Cura agli animali selvatici feriti, Rainieri (Lega): “Quei rimborsi…”

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“Continua il pasticcio della Regione sul servizio di raccolta e trasporto degli animali feriti per la provincia di Parma. Ma non solo il servizio è attivo soltanto in 21 comuni della provincia su 45, ora si scopre che l’organizzazione di volontariato reggiana che effettua il servizio per quei soli 21 comuni e per circa 9 mesi prende rimborsi come se lo effettuasse per tutta la provincia e per tutto l’anno”.

Con queste parole il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, ha annunciato i contenuti della nuova interrogazione che ha presentato sulla spinosa e ancora irrisolta, almeno parzialmente, questione del servizio di raccolta e trasporto presso i centri autorizzati per il soccorso di capi di fauna selvatica feriti o in difficoltà.

“L’assessore regionale all’agricoltura ed alla caccia Simona Caselli aveva giustificato la mancata copertura del servizio con l’assenza di manifestazioni di interesse da parte di locali organizzazioni di volontariato perché volevano più soldi rispetto a quelle delle altre province – ha quindi proseguito il consigliere regionale leghista – Però all’Associazione che ha sede a San Polo d’Enza e si è presa l’incarico praticamente fino al Taro vengono dati gli stessi soldi che inizialmente erano previsti per chi l’incarico se lo sarebbe preso per tutto il territorio provinciale di Parma e non solo per la sua metà. Alla Giunta regionale ho quindi chiesto quanto ha intenzione di spendere per coprire il servizio nei 24 comuni dove è scoperto. Se risponderà come penso che troverà risorse aggiuntive avremo la riprova che prevedendo qualche risorsa in più fin dall’inizio per gli animali feriti in un territorio più esteso ed impervio di quello di altre province, le manifestazioni di interesse vi sarebbero state fin da subito e il servizio non sarebbe stato vacante totalmente per i primi tre mesi dell’anno e non si ancora fino a quando, per una buona parte del territorio.

C’è poi un altro problema, quello che riguarda le cure agli animali che vengono raccolti. La convenzione con l’associazione di San Polo prevede che essa li porti nel proprio centro di recupero appunto in quel comune reggiano e non presso i centri di recupero per animali selvatici (CRAS) presenti sul territorio di Parma che sono tre e anche loro convenzionati con la Regione. Ho quindi chiesto nell’interrogazione spiegazione di come sono rendicontati i rimborsi per quei tre centri a cui non possono essere portati gli animali”.