Commento alla serie A (di Gianni Bandiera)

C’era una volta il campionato italiano. Decenni di catenaccio, zero a zero, partite da under come direbbero gli scommettitori, poi arrivò Sacchi e qualcosa iniziò a cambiare. E però da Sacchi e quel Milan sono passati decenni. E che poi Sacchi aveva Maldini; Baresi e Costacurta, mica la banda del buco.

A vederlo oggi il campionato di serie A non sembra neppure lo stesso. 5-2, 4-1, e 3-2 e 2-3 come se non ci fosse un domani. Piogge di goal, anzi torrenti, fiumi esondanti di reti.

Il Covid, si dirà. Ma se c’è una cosa in cui il Covid non c’entra è proprio la capacità delle squadre di difendere a meno che i difensori non abbiano preso alla lettera il termine distanziamento a un metro se non due, dall’avversario.

Ci sono troppi stranieri si dirà. E questo forse è un motivo più plausibile che da noi sin da piccoli si è sempre curata la parte difensiva. E se i difensori sono tutti stranieri, o quasi, eccolo lì il motivo. Che da noi i campionati li vincono quelli con la difesa più ermetica.
E infatti…

Cera una volta la Juventus e qui non bisogna andare a scavare negli archivi che la Juve ha vinto così molti degli ultimi nove scudetti, Uno a zero e tutti a buttare palla in tribuna. Mentalità da provinciale ecc. ecc.

Ma i giornalisti, la critica, il tifoso dal palato sopraffino non lo capiva quell’1-0 troppo antico, come se la vittoria machiavelica fosse ormai da mettere in qualche parte dell’armadio insieme alla naftalina.

E infatti a Torino arriva un profeta – Sarri – ma dura un anno.

E ora Pirlo di cui non si capisce ancora nulla tranne la sofferenza di una squadra che ha rinnegato tutto e forse anche il suo essere vincente.

Il pari a Crotone non fa scalpore in sé che un pari contro la neopromossa non è fatto storicamente nuovo, quanto l’idea di un calcio che non esiste. Chi ha visto la partita non ha potuto non notare la mancanza di idee, altro che di gioco.

Se volessimo esasperare i concetti moderni del gioco del calcio avremmo due maxi-categorie da un alto Klop dall’altro Guardiola.

Se il primo esalta la velocità degli uomini il secondo esalta la manovra collettiva. In uno corrono di più i giocatori nell’altra gira il pallone, come in un orologio.

Entrambe le filosofie non possono prescindere dai piedi degli interpreti. I Giocatori devono fare cose che abbiano un senso, il pallone non deve mai stare più di due secondi al proprio piede. Bene, la Juve di oggi è una accozzaglia di calciatori che portano palla e lo fanno abbassando la testa finendo imbottigliati in qualche ingorgo. Che poi la classe del singolo possa fare vincere le partite è altra storia. Ma se c’è una cosa che il calcio moderno insegna è proprio la velocità di pensiero e quindi di azione. Ovvero: idea- pensiero- azione. Diamo tempo a Pirlo di mostrarci le sue idee non potendo fare a meno di notare come la cessione di Pjanic sia al momento la mancanza più grave al nuovo impianto di gioco.

Questo turno ha visto anche la caduta di due tra le maggiori pretendenti alla vittoria finale. L’Inter ha perso malamente il derby. Doppietta di Ibra e goal di Lukaku il tabellino de Roi.

L’Inter ha preso altri due goal portando a 12 i goal subiti, ovvero la media di due a partita. Da una squadra allenata da Conte sembra quasi una bestemmia.

E infatti, da quelle parti qualcuno rimpiange Godin.

L’Atalanta viene rullata dal Napoli che ne fa quatrro in un solo tempo e gioca come se l’Atalanta fosse il Napoli e non viceversa.
In vetta troviamo la strana coppia: Milan Sassuolo. Il Milan addirittura con punteggio pieno e… udite udite un solo goal al passivo. Il Sassuolo che sembra l’Atalanta di qualche mese fa ribaltando il 3-1 di Bologna in un roboante 3-4.

La Lazio continua a giocare come dopo la fine del lockdown perdendo malamente contro la Sampdoria. Una squadra che ha perso gioia e va in campo come brutta controfigura di quella di un anno fa.
In coda l’Udinese batte il Parma e il Torino perde l’ennesima partita, questa volta per opera del Cagliari in casa e resta desolatamente al palo a zero punti. La situazione di Giampaolo è già precaria e siamo solo a metà ottobre.

Domani tornano le coppe e vedremo se le malate, Atalanta, Inter, Lazio e Juve, sapranno rinascere al suono della musichetta o se il problema è da allarme rosso.

Il prossimo turno vedrà il quasi testa coda Sassuolo -Torino, Genoa-Inter, Parma-Spezia, il derby campano Benevento-Napoli, e Juve-Verona.

La giornata finirà lunedì con il big match Milan-Roma.

Alla prossima,

Gianni Bandiera

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