Chiude il dormitorio del Cornocchio

SMA MODENA

26/04/2012
h.10.00

Ci risiamo, il 30 chiuderanno altri due dormitori per un totale di 50 persone in strada (compresi gli ex via Bengasi) che si aggiungeranno a quelle che in strada ci han passato l’inverno, a ciò va aggiunta l’impossibilità di esaudire le 300 domande per l’emergenza abitativa presentate negli ultime tre mesi, compresa quella della famiglia di via Bengasi, se poi aggiungiamo i 700 sfratti esecutivi previsti a Parma e provincia entro quest’anno il quadro che si crea è da terzo mondo, non da città europea e tutto questo nel silenzio totale delle istituzioni che continuano ad affrontare il problema con riunioni quasi segrete senza preoccuparsi di ascoltare chi del problema casa se ne occupa da almeno un decennio.
Il 30 che faranno queste persone? Dobbiamo ridurci a sperare che non piova cosicchè possano andare senza pericolo sotto ai ponti?
Francamente è inaccettabile, per parlare di questo la rete diritti in casa organizza una conferenza stampa giovedì 26 aprile alle 10 in piazzale S. Croce.

Rete Diritti in Casa
 
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26/04/2012
h.14.40

La denuncia della Rete diritti in casa scuote le coscienze: dal 30 aprile ci saranno 50 senza tetto in più a causa della chiusura di ulteriori due dormitori. Se a questi, come ricorda l’associazione, si aggiungono le persone che già vivono per strada, le domande di abitazione presentate negli ultimi mesi (impossibili da esaudire) e gli sfratti esecutivi previsti tra Parma e la provincia, i numeri lievitano a dismisura e si grida all’emergenza abitativa.
Con Parma che cambia, quindi, per risolvere questa situazione drammatica propongo una ricognizione minuziosa dell’esistente, così da acquisire conoscenza dettagliata sugli spazi abitativi che potrebbero essere anche ricavati con trasformazione in alloggi per ricettività transitoria di strutture abbandonate, come caserme, conventi ed altro, attivando le convenzioni necessarie con i proprietari delle stesse; un controllo consapevole dei servizi, personalizzati e di qualità, per garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini, attraverso la realizzazione di una sussidiarietà orizzontale che sappia valorizzare le migliori esperienze del privato sociale del territorio insieme ad un coinvolgimento degli “utenti” nella costruzione dei nuovi servizi; l’attivazione di progetti in rete per il superamento delle forme di esclusione e segregazione delle persone in stato di difficoltà sociale.
Compatibilmente con la situazione economico-finanziarie del Comune, inoltre, ritengo di avviare delle politiche fiscali orientate alla tutela delle fasce deboli e del reddito da lavoro, sostenute con una forte azione di recupero del gettito sottratto al fisco; poi avviare un investimento deciso sui servizi per emancipare i cittadini in difficoltà dalla logica assistenzialistica e aiutarli a essere autonomi.
Bisogna lavorare per costruire una città a misura di tutti, abbattendo le barriere architettoniche ai servizi comunali e agli alloggi popolari per avere un forte tessuto sociale, più unito e più sicuro.
Anche questa è una politica per garantire i diritti civili e le opportunità sociali, per acquisire gli strumenti formativi per l’inserimento nella città produttiva.

Giuseppe La Pietra
Parma che Cambia

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