
30/05/2011
h.18.20
“Il federalismo deve essere l’occasione di una grande operazione-verità per la pubblica amministrazione”. Lo ha sostenuto il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli intervenendo all’Assemblea regionale della CNA come presidente regionale dell’UPI. “Dobbiamo affrontare le questioni al di là della demagogia, nel merito. Dobbiamo trovare il modo di dare ai cittadini e alle imprese la possibilità di misurare concretamente quello che producono gli Enti locali, la loro utilità”.
“Se questo è il risultato che vogliamo raggiungere – ha proseguito il presidente Bernazzoli – il Governo è partito con il piede sbagliato: i tagli indiscriminati che sono stati compiuti non premiano l’efficienza, ma anzi la penalizzano. Se un Comune o una Provincia erano già senza sprechi davanti a riduzioni di trasferimenti così drastici possono solo tagliare i servizi o aumentare le tasse. Partire per una riforma in senso federalista dello Stato penalizzando gli Enti locali è paradossale, evidentemente non va. Siamo al federalismo alla rovescia”.
“Dobbiamo invece spingere gli Enti meno virtuosi a imitare quelli più efficaci ed efficienti – ha spiegato Bernazzoli – quindi ben venga, ad esempio, la definizione di costi standard per ogni servizio, che tutte le Amministrazioni devono applicare. Occorre ridurre i costi, ma soprattutto è indispensabile valutare come vengono spese le risorse, che cosa producono. Così si valuta, senza demagogia, se un Ente è utile oppure no: commisuriamo quel che produce per il territorio con quel che costa, e vediamo. In impresa si fa così e credo sarebbe bene iniziare a fare così anche con la Pubblica amministrazione, a partire dalle Province”.
“Alzare la bandiera dell’abolizione delle Province – ha concluso il presidente – è facile, costa poco ma non serve. Bisogna, anche in questo caso, entrare nel merito. Una provincia con meno abitanti di una nostra cittadina, come alcune che sono state costituite di recente, non si giustifica. Ma chiediamoci, ad esempio, chi ha condotto i tavoli di crisi che hanno salvato decine di piccole aziende e migliaia di posti di lavoro. Se le Province durante la crisi non ci fossero state, siamo convinti che sarebbe stato meglio? Sostituire il centralismo romano con un neo-centralismo regionale non sarebbe la riforma che aspettano imprese, territori e comunità”.