29/01/2010
h.15.20
“Io quando non vinco sto male – dice il difensore del Parma FC Christian Panucci – ed è anche un modo per caricarsi. Io sono venuto a Parma e vivo per passare le domeniche tranquillo ed arrivare al più presto a 40 punti. E’ chiaro che in questo momento io non sono felice; non sono uno che se ne frega, sono esigente con me stesso, per cui mi prendo le mie responsabilità, come tutti.
Io ho parlato a livello personale: poi è chiaro che io non sono né il salvatore della patria né l’ultima ruota del carro. Mi assumo le mie responsabilità perché credo che la società si aspetti tanto, il gruppo si aspetta tanto, ed in questo momento credo che dobbiamo dare qualcosa di più. Me ne assumo tutte le responsabilità e farò di tutto per cambiare questa tendenza.”
Christian Panucci, crede che l’Inter reduce dal derby e dalla gara di stasera in Coppa Italia contro la Juventus potrà arrivare al Tardini scarica?
“No, non credo. Forse ci può stare, però credo che i nerazzurri siano giocatori abituati a giocare 60 partite a stagione, perciò sapranno sicuramente ricaricarsi e sapranno recuperare. E’ chiaro che qualora dovessero essere un po’ scarichi, a noi farebbe solo comodo, però noi sappiamo che affronteremo la squadra più forte del campionato sia come qualità che come mentalità, per cui noi saremo pronti.”
L’arrivo ormai imminente di Jimenez significa che il Parma getta definitivamente la maschera sui proprio obiettivi stagionali?
“No, io credo che Luis sia un giocatore di qualità che ci darà sicuramente una grande mano, ma fin quando non si arriva alla vetta, che per noi sono i 40 punti, ci può essere una valanga o il tempo brutto: in questo momento c’è brutto tempo, e noi speriamo di far tornare al più presto il sereno.
Ne abbiamo bisogno, non credo che prima eravamo fortissimi, così come non siamo scarsissimi adesso. Manteniamo la stessa voglia di lavorare e sicuramente i risultati arriveranno. Ma prima dobbiamo arrivare a quota 40.”
Contro il Catania è stata la prima volta in cui al Parma sono mancate determinazione e gioco: crede che sia un caso isolato o c’è dell’altro?
“Sicuramente la prestazione del Parma è stata negativa: loro andavano più forte di noi, arrivavano primi su tutti i palloni, e se ci limitiamo alla prestazione di Catania, è tutto un problema, però non è quello il vero Parma, ma quello che ha disputato le prime venti partite della stagione. Cercheremo di fare un po’ di autocritica sia a livello personale che a livello di collettivo cercando di cambiare subito marcia, perché è importante per noi arrivare subito a 40 punti.”
A Catania sono riaffiorati i problemi su palla inattiva…
“Il rigore era sacrosanto, il fallo l’ho commesso io; per il resto è un momento un po’ così; forse i 20 punti ci hanno rilassato un po’. Personalmente io mi sento molto responsabile di questo momento negativo, mi assumo tutte le responsabilità della situazione perché non sto giocando bene, e mi sento il primo colpevole di questo momento, e chiaramente ho una grandissima voglia di cambiare questa tendenza.
Non mi tiro mai indietro dalle responsabilità, perché credo che sia giusto così, non mi tremano le gambe e non mi trema il cervello, ma ho la grande consapevolezza che non sto facendo bene e che devo cambiare il registro sia per quello che si aspetta la società, sia per quello che si aspetta la gente e per quello che mi aspetto io personalmente. Per questo se abbiamo passato un momento negativo, sto facendo di tutto per poterlo cambiare.”
Le parole di Mourinho dopo il derby possono nascondere un disegno per caricare l’ambiente arbitrale in vista dell’arbitraggio di domenica?
“No, non credo. Credo che l’arbitro verrà qui con grande serenità. Mourinho ha detto la sua, e non sta a me dire su è giusto o non è giusto, però io mi auguro e sono sicuro che gli arbitri non saranno influenzati da nulla.”
Il fatto che la squadra ultimamente non stia giocando bene è da imputare a quale fattore?
“Non c’è un motivo particolare: può essere un momento fisiologico, può essere un momento in cui non ci riescono le cose, per cui va così. Chiaramente se come squadra non stiamo facendo benissimo, tutto si ripercuote su tutti i singoli. Non stiamo facendo benissimo come singoli ed il risultato si ripercuote sulla squadra. Assolutamente non c’è alcun motivo calcistico.
Ci sono momenti nell’arco di una stagione in cui non si rende al massimo; me ne so render conto, mi so prendere le mie colpe e la mia responsabilità. Mi metto davanti al gruppo di quelli che stanno giocando male e tirerò il gruppo per poter uscire da questo momento. Ma mi sento il primo responsabile di questa situazione.”
Gli ultimi gol subiti testimoniano che qualcosa nei meccanismi difensivi non ha funzionato…
“Probabilmente è dovuto ad una tranquillità di classifica che avevamo e che inconsciamente ci ha fatto un po’ rilassare. Invece noi dobbiamo tornare a mordere come facevamo prima. Ma non significa che noi scendiamo in campo come quando andiamo in spiaggia; magari è un qualcosa di umano che succede e solo prendendo qualche schiaffo ti accorgi che quello che stai facendo non basta. Non è che non ci stiamo allenando bene: quello che stiamo facendo adesso non basta, bisogna fare di più.”
Dalla partita di andata contro l’Inter, cosa potete prendere di buono per la gara di domenica?
“Se saremo concentrati come lo eravamo stati a Milano all’andata, quando abbiamo subito gol da Eto’o al 70’, su un tiro da grande campione, se saremo quelli vogliosi e determinati, potremo riuscire a fermare l’Inter. Non è semplice, ma questo momento difficile ci deve far ricompattare, tirare su le maniche e dare invece del 100% il 110%.”
Con un po’ più di coraggio in avanti, anche?
“Noi siamo sempre stati una squadra che attendeva e che poi cercava di colpire. E’ chiaro che nel girone di andata creavamo tre occasione e magari facevamo una rete; adesso magari ne creiamo cinque e non ne facciamo neanche una. E’ un momento così, ma noi non dobbiamo perdere la nostra identità, che è quella che ci ha fatto fare 29 punti.
Noi non siamo una squadra che crea 70 occasioni da gol; siamo una squadra che ne crea 4 o 5, e magari sulle palle ferme realizza qualche gol. Dobbiamo tornare a riavere voglia di curare questi particolari, così anche la fortuna tornerà a darci una mano.”
Qual è, in generale, la condizione fisica della squadra?
“Buonissima; ne abbiamo parlato anche con i medici e stiamo tutti benissimo. E’ chiaro che è un momento in cui i risultati non vanno e si tira fuori tutto. Tutto diventa più pesante. Però la nostra condizione è ottima, perché siamo un gruppo che si allena sempre: io sono arrivato a Parma il 31 di luglio ed ho saltato il primo allenamento ieri. E’ un momento fisiologico: probabilmente ha inciso la sosta, le cose non sono girate bene, come contro la Juventus, che ha vinto senza fare un tiro in porta.
A Roma abbiamo subito una rete su calcio d’angolo, ma non c’è stata nessuna squadra che ci ha messo sotto, a parte il Catania, in una partita in cui non l’abbiamo mai presa, e per questo bisogna fare solo i complimenti agli etnei. Per il resto ce la giochiamo con tutti.”
A lei non tremano gambe e cervello: è un discorso che si può allargare a tutta la squadra?
“Non lo so: io quando non vinco sto male, ed è anche un modo per caricarsi, questo. Io sono venuto a Parma e vivo per passare le domeniche tranquillo ed arrivare al più presto a 40 punti. E’ chiaro che in questo momento io non sono felice; non sono uno che se ne frega, sono esigente con me stesso, per cui mi prendo le mie responsabilità, come tutti. Io ho parlato a livello personale: poi è chiaro che io non sono né il salvatore della patria né l’ultima ruota del carro.
Mi assumo le mie responsabilità perché credo che la società si aspetti tanto, il gruppo si aspetta tanto, ed in questo momento credo che dobbiamo dare qualcosa di più. Me ne assumo tutte le responsabilità e farò di tutto per cambiare questa tendenza. Non con presunzione, così come mi so criticare, credo di farcela.”
Qualche ricordo della sua stagione passata all’Inter?
“Di positivo c’era che prendevo la macchina al mattino, facevo colazione a Milano, prendevo la tangenziale ed andavo ad Appiano Gentile. Quando arrivavo ad Appiano, cominciava la voglia di uscire. Scherzi a parte, è stato un anno in cui sono stato benissimo all’Inter, a parte gli episodi con Lippi. Ringrazio Moratti perché mi è sempre stato vicino, ma è stata una stagione sfortunata.
Ero andato a Milano con tanto entusiasmo e sono riconoscente a tutti: contro l’Inter io non ho niente. Ricordo di aver fatto una stagione discreta: ho fatto 27 partite e poi non ne ho più fatta una perché ho litigato. E’ stata una stagione sicuramente non positiva ma è stata una bella esperienza.”
In previsione Mondiali, secondo lei ci sono le possibilità che il suo amico Totti possa essere convocato?
“Io ho il mio pensiero, e dico che sicuramente Totti è un grandissimo giocatore, che sta ancora bene, ma c’è gente che per due anni si è guadagnata la qualificazione: se fossi uno dei 23 e mi togliessero il posto ai Mondiali, sinceramente mi farebbero arrabbiare.
Se io dichiaro di avere chiuso con la Nazionale, devo essere coerente e non andare più in Nazionale. Io la vedo così, poi ognuno fa quello che vuole: l’esperienza mi ha insegnato che tutto si dice e poi tutto si nega. Mi auguro che venga presa la soluzione migliore.”
(si ringrazia fcparma.com per la collaborazione)