Consiglio comunale: manca numero legale

26/01/2010
h.19.00

Via Venezia, via Trieste, il Palazzo del Governatore ed i problemi dei consiglieri nel ricevere informazioni sulle aziende partecipate: questi i temi più rilevanti trattati nella prima parte del consiglio comunale del 26 gennaio, quella dedicata come di consueto ad interpellanze e comunicazioni. Le prime interpellanze sono del consigliere del Partito Democratico Massari, che chiede informazioni sulle ipotesi di zona 30 nelle due citate vie del quartiere San Leonardo, suggerendo anche la delocalizzazione del deposito di carburante; l’assessore alla Mobilità Mora spiega che si arriverà probabilmente a questo tipo di limitazione del traffico ma non nelle due strade, bensì nelle vie limitrofe, e scatterà solo al termine dei lavori delle STU nella zona.
Ablondi di Rifondazione Comunista interroga sul cambio di destinazione d’uso del Palazzo del Governatore, che ritiene sia uno “spreco di denaro pubblico”. L’assessore alla Cultura Sommi risponde che “è semplicemente l’ampliamento di una felice intuizione della scorsa amministrazione, che ebbe l’idea di dedicare l’edificio all’arte contemporanea. È un ampliamento richiesto dai tempi e non è uno spreco di denaro pubblico ma un notevole risparmio”, perché ad ogni mostra permetterà di risparmiare centinaia di migliaia di euro.
Ancora Ablondi lamenta la mancata ricezione di informazioni richieste al presidente di STT. Il presidente del consiglio Ubaldi si associa alla lamentela, perché “in questa situazione non si può andare avanti”, e si dice intenzionato a segnalare il problema (che non riguarda la sola STT) agli organi competenti ed a valutare con i capigruppo un’eventuale mozione di censura.
Successivamente la seduta è stata sciolta per mancanza di numero legale quando la minoranza è uscita dall’alta sulla delibera sul regolamento dell’Istituzione Biblioteche. Il Consiglio comunale sarà riconvocata per domani.

Ufficio stampa del Comune di Parma: “A proposito di quanto avvenuto oggi in Consiglio Comunale attorno al contratto di affitto della sede di Stt, si precisa che la richiesta del consigliere Ablondi, inviata a fine dicembre, è stata erroneamente indirizzata alla Segreteria dei Gruppi Consiliari e al presidente di Stt invece che al Segretario generale come previsto dal regolamento comunale. Tra le altre cose, il documento richiesto (contratto di locazione della sede di Stt) è atto registrato e pubblico consultabile da chiunque attraverso l’Ufficio del Pubblico Registro. E quindi nessuna ragione poteva esservi a negarne l’accesso. Pertanto si richiamano i consiglieri a seguire le procedure corrette nella richiesta di accesso agli atti”. 
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26/01/2010
h.22.15

I sottoscritti Gruppi consiliari non hanno partecipato al voto sulle modifiche al regolamento dell’Istituzione Biblioteche per il contrasto sulla modifica che introduce, in luogo di un gettone di presenza di € 70 lordi, un’indennità di carica pari al 40% di quella dell’Assessore del Comune di Parma a favore del Presidente o di un Consigliere del C.d.A. delle Biblioteche.
Tale modifica, è un esempio classico dei costi indebiti della politica e non ha giustificazione di sorta. L’Istituzione Biblioteche è un’entità interna al Comune; i suoi Consiglieri di Amministrazione devono essere scelti tra persone qualificate, così come previsto dagli indirizzi votati dal Consiglio Comunale; l’incarico è onorario e non è professionale.
In questo contesto, quale giustificazione ha il riconoscimento, tra l’altro ad uno solo (?!?) dei Consiglieri di Amministrazione, di un’indennità di carica non inferiore (probabilmente per difetto) a circa 700 € al mese, e che la norma regolamentare “aggancia” ai requisiti professionali che devono esser posseduti per essere nominati consiglieri? Come, peraltro, si giustifica uno “stipendio”, tenuto conto che le funzioni tecniche sono svolte dal personale dipendente del Comune? In nessun modo.
Il Presidente o il Consigliere di Amministrazione di un’Istituzione come le Biblioteche, infatti, non può né deve diventare una sorta di Co.Co.Co..
Scegliere questa strada significa andare incontro ad una logica di favore, che si commenta da sola.
Di fronte alla Maggioranza, che ha rifiutato l’invito a riflettere sulla proposta ed a rinviare il voto e che, di tutta risposta, si è limitata a ricordare che la stessa disposizione è già stata approvata per la Casa della Musica, la presa di distanza non poteva che essere assunta nella forma più chiara ed evidente, anche per segnare la contraddizione di una Maggioranza che pretende di imporre soluzioni assurde e che non ha l’autosuffiecienza numerica per farle passare.
Il senso delle istituzioni si dimostra anche evitando l’assunzione di atti come quello considerato.

Giorgio Pagliari, Capogruppo PD
Marco Ablondi, Capogruppo PRC
Maria Teresa Guarnieri, Capogruppo Altra Poltica
Gabriella Biacchi, Capogruppo IDV 

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