Commento alla XXVIII giornata di serie A (di Gianni Bandiera)

La Ventottesima di serie A si è chiusa con il rocambolesco e ingiusto risultato del Tardini dove un Parma pimpante perde contro una Inter per lunghi tratti alle corde. Prima De Vrij pareggia con colpo di testa sottomisura il vantaggio segnato da Gervinho e quindi a pochi minuti dal termine, va in vantaggio con il neo entrato Bastoni. Due goal di difensori che hanno sofferto per l’intero match e che hanno sopperito in attacco alle mancanze dei potenziali goleador. Lautarto Martinez non è ancora tornato ai livelli pre Covid, mentre Lukaku sembra macchinoso e viene servito poco e male.

Si tratta di un campionato che tecnicamente soffre del gran caldo che sta abbracciando l’Italia e di una preparazione tecnico atletica non propriamente ideale. Inoltre, le squadre che hanno rose più risicate, devono fronteggiare un ritmo serrato non abituale per chi non parttecipa agli impegni europei.
Partendo dagli inizi, la Juve ha aperto il turno battendo il Lecce dopo un avvio oltremodo stentato. Un’espulsione dopo la mezz’ora spinge la squadra salentina ai margini della propria area, ma la Juve fatica e non inganni il roboante 4-0 arrivato quando ormai i cambi avevano allargato il gap. Higuian e Douglas Costa sono stati panchinari occasionali.
Se la Juve ride, stava per piangere la Lazio trovatasi in svantaggio di un goal contro la Fiorentina. Ribery fa una serpentina sul lato corto e si accentra buggerando tre difensori e insaccando sul primo palo. Un goal su generoso rigore segnato da un Immobile in ombra e un tiro di Louis Alberto finito nell’angolino basso, danno ancora una speranza alla squadra dell’acquilotto. Quattro punti da recuperare possono essere pochi o tanti dato che mancano nove partite e uno scontro diretto che si giocherà il 20 luglio a Torino.

Detto del Milan che abbatte una Roma lenta e con poche idee e con un Rebic che sta sopperendo alla mancanza di Ibrahimovic, bisogna iniziare a affrontare seriamente la questione Atalanta. Una macchina, quasi, perfetta che abbatte l’ostacolo Udinese, segnando goal a raffica e sciorinando il gioco di gran lunga migliore di questo finale di campionato, non è più un caso momentaneo. Dalla ripresa l’Atalanta ha segnato dieci goal in 3 partite, soffre in difesa ma ne fa sempre uno, o più, dell’avversario. Questo potrebbe anche darle delle chance in campo europeo dove rappresenterà la mina vagante. Corsa, tecnica e poca pressione potrebbero essere un cocktail vincente specialmente ora che le tifoserie non sono più un fattore. Un conto è giocare di fronte a spalti europei gremiti di pubblico, altro andare a giocarsela nel vuoto assoluto.

L’Udinese ha provato a rimanere in partita ma non ce l’ha fatta e ora vede assottigliarsi il vantaggio sulle inseguitrici – le due genovesi appaiate a quota 26 e il Lecce a 25 punti. Tra queste scenderà almeno una, sempre che Brescia e SPAL non facciano una rimonta monstre.

Domani torna il campionato che vedrà impegnate le prime due della classe.
La Lazio impegnata a Torino sponda granata e la Juve nel fortino, negli ultimi anni indigesto, in quel di Genoa, faranno di tutto per mantenere altissimo il ritmo; eventuali passi falsi potrebbero essere fatali, per quanto se c’è un insegnamento che sta arrivando dal campionato più pazzo dal dopo guerra è proprio quello di non dare mai nulla per scontato e questo sia nel corso di una partita che di un filotto di partite compresse come mai prima nella storia del calcio moderno.

Altri match da non perdere: Parma Verona mercoledì mentre giovedì ci sarà un Atalanta Napoli che promette spettacolo.

Alla Prossima.

Gianni Bandiera

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