Coronavirus, Incerti (Federalberghi): “A Parma la situazione è drammatica: cancellato il 90% delle prenotazioni negli alberghi al 31 marzo. Arrivano disdette anche per il Festival Verdi di ottobre”

Nella foto: Emio Incerti, Presidente Federalberghi Parma

Stanze vuote e alberghi deserti: questo è il magro bilancio dei primi 5 giorni di Covid-19.

Il Coronavirus contagia anche Parma 2020: da venerdì sono arrivate le prime disdette agli alberghi della città e non solo. E oggi sono state cancellate l’80% delle prenotazioni fino al 15 marzo, il 90% fino al 31, ma il dato definitivo lo si avrà fra qualche giorno, perché le opzioni di cancellazione non sono già scadute per tutti gli utenti.

“La situazione è drammatica – spiega a ParmaDaily Emio Incerti, presidente di Federalberghi – a Parma, ma anche a Piacenza e Reggio Emilia. Il problema è che si è talmente diffusa la psicosi che stanno cancellando anche le opzioni gratuite a aprile, maggio e durante il Festival Verdi che è a ottobre”.

Incerti è molto preoccupato per le aziende maggiormente strutturate, quelle con diversi dipendenti: “Per questo mese abbiamo cercato di smaltire ferie arretrate, ma non è una soluzione che potrà protrarsi a lungo. Abbiamo già partecipato a un tavolo per gestire l’emergenza con il Comune di Parma, ma dobbiamo aspettare le decisioni di Regione e Governo”.

Se fino a venerdì 21 febbraio il titolo di Capitale italiana della Cultura aveva portato in città molti turisti con un incremento dei pernotti rispetto agli anni precedenti – come ci ha confermato Incerti – ora le prospettive sono desolanti. “Purtroppo ci viene a mancare non solo il turista, ma anche il cliente abituale che è quello business, lo zoccolo duro della nostra attività. Credo che sia stata gestita malissimo questa emergenza, sia nelle decisioni prese che nella comunicazione – commenta il presidente di Federalberghi”.

Forse di questo ci si è accorti anche ai piani alti e, infatti, nelle ultime dichiarazioni il Coronavirus è stato declassato a “poco più di una banale influenza”.

Medici, biologi e autorità a tutti i livelli sembrano convergere su questo.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha chiesto di smorzare i toni, spuntano quindi dati più rassicuranti: guarigione nel 95% dei casi. Ciò accade per tranquillizzare i cittadini – che sono stati presi da psicosi collettiva e hanno svaligiato negozi di alimentari (leggi: Coronavirus: presi d’assalto il supermercati di Parma, come se si dovesse affrontare l’Apocalisse. FOTO. I commenti di Esselunga, Coop e Banco Alimentare) e farmacie prima di chiudersi in casa – o perché ci si è resi conto delle conseguenze sull’economia? Economia che secondo l’Ocse, già nelle previsione di inizio febbraio, era l’ultima per crescita (le stime erano allo 0,4%).

Già prima del contagio in Italia, era stato stimato che la diffusione del Covid-19 avrebbe esposto la nostra economia a un crescente rischio di rallentamento, perché la Cina è il quinto mercato extra UE per il Paese.

Oltretutto, la Regione con il maggiore grado di esposizione sul mercato cinese è proprio la nostra: l’Emilia-Romagna, con esportazioni manifatturiere che valgono l’1,4% del valore aggiunto regionale. Fra i territori provinciali più esposti sul mercato cinese c’è anche Parma che è all’11° posto con 1,7% a fronte di una media nazionale dello 0,8%.

Oggi siamo il terzo paese al mondo per diffusione del contagio, mentre scriviamo i positivi ai test sono 378.

La principale conseguenza è che in questo momento non siamo più noi ad alzare barriere in ingresso, ma è il resto del mondo che chiude le frontiere agli italiani, mette in quarantena, blocca i convogli ferroviari. E l’immagine del Paese, del made in Italy e inevitabilmente di Parma 2020 ne risentono e ne risentiranno pesantemente.

Tatiana Cogo

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