Dove sono gli intellettuali e gli imprenditori di Parma?

SMA MODENA
lodi1

02/10/2011
h.11.120

Dove sono gli intellettuali, gli imprenditori, la cosiddetta classe dirigente di Parma?
In questi mesi di crisi economica tremenda e di tsunami giudiziari e politici che hanno portato alle dimissioni del sindaco e ad imporre un ripensamento a 360° del presente e del futuro della città, abbiamo letto gli editoriali di qualche giornalista che dice la sua nei limiti che gli sono consentiti dall’editore, ascoltato la protesta degli indignados sotto i Portici del Grano, assistito ai politici azzuffarsi per difendere o incassare una rendita di posizione elettorale, ma io di analisi e di proposte provenienti dalla cosiddetta classe dirigente locale fatta di intellettuali di destra, di sinistra, di centro, di imprenditori e di “figure di spicco” ne ho sentite poche, forse nessuna.
Non saprei dire se ci siano ancora in altre città, ma sicuramente a Parma di intellettuali veri che hanno l’ambizione di proporre interpretazioni universalistiche, che fanno riflettere l’opinione pubblica, che stanno fuori e contro il Sistema esercitando l’arma della “critica” non se ne vedono.
Al loro posto ci sono gli “intellettualoidi”, ovvero la versione trash degli intellettuali, cioè coloro capaci di elaborare discorsi forbiti davanti alle telecamere di Tv Parma e Teleducato, che hanno buone entrature per scrivere sulla Gazzetta e diventano figure funzionali a gruppi, se non a interessi, particolari. Ma per mantenere quel palcoscenico gli intellettualoidi non solo non possono criticare il Sistema ma devono diventarne parte conformandosi alle sue regole, allinearsi al pensiero prevalente, legittimare lo status quo, ruffianarsi il consenso istituzionale perdendo ogni autonomia.
Sicuramente “l’ideologia del fare” ha dato una spallata forte al mestiere dell’intellettuale, ma probabilmente le ragioni di questo declino vengono da più lontano visto che già nel 1973 Fabrizio De André nella canzone “Il Bombarolo” cantava che gli “intellettuali d’oggi sono gli idioti di domani”.
Ma anche coloro che incarnano “l’ideologia del fare”, ovvero gli attori del mondo economico, a Parma non sono una fucina di idee per la città. A livello nazionale la presidente di Confindustria Marcegaglia ogni giorno lancia ricette, decaloghi e ultimatum… qui da noi ci si concentra più sugli equilibri politici e sugli assetti di potere. A pensarci bene qualche progetto ogni tanto gli imprenditori e i cooperatori lo tirano fuori e lo propongono al Pubblico… putacaso sempre dei project financing che vedono loro come esecutori… eh no, troppo facile!
E così in questo vuoto a sguazzarci e a prendersi tutta la scena è il ceto politico, che se le suona ogni giorno alimentando un mondo tutto suo fatto di schermaglie, di botte e risposte di comunicati stampa la cui importanza non è tanto nel testo quanto nella collocazione in pagina che essi vanno ad assumere sul giornale. Quando manca la sostanza politica è il Sistema della comunicazione a dettare le regole e ad attribuire il valore. C’è solo un dichiarificio quotidiano che giustamente Lenin chiamava “cretinismo parlamentare”.
Almeno in questo gli insegnamenti del Rivoluzione d’Ottobre mantengono tutta la loro attualità.

Andrea Marsiletti