Degrado via Garibaldi, “Parma dove sei?”

03/01/2009
h.15.20

Dal 1981 la mia famiglia gestisce in via Garibaldi l’hotel Savoy, fino all’87 limitatamente a via XX Settembre.
Tanto tempo è passato, innumerevoli trasformazioni hanno mutato volto alla Parma di allora, una città che non conosceva le code ai semafori ne i problemi di parcheggio, che proponeva ancora tanti negozi nei piccoli borghi storici e nessun centro commerciale aveva ancora fagocitato le piccole attività.
La modernità ancora non ci aveva toccato, e ci si beava sonnacchiosi nel proprio benessere, senza tendere le orecchie ai segnali del mondo in tumultuoso avvicinamento. Poi nei giro di dieci anni la svolta della globalizzazione ha toccato l’Italia travolgendo anche Parma nella sue trasformazioni, che hanno inevitabilmente coinvolto anche la nostra attività.
Crediamo ancora fermamente nel nostro lavoro nel centro storico, qui abbiamo investito e tuttora investiamo difendendo le conquiste della nostra vita. Quotidianamente ospitiamo clienti dall’Italia e dall’estero, spesso in arrivo dalla stazione ferroviaria. Oggi con fatica ribadiamo loro e li rassicuriamo sul concetto di Parma città sicura e accogliente, ma camminare verso il centro monumentale lungo via Garibaldi è diventata una minaccia a queste sicurezze, assistere a questo soverchiante degrado mina le basi stesse delle nostre convinzioni.
Dove sei Parma?
Dobbiamo rivendicare la bellezza del nostro centro, delle sue tradizioni, del suo modo di vivere, del suo modo di mangiare, valori impagabili e non replicabili altrove, ma dobbiamo farlo coi fatti.
Se un manipolo di commercianti coraggiosi (previdenti?) vuole impegnarsi, noi siamo a disposizione per “fare squadra”, deve venire anche da noi la proposta, dopo la giusta protesta. Ciò significa ridare “identità” ad una strada, programmare eventi, sviluppare idee e far sentire alle Istituzioni che i commercianti “ci sono” e fanno la loro parte, che via Garibaldi è viva e vegeta. Ma principalmente deve tornare un canale di franco scambio di idee, di riflessione condivisa, di “amicizia” a volte anche forzata dal trovarci tutti nella stessa barca. Che oggi vacilla. Si tratta in una parola di metterci “impegno”.

lombatti_mar24