Commento alla 1° giornata di serie A (di Gianni Bandiera)

Sabato pomeriggio è nato il campionato di serie A, costretto dai tempi a vedere la luce quando non era ancora pronto ad affrontare una stagione lunga e concentrata di impegni. Figlio del campionato scorso e ancora alle prese con mille incognite, il Covid in primis e il mercato in secundis, non può essere altro che una bozza, un’idea.

Ma non si poteva aspettare oltre: venti squadre, trentotto giornate con moltissimi turni infrasettimanali, e poi le coppe europee, la coppa Italia e il tutto per dare modo alla nazionale di presentarsi agli Europei rimandati al 2021 sperando che il Covid non ingarbugli la matassa ulteriormente.

Il primo turno inizia monco dato che alcune squadre giocheranno più in là, tra queste le tre che hanno concluso più in ritardo al stagione 19-20: l’Inter – da molti ritenuta la vera pretendente al titolo- l’ Atalanta e la Lazio ovvero la seconda, la terza e la quarta forza del campionato chiuso poche settimane fa.
Inutile girarci intorno, dopo nove campionati vinti, i riflettori sono rivolti alla Juve. Gli anti juventini sperano che Pirlo faccia flop, mentre gli juventini sono venuti a consocenza solo da poche ore dell’arrivo del nuovo centravanti. A memoria non si ricorda una Juve senza il numero 9 né di un suo sostituto nella rosa alla prima giornata. CR7, Kulusevsky, Douglas Costa e gli infortunati Dybala e Bernardeschi non sono punte centrali e così alla prima Pirlo infoltisce il centrocampo schierando Mac Kenzie al posto di Bentancur e il primavera Frabotta invece di De Sciglio. Le idee ‘Pirlesche’ ovvero recuperare palla il più velocemente sembrano già mandate a memoria, se fosse così si vede che il tecnico, il più inesperto della serie A, ha idee talmente chiare e un ascendente fuori dal comune. Ma la strada è lunga e staremo qui a vedere come finirà.

Finisce contro il maestro Ranieri, il veterano tra tutti, ma Pirlo lo aveva detto alla viglia: nessun alibi, nessuna paura, ho una squadra fortissima.
Se non è autostima questa…

Il tre a zero da soprattutto quell’entusiasmo che tanto è mancato lo scorso anno.

E nel frattempo la lunga telenovela Attaccante si chiude nel modo più inaspettato, a Torino sbarca Morata dopo anni di appannamento si spera che l’ex compagno di squadra lo riabiliti a livelli che aveva smarrito.

Detto delle assenti il turno ha regalato la vittoria del Napoli al Tardini con due goal segnati dopo l’ingresso di Osimhen che ha scardinato la difesa crociata. Gattuso si trova così con il dubbio Metens-Osimhen a meno che il belga non torni a pascolare al lato come ai tempi in cui era Milik il centro avanti azzurro.

A proposito di Milik è qui che nasce una delle curve che hanno bloccato la girandola degli attaccanti. Crediamo che se ADL non si impunterà, perdendo una importante montagna di denaro, l’affare alla fine si farà. Ma con chi? La Roma ormai terrà Dzeko e mancano pochi mesi prima che il polacco potrebbe accordarsi con un nuovo club a zero. Una perdita di oltre venti milioni che di questi tempi è elemento non secondario.

Il mercato è ingessato già di suo con squadre piene come uova di giocatori che si impuntano per rispettare i propri emolumenti. Se ne è andato Higuain e la Juve sta trattando con Khedira che ovviamente non intende rescindere. L’Inter ha circa trenta giocatori che sembrano un po’ troppi nel pollaio, intanto Vidal sbarca a Milano e realizza almeno uno degli obiettivi di Conte.

La situazione mercato sarà il vero motore di queste due settimane. Dopo di che, una volta giocate le prime tre giornate con la pausa di ottobre si dovrebbe avere una fisionomia definita su quello che sarà l’assetto generale della stagione perché se per alcuni siamo ancora all’alba del torneo altre squadre vedranno sorgere il primo sole il prossimo fine settimana.

Alla prossima,

Gianni Bandiera

perlavalbaganza