“E ora non cambiamo mentalità”

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27/02/2009

(si ringrazia fcparma.comper la collaborazione)

Alessandro Budel, nelle ultime tre partite si è visto un Parma diverso, sotto l’aspetto caratteriale: è cambiato qualcosa dopo il ritiro, oppure è scattato qualcosa dentro di voi?
“Sicuramente la vittoria contro il Grosseto ci ha dato una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi: sappiamo che possiamo fare ancora meglio di quello che abbiamo fatto nelle ultime due partite, però di sicuro queste tre vittorie ci hanno dato tanto soprattutto dal punto di vista morale.
Tre vittorie consecutive non capitano sempre: anche se siamo una squadra che punta a vincere il campionato, non è mai facile vincere le partite, per cui sotto tanti aspetti ci aiutano.
Di sicuro la sconfitta di Ancona era stata la più brutta della stagione: avevamo sbagliato sotto tanti punti di vista, da lì era necessaria una svolta, e credo che la squadra, dal punto di vista caratteriale, l’ha avuta, e ha dato una nuova impronta.”

E’ mutato anche il sistema di gioco…
“Sì, io ora sono un po’ più defilato sulla sinistra, così, a volte, sono un po’ meno nel vivo del gioco, perché,
giocando davanti alla difesa, si ha la possibilità di giocare più palloni, però quelli che si hanno possono essere lavorati qualche metro più avanti e magari c’è la possibilità di andare più spesso al tiro o al cross o di effettuare passaggi importanti.
Con Castellini mi trovo bene: il merito va anche a lui che si propone sempre e crea una superiorità numerica in quella zona del campo, per cui riusciamo ad arrivare spesso al cross.”

Davanti alla difesa abbiamo visto sia Lunardini che Alessandro Lucarelli: lei non ha reclamato quel posto?
“Io non ne ho parlato, comunque anche l’anno scorso, ad Empoli, mi è capitato spesso di giocare mezzala sinistra; poi dipende dalla partita, ce ne sono alcune dove preferirei giocare davanti alla difesa, tipo quelle in cui si fa fatica a sviluppare il gioco, e quindi rimango un po’ escluso dallo stesso, perché non è che ci si possa muovere tanto dalla propria zona; però, se ci sono partite nelle quali si ha spazio, o nelle quali si può partire in contropiede, tipo quella col Grosseto, nella quale eravamo passati subito in vantaggio, giocare in quella zona un po’ più avanti è sicuramente meglio.
Tra le due posizioni preferisco quella davanti alla difesa, però bisogna mettersi al servizio della squadra e dell’allenatore e a me piace giocare anche in quella zona.”

Il fatto che ora il Parma riesca a variare spesso sistema di gioco è un altro segno di maturità…
“Sì, credo che i meriti di questo vadano al mister, già dal suo primo giorno abbiamo fatto tante prove, sia con una difesa a quattro che con una difesa a tre, sia con un centrocampo a tre che a due, quindi ci siamo preparati da subito, in particolar modo in difesa, perché per noi a centrocampo non cambia molto tra giocare a due o a tre; magari con il mediano davanti alla difesa si è più coperti e si ha più possibilità di spingere. Ora, se il mister dovesse cambiare anche in partita sistema di gioco, noi saremmo pronti, li abbiamo provati tutti, dal 3-5-2 al 3-4-3, con o senza la mezza punta, credo che la squadra abbia seguito il mister fin dal primo giorno.”

Si sentirebbe a suo agio in una posizione davanti al centrocampo?
“Mi piacerebbe, ma credo che la fase offensiva di una squadra non debba avere un punto di riferimento, ho visto la partita tra Inter e Mancherster Utd. e quest’ultimo non ne aveva, Cristiano Ronaldo spaziava su tutto il fronte d’attacco, da destra a sinistra.
Quando uno ha la palla, bisogna cercare gli spazi giusti, quindi, per fare un esempio, può capitare in una fase offensiva di trovarmi nel ruolo di mezza punta e magari in un’altra azione trovarmi in quello di mezzala e un mio compagno a fare la mezza punta.
Sicuramente, in questo modo saremmo facilitati tutti nel possesso palla, e penso che questa caratteristica ancora non sia nostra: spesso non creiamo tante possibilità di creare gioco a chi porta palla, siamo forse ancora troppo statici, non ricerchiamo lo spazio, non ci smarchiamo.
Questo motivo porta a fare un gioco non proprio spumeggiante, ma non per mancanza di personalità, perché in questa squadra tutti hanno giocato tantissime partite. Quando una squadra sviluppa gioco, si può giocare anche come difensori centrali, se c’è entusiasmo durante la partita ci si può divertire in qualsiasi ruolo.
Per noi, oltre ad essere un lavoro è un gioco, quindi se lo si fa con entusiasmo e divertendosi, si riesce, a mio parere, ad arrivare ai risultati più facilmente.”

Questo gioco poco spumeggiante deriva dalla condizione fisica o da quel blocco psicologico che da inizio stagione ogni tanto si fa vivo nella squadra?
“Senza dubbio, noi abbiamo cominciato il campionato con un blocco psicologico enorme, dovevamo ammazzare il campionato ed invece siamo partiti malissimo, quindi si sono accumulate molte tensioni.
Se fossimo partiti subito bene, dando qualche punto alle inseguitrici, sarebbe stato tutto differente. Ora, più passano le partite e più si ha l’obbligo di vincere e questa cosa non aiuta sicuramente il gioco e comunque tanto dipende da questo blocco psicologico che ci portiamo dietro da inizio stagione.
Quindi, penso che la condizione fisica non c’entri molto, a volte corriamo molto di più di quello che servirebbe perché se tenessimo più palla noi e costruissimo più azioni, senza dubbio correremmo di meno.

Cosa cambierà nell’affrontare due squadre che lottano per la salvezza, anziché una diretta concorrente come lo era il Brescia domenica sera?
“A mio parere non dovremmo cambiare mentalità nell’affrontare il Modena, il Treviso o il Brescia. Dobbiamo giocare ogni partita nella stessa maniera: ci siamo scottati già parecchie volte, l’ultima ad Ancona dove non abbiamo approcciato bene la partita e si sono visti i risultati.
Dobbiamo avere una mentalità vincente da qui alla fine, andare su tutti i campi a cercare la vittoria fino alla fine, mettendo sotto gli avversari perché, secondo me, ne abbiamo la possibilità e tante volte non dimostriamo tutta la nostra forza.”

All’andata, quella con il Modena è stata la prima partita dell’era Guidolin: che difficoltà si aspetta sabato?
“Mi ricordo che all’andata sono stati bravi in particolar modo nei contropiede, Biabiany ha fatto una grande partita, è un giocatore molto veloce, poi Bruno è un attaccante di categoria.
Penso che meriti un posto in classifica migliore di quello che occupa ora, durante l’anno ha avuto tanti problemi societari, hanno cambiato allenatore quindi hanno avuto tante difficoltà però credo che sia una buona squadra, anche per le buone individualità come Pinardi che credo che sia un giocatore che meriti anche la serie A.
Se lasciamo a loro il pallino del gioco e ci facciamo schiacciare però possono metterci in grossa difficoltà e usufruire delle loro caratteristiche migliori.”

Sotto l’aspetto societario, anche il Treviso ha avuto problemi ultimamente: pensa che sarà un vantaggio per voi?
“Un vantaggio no perché comunque tutte le squadre quest’anno contro il Parma hanno sempre fatto la partita della morte e poi magari mollano dopo, come è successo all’Ancona che dopo di noi ha perso una partita dietro l’altra.
Anzi, penso che il Treviso venga qui a fare una grande partita, sperando di raccogliere più punti possibili, i giocatori si vorranno mettere tutti in mostra perché il Parma è una squadra blasonata dove tanti giocatori vorrebbero stare.”

Com’è il rapporto con la tifoseria? C’è stato un chiarimento dopo la sua esultanza non apprezzata dopo il gol all’Albinoleffe?
“Il mio era stato un gesto istintivo capito male, non ci sarebbe neppure bisogno di fare delle scuse, ma se qualcuno lo ha interpretato male o se posso avere mancato di rispetto nei confronti di qualcuno presente allo Stadio ribadisco le mie scuse.
A parte che ho visto che mi hanno seguito in tanti, tipo Siviglia, Seedorf e Vantaggiato: magari ho lanciato una moda… A parte gli scherzi: non volevo essere assolutamente irrispettoso o offensivo nei confronti di qualcuno: era un momento difficile per me e per la squadra, quel gol ci stava dando i tre punti, diciamo che mi si è annebbiato un po’ il cervello e l’ho fatto, ma è stato istintivo.”