LOGIN
Rubrica di tecnologia ed informatica a cura di Digilan.
___
24/04/2009
h.17.00
L’idea di una tuta per il sesso virtuale non è nuova, era stata proposta dal transgender bolognese Helena Velena ben più di 10 anni fa.
Prima ancora nel 1974, si parlò di Teledildonics o teledildonica, termine coniato da Ted Nelson (l’inventore del termine ipertesto e ideatore del progetto Xanadu destinato alla costruzione di un archivio mondiale, multimediale e ipertestuale).
Con Teledildonics, Nelson voleva intendere un sistema capace di convertire segnali audio in sensazioni tattili, provocando così un surrogato virtuale dell’esperienza sessuale, fisicamente intesa come tale. In parole povere concepì un apparecchio che permettesse alle persone di fare sesso pur essendo distanti.
La novità quindi non è nell’idea in se, ma nell’utilizzo di nuovi materiali e tessuti sempre più raffinati, nell’utilizzo di attuatori , sensori ed elettrodi sopraffini e quasi diabolici nel loro utilizzo!
Così si è arrivati ad avere una tuta per esperienze erotiche nei vari mondi virtuali che popolano il web. Il tecnosesso è la possibilità di ottenere brividi di eccitazione e di piacere in una comunione di sensazioni eccitanti senza alcun contatto fisico.
Milioni di persone partecipano a giochi su Internet in cui è possibile creare un personaggio e fargli vivere sullo schermo del computer qualsiasi genere di esperienza, incluso incontrare un partner, corteggiarlo, baciarlo, andarci a letto. Ma l’esperienza, finora, è limitata all’ambito digitale: qualcuno si eccita sicuramente assistendo alle imprese amatorie del proprio “avatar”, come vengono chiamati gli alter ego creati sul sito Second Life, ma per sentirsi coinvolti bisogna affidarsi all’immaginazione.
Ma potrebbe non essere più così. Kevin Alderman, già considerato il re del cybersesso per i prodotti virtuali che mette in vendita – in cambio di denaro reale – sul web, ha messo a punto una tuta interattiva che permette di provare fisicamente le sensazioni vissute dal proprio personaggio sullo schermo. In pratica, se il personaggio riceve una carezza, il giocatore, seduto davanti al computer con la tuta indosso, la sente sul proprio corpo. E così via, con una serie di crescenti sollecitazioni, dalla testa ai piedi, passando per l’apparato genitale.
Il futuro del sesso, predice Alderman, è questo: “La tecnologia migliorerà ancora, la tuta verrà miniaturizzata, i costi diminuiranno. Niente sostituirà mai del tutto il contatto fisico tra due corpi, ma gran parte di quello che definiamo sesso avviene nella mente e se possiamo rendere più reale l’eccitazione mentale saremo in grado di offrire un’esperienza sessuale estremamente intensa e stimolante”.
All’indomani del caso della coppia che ha divorziato perché lui tradiva lei, sebbene solo digitalmente, il tele-sesso cibernetico potrebbe aprire nuove frontiere. I soldati che passano mesi al fronte lontano da casa non si sentirebbero più soli, scrive l’Independent. E le spogliarelliste che fanno lo strip-tease davanti a una web-cam avrebbero un’opzione in più da vendere alla loro clientela.
Dopo tutto ciò viene da chiedesi se la stimolazione sensoriale delle tute cibernetiche nel sesso si ripercuoterà in qualche modo anche sulla dimensione tradizionale del rapporto sessuale, che invece mette in gioco direttamente i supporti fisico-biologici. Tutto ciò a riprova che la nostra attività è ormai sempre meno determinata dai canali biologici ed è sempre più indirizzata verso una innalzamento e verso un ampliamento, verso una ipertrofia della dimensione culturale.
Quindi benvenuti nel mondo della Teledildonica. Nessun pericolo di malattie, nessuna gravidanza indesiderata, nessun imbarazzo la mattina dopo, e probabilmente nessuna intimità. Una gran tristezza o futuro prossimo annunciato?