“E’ iniziata la fase decisiva per il futuro del PD”

30/10/2009
h.11.50

Il Congresso non ha avuto l’esito da me auspicato.
Auguro al nuovo Segretario buon lavoro e ringrazio Dario Franceschini, che, con la coraggiosa e defatigante attività di questi otto mesi, ha reso possibile il percorso conclusosi domenica. Spero che il nuovo Segretario gliene dia merito – a nome di tutto il partito – con la dovuta solennità.
Il 25 ottobre è iniziata la fase decisiva per il futuro del PD.
In campo ci sono molte incognite e molti punti interrogativi: inutile nasconderlo.
Credo che saranno centrali e decisive la questione del metodo e dell’indirizzo politico: il partito dovrà essere proiettato e concentrato sulle questioni di merito e fondamentali sul piano socio-economico e dovrà essere capace di proposte concrete e credibili, come tali frutto di scelte e non di equilibrismi.
La caratterizzazione alternativa del PD rispetto all’attuale maggioranza e al suo “progetto” socio-politico deve essere chiara e netta: l’elettorato deve convincersi di poter scegliere tra proposte davvero qualitativamente diverse.
Sotto questo profilo, è necessario che la politica dalemiana della sfinge sia del tutto archiviata: ci vuole strategia e non tattica (con la consapevolezza che anche le alleanze devono essere pensate con riferimento alla prima).
Su questo piano, si giocherà essenzialmente – credo – la tenuta del PD.
Non ho timore ha precisare che, se così non dovesse essere, se mi trovassi ancora di fronte ad un partito dalla linea ondivaga e “inafferrabile”, non troverei più ragione di adesione.
Sul piano interno, il congresso ha dato, democraticamente, una maggioranza e un’opposizione: il gioco sarà accettabile, se sarà realmente democratico e non si muoverà sul piano della “caccia all’oppositore”. Non conosco personalmente il nuovo Segretario, ma mi sorprenderebbe grandemente (e negativamente) se si muovesse secondo la logica dell’emarginazione. Ciò, infatti, vorrebbe dire che il suo obiettivo non sarebbe il PD, ma il ritorno alle precedenti realtà politiche.
Sotto questo profilo, in questa peculiare fase costituente, anche l’opposizione interna deve svolgere un ruolo attivo, sollecitando e cercando il confronto sul merito dei problemi e delle questioni politico-partitiche attuali.
Così, venendo a Parma, per la prossima scadenza congressuale, essendo evidente che lo statuto è un riferimento obbligato, non può essere costruttivo un confronto, che cominci con le eccezioni statutarie: è la “battaglia delle idee”, l’unica da giocare.
Naturalmente, ho parlato a titolo strettamente personale, nessuno – peraltro – potendo parlare a Parma a nome dell’Area democratica di Dario Franceschini.

Giorgio Pagliari

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