Distretto del Prosciutto: una dimensione vincente

06/05/2009
h.15.40

“Il Distretto del Prosciutto non è solo numeri e produzione, ma è anche cultura e tradizione. Da questa considerazione, nasce l’esigenza di indagare il rapporto tra il Prosciutto di Parma e il territorio, per conoscere e capire le origini della produzione, le sue radici, le caratteristiche uniche, e analizzare le ragioni di questo successo”, così il sindaco di Langhirano Stefano Bovis ha commentato il senso dello studio, presentato oggi in Provincia, dal titolo “Il sistema locale di produzione agroalimentare del prosciutto di Parma: una lettura geografica”, realizzato da due docenti di geografia dell’Università di Parma Isabella Mozzoni e Davide Papotti. All’incontro oltre ai due autori e al sindaco Bovis, hanno partecipato anche il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari e il giornalista Enrico Chierici.
“Lo studio ripercorre e dà valore alla storia, alla mission e al tipo di governance che l’accordo di programma per il Distretto del prosciutto propone”, ha spiegato Pier Luigi Ferrari. “Quello di oggi è un momento di divulgazione rispetto ai risultati di questo percorso comune tra privato e pubblico che porta al Distretto, un percorso in cui la Provincia crede molto e che rappresenta una scommessa economica e ambientale”
Gli autori della ricerca hanno affrontato il tema del governo amministrativo del territorio legato alla nuova realtà dei distretti agroalimentari, quelle aggregazioni territoriali che, “accorpando diversi livelli di governo, comunale e provinciale, si rivelano il meccanismo territoriale di governo ideale e maggiormente adatto per perseguire certe tipicità di produzione , come nel nostro caso quella del Prosciutto di Parma”. Il distretto del Prosciutto visto come una sfida, a partire dal valore del cibo come elemento cruciale di costruzione dell’identità di un territorio e definizione di “immaginario geografico”.
Il Distretto viene analizzato anche come sfida di “governance”, poiché “rappresenta un livello di governo intermedio, del tutto nuovo anche perché misto, in cui convergono attori pubblici e privati”. Una dimensione in cui si concentrano decisioni fondamentali come quelle relative al marketing territoriale, rivolto sia al turismo sia all’incentivazione di nuovi investimenti da parte di soggetti del territorio o esterni. “Il marketing territoriale può contribuire a creare un immaginario territoriale legato a un prodotto tipico, come accade per il prosciutto di Parma, che ha anche accettato la sfida della globalizzazione.
Ma la sfida è anche a livello industriale: “è necessario individuare, concertandole, zone adatte per la produzione – ha aggiunto Isabella Mazzotti – che nello stesso tempo permettano di rispettare paesaggio e ambiente, senza pregiudicare l’attrattiva turistica dei luoghi. Una sfida dunque che diventa anche urbanistica”
Il distretto, hanno concluso gli autori, dimostra di essere all’altezza di queste sfide: un tipo di governo dotato di una dimensione vincente e coerente con la sua missione di valorizzazione della produzione tipica.

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