Comitato Tardini Sostenibile: “Le domande del sondaggio offendono l’intelligenza delle persone. E si può votare più volte…”

Scriviamo riguardo all’irrituale vicenda della mail inviata dalla segreteria del vicesindaco Marco Bosi ai membri dei Comitati Civici di Parma, con cui è stato diffuso il questionario dal titolo “Rigeneriamo lo stadio Tardini, insieme!”.

Dopo avere analizzato i contenuti del “sondaggio”, ci permettiamo di esporre alcune considerazioni, tenuto conto che l’iniziativa è promossa da un soggetto privato.

La front page reclamizza con tutta evidenza il Parma Calcio e l’ampliamento del Tardini.

Il questionario ignora una serie di questioni cruciali che riguardano lo stadio sulle quali invece dovrebbe essere possibile esprimere un giudizio. Ad esempio l’ipotesi di delocalizzare l’impianto sportivo in sede più consona, al di fuori del pieno centro abitato, non può essere esclusa in modo aprioristico e dogmatico.

Chi dissente non può rispondere a tono, spostando la questione dalla trappola retorica del Piano Strutturale Comunale e del “consumo di suolo”, alle ben più cogenti sentenze del TAR. Queste infatti hanno bocciato sia l’ampliamento degli anni ’90, poiché l’impianto è “chiuso in un perimetro continuo e totalmente immerso in pieno centro abitato”, sia le misure interdittive della mobilità messe in atto a ogni evento sportivo, per il fatto che lo stadio si trova nel pieno centro abitato della città, che non consentono, a chi non si reca allo stadio, l’esercizio degli elementari diritti di movimento in cui si sostanzia la qualità della vita.

L’impostazione di svariate domande offende l’intelligenza delle persone. In alcune si fa confusione tra servizi pubblici e attività mercantili. In altre domande – altrimenti perché porle – emerge chiaramente l’intenzione del promotore privato di mutare la destinazione dell’area pubblica su cui si trova lo stadio, dal mero fine sportivo ad altri scopi commerciali o immobiliari. Ma a quale prezzo e con quali ricadute sui quartieri circostanti e sulla città non è dato sapere.

Si pongono capziose domande sulla scuola Puccini Pezzani. Per quale motivo il Parma Calcio sarebbe interessato a quella scuola? Ci viene in mente solo quello più volte dichiarato da questa Giunta e ampiamente documentato nelle carte del progetto ritirato a metà dicembre 2020: l’edificio scolastico è una “interferenza” che “pone infatti delle criticità al raggiungimento degli obiettivi finali di riqualificazione dell’impianto”.

La pagina conclusiva del questionario reclamizza i soggetti privati che si stanno occupando del progetto di ampliamento dello stadio. Si arriva a proporre il link al sito web del Parma Calcio per iscriversi alla loro newsletter. A questo proposito è del tutto evidente che la società del Parma Calcio non si sta proponendo come benefattore della città, come alcuni esponenti della Giunta ci vogliono far credere, ma come investitore privato che cura i propri interessi economico-finanziari che chiede di intervenire su uno spazio pubblico.

Avendo provato più volte a compilare il questionario, abbiamo appurato che è possibile inviarlo più volte. Conseguentemente, ci chiediamo quale valore possano avere i risultati di una simile iniziativa, visto che non è protetta da alterazioni. Il “sondaggio”, inoltre, è promosso non da un ente terzo, ma dallo stesso soggetto privato che ha interesse a realizzare l’intervento.

Tutto questo solleva dubbi sulla correttezza istituzionale dell’atto formale del vicesindaco di inviare quella mail, prestandosi a promuovere, al di fuori di qualunque riferimento normativo, gli interessi di un soggetto privato, quale è il Parma Calcio. Per di più, sulla base di quale titolo, visto che a oggi non esiste un progetto depositato in Comune e quello precedente è stato ritirato?

A questo si aggiunge, a stretto giro, l’altrettanto inedita vicenda della mail inviata dal dirigente scolastico dell’I.C. Puccini, Gastone Demaldè, ai genitori degli alunni dell’istituto, in cui “chiede” la compilazione dello stesso questionario del Parma Calcio, società privata che non gode di alcun accreditamento pubblico e che nulla ha a che fare con la scuola.

Esprimiamo seri dubbi sulla correttezza e legittimità di un simile atto, dove un dirigente scolastico si presta a diffondere materiale che nulla ha a che vedere con la funzione educativa della scuola.

In ultimo, riscontriamo che detto “sondaggio”, promosso dal Parma Calcio, è stato pubblicato addirittura sulla pagina Facebook istituzionale del Comune.

Il ruolo subalterno che ormai ha assunto l’ente pubblico rispetto agli interessi del promotore privato trova numerosi riscontri.

È emblematico che, prima ancora che il “vecchio” progetto fosse depositato in Comune e che fosse quindi possibile valutarne l’interesse pubblico e la fattibilità attraverso una delicata procedura da effettuarsi nelle appropriate sedi tecniche, esponenti apicali della Giunta lo abbiano in più occasioni dichiarato “in linea con gli intendimenti dell’Amministrazione”.

Singolare la vicenda che a metà dicembre 2020, dopo il frettoloso avvio di una costosa quanto inopportuna – viste le circostanze dell’emergenza pandemia – istruttoria, ha portato al ritiro del progetto senza che ne siano mai stati chiariti i veri motivi. Fatto che parrebbe peraltro contraddire la dichiarata rilevanza pubblica dell’iniziativa.

In base alla stessa logica si è sviluppata la vicenda anomala della società Arcadis, legittimata e accreditata dal vicesindaco nei confronti di autorità e istituzioni pubbliche al di fuori di qualsiasi previsione normativa, in base al solo titolo costituito dal collegamento con la società privata promotrice.

Viene anche meno l’inscindibile connessione logica tra eventi calcistici di alto livello e uno stadio “mondiale” destinato a ospitarli. Infatti i vertici della Giunta, prescindendo dai risultati sportivi della squadra, hanno preso atto prontamente della confermata volontà di realizzare un ampliamento che, in tali circostanze, non può che assumere natura meramente commerciale e immobiliare.

Dirimente, sul tema della scuola Puccini Pezzani, è la vicenda che riguarda la mozione (ex art. dell’art. 30 dello Statuto e art. 28 del Regolamento comunale), recentemente depositata da alcuni Consiglieri per il voto al Consiglio, finalizzata “a non procedere o acconsentire in alcun modo e per nessun motivo alla demolizione del plesso scolastico Puccini Pezzani e anzi a impegnarsi a inserire detto plesso scolastico nella programmazione comunale che consenta di svolgere la manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, volta a garantirne la piena efficienza, al servizio dello stradario del quale è da sempre baricentrico, in piena complementarietà con la prospiciente scuola materna Fantasia, con cui costituisce insostituibile complesso al servizio del quartiere.”

Se la demolizione della scuola non fosse considerata un fatto compiuto – e qui ci sarebbe da chiedersi sulla base di quali presupposti o accordi non noti ciò sia possibile – ci chiediamo come mai alcuni Consiglieri comunali abbiano ritenuto necessario e indifferibile promuovere questa iniziativa. La mozione è inoltre coerente con l’indirizzo della stessa Amministrazione comunale che, nell’ambito del progetto “Parma scuole sicure e sostenibili”, nell’estate 2020 ha effettuato, dichiarando l’intesa col dirigente scolastico, interventi di efficientamento energetico e manutentivi interni sulla scuola Puccini Pezzani. È dunque già stata riconosciuta – con dispendio di denaro pubblico – l’esistenza di un attualissimo interesse pubblico al miglior funzionamento di quell’istituto scolastico, che sarebbe ora, sotto più profili, gravissimo ignorare.

La demolizione della Puccini Pezzani sarebbe un abuso nei confronti delle famiglie del quartiere che si vedrebbero private dei servizi educativi di quella scuola e procurerebbe un grave e ingiusto danno al patrimonio erariale della città. Danno ancora più grave visto che Parma vive da diversi anni in emergenza spazi scolastici e per sopperire il Comune deve affittarne di aggiuntivi a spese dei contribuenti.

Tutto ciò non fa che confermare il ruolo subalterno dell’ente pubblico agli interessi del promotore privato, ormai così certo del proprio ascendente sull’Amministrazione della città, da potersi permettere di designare il futuro di Parma per i prossimi cent’anni.

Inaudito che l’Amministrazione comunale possa mostrarsi a tal punto appiattita su interessi che poco hanno a che fare con il bene pubblico, ignorando invece coloro che risiedono, abitano, vivono, studiano e lavorano nei quartieri intorno allo stadio. Queste persone costituiscono una parte tutt’altro che irrilevante della città e sicuramente nelle prossime elezioni si ricorderanno del disinteresse – si potrebbe dire quasi disprezzo – mostrato nei loro confronti.

Comitato Tardini Sostenibile
Andrea Locatelli

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