“Grave finanziare una pellicola con soldi pubblici”

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29/11/2010
h.12.00

Siamo al gossip da ombrellone” (Sindaco Vignali), “Invidiosi perché non hanno fatto le comparse” (Assessore Lasagna).
Questi sono solo alcuni degli insulti che il Consigliere Caselli e il Gruppo del Partito Democratico ricevettero nel Luglio scorso dopo aver semplicemente interrogato la Giunta su eventuali sostegni economici diretti o indiretti elargiti per la realizzazione a Parma del film “Baciato dalla fortuna”.
In questi giorni, nell’ambito dell’indagine su Stt che ha portata all’avviso di garanzia per l’ormai ex Presidente Costa, il Procuratore della Repubblica di Parma ha parlato di somme che vanno tra i 50.000 e i 70.000 €, versate da Stt alla società GDM, incaricata della promozione del film, senza alcuna giustificazione.
Fermo restando l’assoluto riconoscimento del principio della presunzione di innocenza e aspettando doverosamente il termine delle indagini, non possiamo non rilevare alcune questioni. Innanzitutto, se confermati ci troviamo di fronte a fatti di straordinaria gravità.
Che superano di gran lunga la consistenza delle somme di cui parliamo. L’Amministrazione Comunale di Parma ha più volte negato qualsiasi coinvolgimento economico diretto od indiretto nella realizzazione del film. L’Assessore Marini ha solennemente affermato in Consiglio Comunale che si era riconosciuta solo “la concessione gratuita di permessi di transito, uso di suolo pubblico e possibilità di girare scene nelle sedi comunali”.
In primo luogo, se fosse confermato, il finanziamento del film con soldi pubblici sarebbe un atto di assoluta gravità. Come il governo nazionale, anche il sistema pubblico comunale di Parma utilizzerebbe i soldi pubblici come se fossero privati.
C’è una crisi economica mondiale in corso, gli enti locali tagliano servizi e fanno sacrifici analoghi a quelli che ogni famiglia sta facendo in questa drammatica situazione. Mentre le logiche gestionali della Maggioranza amministrativa di Parma a cosa porterebbero?
Ad utilizza le risorse pubbliche come se fossero private. La cosa sarebbe grave in se, ed assumerebbe ancor più gravità se tutto questo fosse stato fatto per cercare di “redimere” l’immagine della Polizia Municipale di Parma, “colpita” dalla vicenda Bonsu. Ovviamente, con i soldi dei cittadini.
In secondo luogo, nel caso in cui le false fatture e il passaggio di denaro fossero dimostrati, saremmo in presenza per l’ennesima volta di false dichiarazioni di Amministratori del Comune, rese in veste di pubblico ufficiale. Il che comporterebbe due rilievi: l’inaccettabile dispregio del ruolo pubblico e degli obblighi conseguenti e la non meno inaccettabile propensione a dare dei fatti versioni “interessate”.
Auspichiamo che sulla vicenda si faccia chiarezza il prima possibile e che le indagini della Procura continuino senza indugi. C’è da augurarsi, infine, che le indagini dimostrino che questo sia stato solo un episodio e non una prassi consolidata. In tal caso, saremmo in presenza di una vicenda ancor più inquietante. E dalle responsabilità, se possibile ancor più rilevanti.
Vogliamo aggiungere un ultima chiosa. E’ questo il primo passo nella direzione della promozione della Cultura “diffusa” delle Associazioni culturali della città, a discapito dei grandi eventi, proclamato dall’Amministrazione Comunale in vista del dibattito sul bilancio previsionale del Comune?
Non chiediamo le scuse. Ci auguriamo che almeno non si voglia sostenere che anche la Procura della Repubblica fa “Gossip da Ombrellone”.

Gruppo PD

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