08/06/2010
Queste sono giornate di grande fermento per i civici di Parma: sabato prossimo all’Auditorium Paganini il sindaco Pietro Vignali fonderà il suo nuovo movimento, Maria Teresa Guarnieri ha appena allargato il gruppo di Altra Politica agli ex dell’Italia dei Valori Massimo Pinardi e Gabriella Biacchi (quest’ultima fino a qualche mese fa segretaria provinciale di partito, oggi convertitasi d’amblè in icona civica), Ubaldi scalpita e prova a rianimare sigle prive di idee e di persone quali “Civiltà Parmigiana”, “Nuova Politica”, “Italia Migliore” o l’aggregazione delle liste civiche regionali, o chissà quale altra diavoleria si inventerà nei prossimi mesi…
E sui giornali locali ci si contende la primogenitura del civismo a suon di dichiarazioni: “Tu hai rinnegato il civismo”, “Io sono più civico di te”, un dibattito triste che mi ricorda la frase di Pietro Nenni riferita alla corsa al sorpasso massimalista, lo sport a lungo privilegiato dai socialisti e dai comunisti con esiti generalmente scissionistici: “C’è sempre uno più puro che ti epura”.
Ma siamo così sicuri che ai cittadini interessi così tanto questa competizione lessicale su chi detenga la quota di civismo più alta oppure questo dibattito tutto interno al ceto politico, ancora più politichese di quello dei partiti, lascia del tutto indifferente il 95% dei parmigiani che hanno invece a cuore, e lo dico al di fuori di ogni retorica, le disponibilità di posti e le rette degli asili nido, la qualità dei servizi dei loro anziani, l’efficienza del trasporto pubblico, la riduzione della burocrazia comunale, qualche incentivo per alleviare la fatica ad arrivare a fine mese? E sì, perchè alla fine, nonostante quello che pensano i politici, i cittadini guardano ai contenuti più che alle formule, agli escamotage, ai tentativi di riciclaggio personale.
Io non sono un fanatico del civismo, tantomeno ritengo a priori il civismo una forma di amministrazione migliore e più nobile di quella dei partiti, soprattutto se il civismo diventa il rifugio peccatorum di chi non riuscirebbe ad accasarsi diversamente perché nessun altro se lo prenderebbe in casa, l’ospizio di vecchi impresentabili, l’esilio di espulsi dai partiti e di trombati che diventano massa di manovra che qualcuno mette sul tavolo per trattare la propria posizione personale.
Qui da noi ognuno si propone come paladino del civismo.
Ma è civismo la decisione di Ubaldi (oggi aderente al partito nazionale di Rutelli “Alleanza per l’Italia”… ma non era civico?) di nominare nel CDA di MetroParma che gestiva l’appalto milionario della metropolitana un personaggio romano inquietante come Ercole Incalza indagato per tangenti per essere uno dei registi della “cricca”? Che c’azzeccava uno come Incalza con Parma?
E’ civismo alternativo ai partiti quello propugnato da chi, come la Guarnieri, dal PD (per il quale ha fatto pubblica dichiarazione di voto alla vigilia delle ultime elezioni politiche… ma non era civica?) si fa pure trovare un mestiere facendosi nominare direttrice dell’ASP di Fidenza? Nulla di male, per carità, nel farsi dare un lavoro dai partiti nè sulla figura della Guarnieri, ma perlomeno ci vengano risparmiate le lezioni o le autopromozioni civiche, buone per darla a bere a qualche boccalone che fa finta di crederci.
Cos’è il civismo? Se è amministrare le realtà locali senza farsi intruppare e portare acqua ad alcun schieramento politico, allora il più civico di tutti è Vignali, perché per lui le sorti elettorali dei partiti che lo sostengono sono l’ultimo dei problemi (come dimostra il suo sistematico e plateale disimpegno ad ogni elezione che non sia quella comunale), preso com’è dalla ricerca del consenso suo e dell’amministrazione che guida. In questa ossessione per il consenso Vignali è molto berlusconiano, non certo per le campagne elettorali (che non fa) per Berlusconi.
I civici saranno anche i migliori, per carità, ma poi vanno a bussare alla politica nazionale per chiedere di mettere a posto con un decreto il disastro della metropolitana di Parma ideato dagli stessi civici… va bè!
La mia opinione è che ai parmigiani non gliene freghi nulla del tasso di civismo e che questi, una volta votato, badino alla sostanza della qualità dell’amministrazione comunale, a quello che fa nei fatti e a quello che non fa, salvo poi gradire la presenza di una lista civica durante la competizione elettorale per consentirgli di votare chi ritengono abbia amministrato bene senza doversi trovare tra i piedi sulla scheda elettorale simboli nazionali che storicamente avversano e ai quali non avrebbero mai l’ardire di accordare la loro preferenza.
Perché si sa, “occhio non vede, cuore non duole”.
Pensiamoci su, e magari scopriamo che di tutta questa epopea civica che ci stanno propinando da più di un decennio ai parmigiani importa solo un giorno ogni cinque anni… che flash!
Andrea Marsiletti
MA Space, lo Spazio del direttore Marsiletti Andrea