Commento alla giornata di serie A (di Gianni Bandiera)

Fermi tutti, o quasi!

Il turno di campionato di serie A terminato con il match tra Toro e Milan (2-1 il risultato finale che fa sprofondare il Milan nel pantano delle polemiche chiude la quinta.

Non tutte le squadre hanno suonato una grande sinfonia. Non poche hanno preso delle stecche importanti. Anche se il tempo per recuperare esiste se non entra nel vizio della tragedia. La classifica è ancora una matassa da sbrogliare, la classifica è cortissima. Sarà il tempo a sgranare i valori in campo.

Lo stesso turno ha dato alcune risposte, provvisorie per carità, come il clima di questo inizio autunno.

Ci sono alcune curve pericolose che gli allenatori conoscono come le loro tasche. I turni pre o post partite europee e quelli infrasettimanali sono tra i più temibili. Passare indenni tra le chicane del campionato dimostra a che punto è arrivato il lavoro. Le dosi massicce di turn-over sono necessarie a dare fiato ai presunti titolari e a vedere a che punto sono i probabili rincalzi.

Il Napoli e la Roma sbagliano match. Entrambe hanno avuto il predominio territoriale, ma entrambe erano appannate nei loro uomini cardine. Checché se ne dica gli impegni ravvicinati mordono idee e gambe. Le azioni da gioco che fatte quando le energie sono più alte, sembrano al rallenty o comunque con meno mordente e meno lucidità.

Chi non sembra sentir ragione del turno infrasettimanale o di altri alibi è l’Inter che vola a punteggio pieno. La Lazio giocava senza Immobile messo dietro la lavagna per la protesta andata in onda nel turno precedente post sostituzione. Eppure, la stessa Lazio non giocava male, sprecava occasioni o trovava la strada sbarrata dalla migliore difesa in circolazione con Handanovic versione saracinesca. Conte getta fiumi di acqua sul divampante fuoco. Fa paragoni con le altre ’Inter’ degli anni precedenti quando spesso si arrivava a Natale nelle prime posizioni per poi crollare. Una malattia che lo stesso Conte e la società sembrano in grado di riuscire a neutralizzare.

La Juve ha giocato martedì a Brescia. Il goal a freddo di Donnarumma sembrava mettere qualche dubbio alla tenuta psicologica e se gli schemi di gioco avrebbero sopperito alla bisogna. La tentazione di tornare sul vecchio gioco Allegriano è stata smentita nei fatti. La palla girava e quando era il caso si verticalizzava. Dybala non faceva rimpiangere Ronaldo e Ramsey dalla trequarti dava un nuovo volto al gioco. Sarri non sembra quini ancorato a uno schema fisso. Indietro di condizione Rabiot, ma le variabili in casa bianconera (anzi bianco rossa- oscene le maglie della Juve di quest’anno) sono tantissime.

Il Parma vince solo all’ultimo respiro un derby combattuto con il Sassuolo, tra goal annullati, un rigore parato e autogol finale si è assistito a un ampio ventaglio delle probabilità del gioco pallonaro.

La classifica è cortissima, dietro il Lecce vince per la seconda volta fuori casa. L’avevamo data tra le sicure in B ma dobbiamo tirarle via la nomea di Cenerentola del torneo. Vincere a Ferrara non è facile per nessuno. La Fiorentina torna alla vittoria dopo molti mesi – si era a febbraio – e rimette nei guai la Sampdoria. Dall’ultima (la Sampdoria) alla sesta (la Roma) ci sono solo tre punti di differenza.

Il prossimo turno inizierà sabato per un’altra tre giorni di pallone rotolante. Spiccano il testa coda Sampdoria Inter, la Juve ospita la Spal, e un interessante Milan Fiorentina. Chiuderà il turno proprio il Parma ospitando il Torino lunedì sera. Quindi largo alle coppe.

Gianni Bandiera

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