certamente primo tentativo italiano del genere: 25 esemplari numerati e firmati, tutti stampati a mano dall’autrice, La presentazione è di Renato Guttuso, il cofanetto è progettato da Bruno Munari.
Un libro di importanza ormai storica, realizzato con Gianni Berengo Gardin sulla condizione manicomiale in Italia, curato da Franco e Franca Basaglia, edito da Einaudi , esce nel ’67 contribuendo fortemente all’approvazione della legge 180 detta legge Basaglia.
Notevoli sono i suoi contributi fotografici in “Vittorini: progettazione e letteratura” (1968) “Paradise Now” (1970), “Assuntina”, “La barca gialla”e molti altri.
Ha contribuito a realizzare film e documentari per la RAI, collaborando per “Processo politico”, presentato al festival di Pesaro (1971), “Dietro l’ obiettivo”, commissionato dalla RAI , (13 puntate, 1981), sui fotografi e la fotografia .
Di Carla Cerati va inoltre ricordata la produzione letteraria: 12 romanzi tra cui “Un amore fraterno” (1973), “Un matrimonio perfetto” (1975), “La perdita di Diego” (1992), “La cattiva figlia” (1996), “L’ intruso” (2004).
Per la poesia esce con il “Poemetto per un uomo incostante” “nell’antologia del Campiello”, (1975), e nel 1988 con una diversa versione, in 75 copie numerate e firmate per la MARBLE-MEMO “I quaderni di Vaciago” (1988) con accluso un nudo femminile.

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