Ascoltando le risposte della Assessora al Welfare Laura Rossi in consiglio comunale non sembra migliorare il dato della emergenza abitativa in città, se non per l’aumento dei contributi elargiti per evitare gli sfratti: 88 sfratti evitati dal 2019 ad oggi. Un numero maggiore degli anni precedenti, segno che la spinta ad agire e utilizzare i fondi è stata più efficace, ma ci sono ancora fondi disponibili che andranno ad esaurimento, 357.000 euro (era 1 milione di euro lo scorso anno la disponibilità) e davvero molte le famiglie a rischio e nel bisogno.
I dati: pur avendo infatti la Regione aumentato enormemente le risorse in epoca Covid (770.000 per la città), le richieste di aiuto diretto per l’affitto sono state più di 2000 di cui 1400 non saranno corrisposte. Solo 600 quindi avranno un contributo che non supererà i 2500 euro. Poi i “fondi Covid” (di cui hanno beneficiato per 75.000 anche gli studenti universitari non residenti) finiranno e per questo abbiamo chiesto (in una seconda interrogazione) se sarà possibile arrivare all’inserimento e gestione dei dati in un unico database da costruire grazie alla piattaforma già attivata ad aprile dal Comune con i numerosi dati raccolti di vecchie e nuove povertà, in sinergia con le associazioni di volontariato, nel rispetto dei singoli ruoli.
La risposta è stata che ciò non è realizzabile, sia per la difficoltà ad intrecciare i dati delle diverse povertà (per esempio i bisogni legati alle utenze non si riescono a collegare con quelli abitativi o di altra natura…motivi legati al gestore?) sia per i motivi legati alla privacy: la sinergia con il volontariato non permetterebbe di mettere in comune dati sensibili con le associazioni.
Da parte nostra abbiamo tuttavia chiesto uno sforzo per raggiungere questo obiettivo, che avrebbe lo scopo di favorire un’analisi complessiva non solo delle povertà ma anche delle risorse e potenzialità dei cittadini nel bisogno, così da costruire percorsi generativi, nell’ottica appunto di un welfare non assistenziale. Torneremo su questi temi, anche perché se nel bando ERS sono disponibili pochissimi appartamenti e vi sono 250 domande, e se il bando ERP ha raccolto già 900 richieste, significa che a Parma abbiamo un serio problema di redistribuzione delle ricchezze e di superamento delle diseguaglianze, nonostante spesso la nostra città ci appaia in modo luminoso: gli affitti a canone rinegoziato e garantiti sono ancora pochissimi e sempre poco conosciuti e praticati. Serve non perdere di vista l’aumento dei bisogni di questi mesi e dare, se necessario, risposte più efficaci.
Daria Jacopozzi – Consigliera PD Parma