Formaggi senza latte, l’Italia risponde “no” alla Ue

Il Governo conferma il no alla produzione di formaggi senza latte fresco. A quanto apprende l’ANSA, l’Italia ha risposto alla Commissione europea confermando la volontà di mantenere l’attuale normativa nazionale, che vieta l’utilizzo di latte in polvere negli stabilimenti di produzione lattiero casearia.

Arriva così la decisione anticipata dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e poi confermata dal premier Matteo Renzi. Nella risposta indirizzata a Bruxelles il Governo rileva che la materia non è armonizzata, quindi c’è libertà per gli Stati membri di avere norme più restrittive rispetto a quelle Ue. La legge italiana non produce effetti distorsivi della concorrenza rispetto al mercato del latte in polvere. Non si limita la circolazione dei formaggi che lo utilizzano e che siano prodotti in altri Stati membri.

“L’impegno che abbiamo preso è stato rispettato. Si tratta di una scelta giusta per difendere la qualità dei prodotti lattiero caseari italiani, in particolare in una fase delicata di mercato come questa. Abbiamo sempre ribadito il nostro no a passi indietro sull’utilizzo del latte in polvere per la produzione di formaggi”. Così il ministro Martina raggiunto dall’ANSA. “Chiediamo invece alla Commissione Ue – continua – di fare un approfondimento sull’etichettatura dei prodotti derivati dal latte, per dare informazioni sempre più trasparenti al consumatore”.

“E’ stato rispettato il patto salva formaggio italiano simbolicamente siglato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina davanti a 30mila agricoltori della Coldiretti ad Expo dove il premier aveva “adottato” le specialità casearie tricolori contro il diktat europeo sul via libera all’utilizzo delle polveri”. Così il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo esprime apprezzamento per la decisione del Governo di confermare il no alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea.

“Una decisione – afferma la Coldiretti – supportata anche dalla petizione popolare alla quale hanno aderito decine di migliaia di italiani dopo la mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all’Expo”. “La lettera di ‘diffida’ della Commissione Europea sull’infrazione n.4170 – continua la Coldiretti – voleva imporre all’Italia di produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane. Secondo la Coldiretti “si tratta di un inganno per i consumatori che mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro – sottolinea la Coldiretti – è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori”. (Ansa)


La decisione del Governo di confermare il “no” alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea rispetta il patto salva formaggio italiano simbolicamente siglato dal presidente del, Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina davanti a 30mila agricoltori della Coldiretti ad Expo dove il premier aveva “adottato” le specialità casearie tricolori contro il diktat europeo sul via libera all’utilizzo delle polveri. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna esprimendo apprezzamento per la decisione del Governo italiano che è supportata anche dalla petizione popolare alla quale hanno aderito decine di migliaia di italiani dopo la mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all’Expo, dove anche nella settimana in cui è stata presente Coldiretti Emilia Romagna sono state raccolte migliaia di firme per salvare i formaggi fatti con latte vero.

Nella lettera indirizzata a Bruxelles – informa Coldiretti Emilia Romagna – il Governo rileva che la materia non è armonizzata, quindi c’è libertà per gli Stati membri di avere norme più restrittive rispetto a quelle Ue e che la legge italiana non produce effetti distorsivi della concorrenza. Ieri, 29 settembre – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – è scaduto l’ultimatum fissato dalla Commissione Europea sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto storicamente dalla legge nazionale.

La lettera di “diffida” della Commissione Europea sull’infrazione n.4170 – precisa Coldiretti – voleva imporre all’Italia di produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. Secondo la Coldiretti si tratta di un inganno per i consumatori che mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro – sottolinea Coldiretti – è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.

Coldiretti Emilia Romagna

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