“Fermiamo il massacro di Gaza”

06/01/2009
h.15.10

Le forze armate israeliane sono arrivate a Khan Younes, roccaforte di Hamas. centri. Si contano già 573 vittime di cui 100 bambini. Dopo le tantissime bombe ora è in corso l’iniziativa di terra nella zona più densamente popolata del mondo. È la rappresaglia contro l’irresponsabile lancio di razzi Kassam da parte di Hamas.
Ma la tregua era durata sei mesi senza che né l’Unione Europea e tanto meno gli Usa ponessero fine all’assedio per fame della Striscia, dove un milione e mezzo di palestinesi è rimasto, per due anni, e durante tutto il periodo della tregua, come in una prigione a cielo aperto: senza cibo, medicinali, luce, acqua.
Per Israele «l’offensiva è all’inizio», Hamas promette «vendetta».
L’inconsistenza dell’iniziativa dei potenti del mondo è preoccupante.
Lo è da molto tempo su questa terra martoriata.
Ma questa è la Gaza che subisce una rappresaglia di violenza inaudita, sproporzionata e completamente ingiustificata: una terra in cui il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale sono stati permanentemente violati, in cui la popolazione è stata sottoposta ad una brutale punizione collettiva, e a bombardamenti e cannoneggiamenti che hanno continuato a fare vittime nella popolazione civile. Anche Hamas ha continuato a lanciare missili nei villaggi circostanti la striscia. Una risposta priva di senso ad una strategia che ha negato ai due popoli un vero processo di pace.
La Comunità internazionale, l’Unione Europea sembrano impotenti, sembrano anche non capire quanto questa situazione alimenti la radicalizzazione e la violenza, frutto della disperazione. Ma affinché si fermi questa spirale la comunità internazionale deve rompere il silenzio e agire per fermare tutti gli attacchi militari e terroristici. Porre fine all’assedio, rispettare i diritti umanitari e attivare le diplomazie per una risoluzione che partendo dal “cessate il fuoco” ponga fine alla ormai troppo vecchia questione medio orientale.
Anche a Parma si alzi la voce di tutti quelli che non si rassegnano all’indifferenza e alle mostruosità della guerra.

lombatti_mar24