Coronavirus: un questionario di Confartigianato per conoscere la situazione delle imprese

Leonardo Cassinelli

“Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato e che vorremmo fossero estese anche alla nostra zona, di sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un efficiente piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura”. Così Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Parma che ha annunciato la richiesta ai propri associati di compilare il questionario ideato per consentire all’associazione di valutare i reali effetti dell’emergenza sanitaria che ha colpito anche la nostra provincia.

“Già nei primi giorni di febbraio, prima degli interventi della Presidenza del Consiglio dei Ministri di contrasto alla diffusione dell’epidemia – ha dichiarato Cassinelli – abbiamo ricevuto segnali dalle aziende di un calo degli ordini nel manufatturiero. Ci è stato inoltre segnalata la mancanza di materiale componentistico elettronico e meccanico di provenienza cinese con conseguente impedimento allo svolgimento delle attività di riparazione. Mentre nelle attività di servizio alla persona si è rilevato una diminuzione dei clienti che va dal 10 al 50%.
Oggi noi vorremmo avere dati certi sulla situazione, per questo chiediamo a tutti i nostri associati di aiutarci, compilando il questionario che abbiamo predisposto, in modo da poter rivolgere ai tavoli istituzionali richieste precise e mirate”.

Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività bloccate, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo.

Le prime misure adottate dalla Regione, tra cui la chiusura delle scuole e l’adozione dello smart work, in concomitanza con la paura diffusasi tra i cittadini, hanno fatto sì che il primo impatto sulle attività rivolte al pubblico fosse devastante. La situazione oggi è un po’ migliorata.

L’Emilia-Romagna concentra il 13,3% delle esportazioni italiane che lo scorso anno hanno avuto una crescita del 4,8% e registra il 9,5% delle presenze turistiche italiane e il 13,9% delle imprese artigiane è interessato dalla domanda turistica.

Parma, in particolar modo negli ultimi anni, ha avuto una crescita del turismo e nel 2020 contava su un ulteriore incremento grazie alla nomina a Capitale italiana della Cultura.

Potremo valutare il danno economico solo tra qualche mese ma è certo che la crisi da coronavirus amplifica già i segnali di debolezza del ciclo economico: l’analisi dei dati pubblicati da Eurostat nei giorni scorsi evidenzia nel 2019 una flessione del 2% della produzione manifatturiera in Eurozona, appesantita dal forte calo (-4,5%) rilevato in Germania e sul quale ha influito la caduta del 14,5% della produzione di autoveicoli. Questa frenata della manifattura tedesca coinvolge in pieno le imprese che abitualmente esportano verso la Germania. Molte delle PMI del territorio lavorano in subfornitura per ditte tedesche (circa 45% degli ordini). Il fatturato di 1 mese, equivale all’8,2% del totale annuo. “Se le esportazioni subiranno il freno di cui si è avuta percezione in questa prima settimana, le conseguenze per l’economia provinciale, regionale e dell’intera nazione potrebbero essere disastrose – conclude Cassinelli”.

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