Fare impresa al femminile in tempo di covid: i dati del 2020 a Parma

Le aziende in rosa tengono e si confermano il 20,8% del totale attivo provinciale. Crescono le femminili giovanili ma ancor più quelle straniere, con risultati migliori delle maschili. I settori che soffrono di più sono agricoltura, commercio, alloggio e ristorazione, seguiti da attività professionali scientifico-tecniche e di servizi finanziari-assicurativi. Massima attenzione rivolta ai prossimi mesi di gestione della pandemia

Secondo i dati del Registro Imprese della Camera di commercio di Parma, elaborati dall’ufficio Informazione economica, a fine 2020 le imprese attive femminili a Parma sono 8.431, pari al 20,79% del totale delle imprese provinciali, un dato che conferman sostanzialmente i numeri del 2019 (20,80%).

Dall’analisi dello stock di fine dicembre 2020 la consistenza delle imprese in rosa subisce una leggerissima flessione (-27 unità, pari a un -0,32%) rispetto al 2019. Il saldo 2020 tra nuove iscrizioni e cessazioni è pari a -88 unità, con una perdita in valore assoluto principalmente nei settori agricoltura, alloggio e ristorazione e commercio. Le imprese femminili quindi, per il momento, tengono. L’attenzione è rivolta all’evoluzione della pandemia nei prossimi mesi e alla capacità di adattarsi e cambiare velocemente, secondo gli scenari. Anche il dato delle imprese maschili non è sostanzialmente diverso, visto che queste ultime calano di -0,27% rispetto allo stock del 2019 (-86 aziende in valore assoluto).

Il dato delle imprese attive femminili a Parma è lievemente migliore del regionale (che vede una flessione dello 0,5% rispetto all’anno precedente) e di poco peggiore del nazionale che invece è sostanzialmente confermato (+0,03 per cento).

Analizzando le imprese giovanili e straniere, si osserva che le imprese femminili giovanili crescono dell’1,03% nel 2020 di 9 unità, passando da 872 a 881. Quelle maschili invece registrano un calo di 75 unità, con una variazione di -3,57%, passando da 2.100 a 2.025. Il dato complessivo delle giovanili si conferma complessivamente in calo.

Anche le imprese femminili straniere aumentano nel 2020 (+59 unità rispetto al 2019, passando da 1.174 a 1.233) con una variazione di +5,03%, in crescita quasi doppia rispetto alle maschili straniere (+2,73%) con un saldo di +105, passando da 3.842 a 3.947.

I settori economici maggiormente in calo sono agricoltura (-27 unità, -1,97%), alloggio e ristorazione (-21, -2,30%), commercio (-11, -0,53%), servizi finanziari assicurativi (-6, -2,38%), attività professionali (-7, -1,94%), costruzioni (-2, -0,69%). In aumento le attività immobiliari (+14, +2,74%), noleggio – agenzie viaggio e supporto (+20, +4,50%) e attività manifatturiere (+16, + 2,34).

Le imprenditrici si confermano comunque alla guida, in ordine decrescente, di attività nei settori commercio, agricoltura, alloggio e ristorazione, servizi vari.

Secondo la forma giuridica, le società di capitale rappresentano il 19,80% del totale attive femminili, le società di persone il 12,0%, le imprese individuali il 67%, le cooperative l’1,21%, i consorzi lo 0,06%. Saldo positivo nell’anno per le società di capitali (102 nuove iscrizioni contro 48 cessazioni) e negativo invece per società di persone (10 nuove iscrizioni contro 67 cessazioni) e imprese individuali (355 nuove iscrizioni contro 442 cessazioni). Per approfondimenti scrivere a studi@pr.camcom.it

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