Giarola, la Corte apre le porte al cinema

05/06/2009
h.16.40

Il 2009 porta una grande, attesa novità al Parco del Taro: per la prima volta si propone una serie di proiezioni di film alla corte di Giarola.
La suggestiva sede del Parco, da due anni espressamente vocata alla divulgazione di tematiche attuali attraverso il teatro, amplia la sua proposta approdando al linguaggio video.
Per la prima rassegna filmica ospitata in corte, si manterrà il filo conduttore dell’argomento “ambiente”, con quattro film che lo affrontano però con linguaggi e da punti di vista molto differenti tra loro.
Si comincia mercoledì 10 giugno con la fantasia e la dolcezza di una favola per bambini ed adulti in “La volpe e la bambina”; si prosegue mercoledì 17 giugno con “Il popolo migratore”: uno dei documentari più amati dal grande pubblico degli ultimi anni e che pone l’attenzione sull’avifauna migratoria, che da sempre caratterizza anche una ricchezza del Parco del Taro.
Mercoledì 24 giugno sarà la volta di un film girato in 15 nazioni e con interventi di esperti e personalità come il Dalai Lama, Vandana Shiva e Robert F. Kennedy e la colonna sonora eseguita dalla Russian National Orchestra: “One water” affronta esplicitamente il problema dell’emergenza idrica, tema inscindibilmente legato alla natura di Parco fluviale.
Si concluderà mercoledì 8 luglio con “La storia del cammello che piange”, poetico documentario ambientato nella Mongolia del Sud, di cui permette di scoprire usanze e profondi rapporti tra uomo e animali.
Tutte le proiezioni saranno ad ingresso gratuito e si terranno alle ore 21,30 alla corte di Giarola, presso cui sarà attivo il servizio bar.
Le proiezioni si terranno anche in caso di maltempo.

Le schede dei film proposti

LA VOLPE E LA BAMBINA
Regia di Luc Jacquet, con Bertille Noel-Bruneau, Isabelle Carré, Thomas Laliberté
Francia, 2007.
Durata: 92 minuti

Una bambina dai capelli rossi, nelle sue passeggiate nel bosco incontra una volpe, impara a conoscerla e amarla. La volpe e la bambina è una storia sull’amicizia, tra uomo e animale e sui limiti di un rapporto che spesso sfocia nella possessione.
Impossibile restare indifferenti ai paesaggi maestosi di boschi e montagne.
L’interesse de La volpe e la bambina, al di là dell’amore per la natura che trasmette, è per il modo in cui la presenta. Il film suggerisce la contemplazione, lenta e posata, dei ritmi della foresta e della vita degli animali. Jacquet prende il suo tempo per filmare i paesaggi che ama, lascia sprofondare gli occhi nei boschi e abituarli all’oscurità delle grotte. Il raccoglimento solitario della bimba nella natura, alla scoperta di una vita sconosciuta anche se vicina, ha un qualcosa di sorprendentemente inattuale.
Nella frenesia e frammentarietà del mondo dell’immagine contemporaneo, la concentrazione che richiede La volpe e la bambina, soprattutto per i più piccoli, non può che far piacere.

IL POPOLO MIGRATORE – Le Peuple migrateur
Regia di Jacques Perrin
Francia/Italia/Germania/Spagna/Svizzera, 2001
Durata 92 minuti

Da quando Jacques Perrin si è scoperto ecologista ha firmato alcuni film che lasciano il segno. Per seguire le migrazioni degli uccelli ha lavorato quattro anni fra un continente e l’altro, dispiegando mezzi e uomini senza lesinare: piloti, deltaplani, specialisti di uccelli e di venti. Gli uccelli, secondo la stagione, sorvolano il mondo, i ghiacci, il mare, le isole, i monti e i fiumi. Portati da quel miracoloso istinto, da quell’innata misteriosa attitudine a capire il vento che li porterà. E poi, l’anno dopo rifaranno la strada. Perrin non si limita al documento, ci mette fantasia ed enfasi. Lo spettatore spiccherà il volo e vivrà la più incredibile e spettacolare delle avventure, attraverso un mondo celeste dominato da correnti d’aria sulle quali galleggiare e venire trasportati seguendo il mutare delle stagioni. Diverrà parte del Popolo Migratore, libero e senza confini, e scoprirà il nostro pianeta come non l’ha mai immaginato né visto prima.

ONE WATER – L’UNICA ACQUA
Regia di Sanjeev Chatterjee, Ali Habashi
USA, 2008
Durata 67 minuti

One Water, filmato in quindici nazioni per un totale di cinque anni di lavorazione, porta sullo schermo la magia del rapporto tra l’uomo e l’acqua, fonte di vita e di purificazione spirituale nelle più diverse religioni, a volte motivo di contagio e di morte, troppo spesso nelle mani di pochi. Dall’India all’Ungheria, dagli Stati Uniti al Kenya, i registi raccontano tante storie diverse con l’acqua come protagonista, sollevando un inquietante interrogativo: cosa stiamo facendo perché questo bene arrivi anche alle generazioni future? Da segnalare interventi di esperti e personalità come il Dalai Lama, Vandana Shiva e Robert F. Kennedy e la colonna sonora eseguita dalla Russian National Orchestra.
LA STORIA DEL CAMMELLO CHE PIANGE – Die Geschichte vom weinenden Kamel
Regia di Luigi Falorni e Byambasuren Davaa
Germania/ Mongolia, 2005
Durata 87 minuti

Prova d’esame in una Scuola di Cinema tedesca di due giovani registi e candidato al Premio Oscar per il miglior documentario 2005. La nascita dei cammelli è un momento molto importante per una piccola comunità della Mongolia del sud. Uno degli ultimi nati viene rifiutato dalla madre che non lo allatta. Qualsiasi tentativo di convincerla risulterà inutile fino a quando due bambini non andranno a chiamare un musicista nella lontana città capoluogo. Il suono della musica riavvicinerà madre e figlio. Ricco di intensa poesia il documentario (che ha trovato una distribuzione in più di 70 Paesi)è di quelli che purificano il nostro sguardo occidentale corrotto da ritmi accelerati ed effetti speciali. Senza nulla togliere al piacere di seguire una storia.
Narrazione fluida, gradevole, priva di quelle sacche di momenti morti che, spesso, sono il difetto/problema principale per un documentario: il film scorre agevolmente non centrando il discorso sull’effettiva storia del piccolo cammello bianco, ma usandola come pretesto per descrivere una realtà lontana.

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