Silenzio e rassicurazioni: è la strategia del Comune per sottacere e minimizzare le vere cause dello stop della Conferenza dei Servizi. La verità dei fatti, invece, è che il progetto della nuova infrastruttura, che il Parma Calcio e gli Amministratori vogliono a tutti i costi costruire al posto dell’attuale stadio Tardini, va in rotta di collisione con tutti gli aspetti normativi vigenti su quell’area e sulle relazioni di quell’area con il territorio.
Quale funzionario del Comune vorrebbe approvare un progetto che infrange i vincoli, i parametri, le norme e i regolamenti? Così anche noi, insieme a diversi consulenti e specialisti, abbiamo preso il tempo per fare ulteriori verifiche, constatando ancora una volta l’arroganza con cui committente e progettisti stanno affrontando l’inserimento del loro nuovo stadio commerciale nel cuore della nostra città.
L’imprenditore ha commissionato il progetto di un’infrastruttura adatta ai suoi scopi finanziari e immobiliari, e il progettista l’ha disegnata su un foglio bianco, come se l’intorno non esistesse e galleggiasse su un vuoto urbano.
Avendo ignorato il contenitore storico in cui si inserisce – fatto di strade, di edifici residenziali, di scuole, di piccoli negozi, di verde, di relazioni e di usi consolidati dell’intera comunità – il Parma Calcio non ha quindi ritenuto necessario farsi carico delle spaventose ricadute dirette e indirette del nuovo inserimento sulla città. E “coerentemente”, perciò, non ha nemmeno tenuto conto dei vincoli e delle norme specifiche e generali vigenti sull’area.
“Lacci e lacciuoli” che, evidentemente, è sicuro di potere bypassare uno per uno, grazie anche all’aiuto che al momento opportuno darà il suo staff legale, e confidando sull’incondizionato appoggio politico che sente ancora di avere.
1) L’urbanistica è certamente l’aspetto più devastante. Tralasciando gli aspetti di incompletezza della documentazione progettuale, sono molteplici gli aspetti tecnici che restano insoluti, come si legge dalle carte. Fra le numerose evidenze insuperabili, oltre a quelle conosciute (quali il superamento delle altezze dei fabbricati: la nuova tribuna centrale supera di più di 8 metri quella attuale; il superamento dei vincoli ambientali esposti nelle varie schede di riferimento ecc. ecc.), ricordiamo le ultime chicche emerse dall’analisi dettagliata. A) La predisposizione di una superficie coperta di oltre 20000 mq. a disposizione per l’inserimento a vario titolo di attività direzionale e commerciale, da potere accorpare e destinare all’uso che si vuole (vedi relativa richiesta nella bozza di convenzione). B) L’inglobamento di aree non di pertinenza dell’area Tardini, come per esempio quelle attorno alla scuola Puccini, che le sottrarrebbe anche le ultime superfici di cui dispone. La scuola Puccini e la scuola materna, ricordiamo, sono in corrispondenza del nodo di svincolo per il traffico pesante a servizio dello stadio commerciale: in quali condizioni spaziali e ambientali saranno costretti a vivere i nostri piccoli e gli scolari?
2) Per la viabilità e i parcheggi non viene presentata alcuna soluzione strutturale alle problematiche derivanti dalla collocazione del nuovo stadio commerciale in area centrale. La dotazione di parcheggi necessaria per legge non è rispettata, i parcheggi scambiatori sono rimedi estemporanei e, colmo dell’ironia, i costi per i bus navetta sono totalmente a carico dei cittadini! Ritorna, uguale a prima, l’evidenza dell’incompatibilità degli ingressi carrai a servizio dello stadio con l’istituto comprensivo Pezzani Puccini, e l’inconciliabilità di questa e della scuola materna Fantasia con gli eventi sportivi e i grandi eventi dell’infrastruttura a pieno regime.
3) Rimangono irrisolti alcuni grandi problemi relativi alla sicurezza, circostanza tanto grave quanto paradossale per un impianto di totale nuova costruzione, quali: A) la non conformità delle pendenze delle tribune, con conseguente richiesta di deroga ai Vigili del Fuoco. B) la dimensione insufficiente per lo sfollamento delle persone e il transito dei mezzi di sicurezza del corridoio perimetrale ad anello, chiuso tra la parete in acciaio dello stadio e il muro perimetrale.
4) Ancora non risolti, e non risolvibili, i problemi relativi a: A) Rumore: mancato rispetto della zonizzazione acustica con superamento dei valori di riferimento. B) Aria: incremento dei limiti di legge per il particolato, il cui livello, già critico oggi, secondo le norme ambientali è da diminuire, non certo da aumentare. C) Acqua: la realizzazione di vastissime aree interrate causerà un significativo peggioramento delle ricariche della falda acquifera. Tale evenienza non è conforme a quanto richiesto dalla scheda norma che regola l’area, “area verde – rete ecologica urbana”.
Torna l’albero di Natale “perfetto” di una Parma sempre più frivola (di Andrea Marsiletti)
5) Il progetto, sappiamo, non rispetta il vincolo della Soprintendenza, dispositivo a suo tempo difeso direttamente dal Ministero della Cultura.
6) Scritto sulla falsa riga del precedente – e già bocciato dall’advisor del Comune – il nuovo piano economico finanziario ripresenta valori di ricavi totalmente privi di senso. Per questo, nel suo documento di asseverazione, la stessa società finanziaria chiarisce molto bene che i valori dei ricavi dichiarati nel PEF sono ipotesi che possono non verificarsi. Nessuna famiglia esporrebbe un suo bene immobiliare a un tale rischio. Il Comune si prenderà la responsabilità di mettere a repentaglio il nostro patrimonio pubblico? Non c’è da stare tranquilli.
7) In ultimo, ricordiamo che nella Bozza di convenzione il Parma Calcio chiede: A) La concessione dell’area per 90 anni a titolo gratuito. B) L’esenzione dal pagamento degli oneri di urbanizzazione. C) L’esonero dal pagamento delle tasse locali (rifiuti, carrai, ecc. ecc.). D) La possibilità di accorpamento negozi e attività per le quali, come abbiamo detto, la società avrà a disposizione 20.000 mq di superficie coperta utilizzabile. E) La completa libertà di utilizzo della struttura per qualsiasi attività si volesse attivare. F) L’esonero dalle tasse pubblicitarie. G) L’impegno del Comune di garantire gratis tutti i servizi pubblici verso lo stadio. Una mole di facilitazioni e regalie esclusive che dovrebbero definitivamente chiarire a tutti che lo stadio, nei decenni di concessione gratuita, verrà ampiamente ripagato dai cittadini di Parma, con risorse pubbliche. E che, a fronte di tutto ciò, questo progetto di finanza pubblica sta andando avanti nell’assenza totale di una vera, seria ed efficace valutazione super partes dei costi / benefici a carico della collettività.
Mentre festeggia i cent’anni dalla realizzazione del parco polisportivo disegnato nel progetto dell’arch. Leoni, di cui ancora leggiamo lo schema compositivo originale nelle preesistenze e nella tessitura generale dell’area, il Comune – d’intesa col Parma Calcio – sta predisponendo la sua definitiva scomparsa, licenziando un progetto che ne cancella ogni traccia, valenza e significato testimoniale.
Il Comitato Tardini Sostenibile non si rassegna certo a questa violenta trasformazione radicale della città, e si appellerà alle ragioni di diritto per difendere la sua storia, la sua bellezza e la qualità della vita dei suoi cittadini.
Comitato Tardini Sostenibile
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In riferimento al comunicato stampa emesso oggi dal Comitato Tardini Sostenibile, mi preme sottolineare come le motivazioni addotte rispetto alle richieste di integrazioni provenienti dalla conferenza dei servizi, appaiano del tutto inesatte, se non completamente inventate.
La Conferenza dei Servizi sta procedendo in maniera serena e accurata secondo la dinamica tipica delle Conferenze dei Servizi decisorie di opere importanti. Le osservazioni, legittime e doverose, di alcuni degli enti partecipanti sono tutt’altro che preoccupanti per il progetto. Tali osservazioni riguardano infatti soprattutto il cantiere e non mettono in discussione l’impianto progettuale.
Per quel che concerne i rapporti con la Soprintendenza, il Parma Calcio ha dimostrato piena disponibilità a recepire le indicazioni e ha impostato un dialogo fattivo, fruttifero e migliorativo per il progetto.
Dispiace infine constatare l’ennesimo tentativo di diffondere cattiva informazione, di screditare il personale tecnico del Comune di Parma e di alludere e “minimizzazioni e silenzi” che non appartengono a questo Ente e a chi lo rappresenta.
Marco Bosi