Il campionato ai tempi del coronavirus

C’era una volta il campionato di calcio di serie A… poi arrivò un nemico invisibile e subdolo e il campionato finì in ginocchio.

Non è l’inizio di una favola quanto la, dramamtica?, assurda?, situazione del nostro campionato ridotto e una sorta di terno al lotto. Si gioca, non si gioca, si gioca senza pubblico si rimanda e… ovviamente si polemizza!
Quante polemiche! Ecco dove non arriva una rotula, una caviglia, un rimpallo e la solita polemica sul VAR ecco che i dietrologi impazzano.

La scelta di non giocare le partite che dovevano disputarsi a porte chiuse ha fatto arrabbiare chi poteva avere un vantaggio nel giocare in trasferta senza la presenza del pubblico nemico. Alla faccia della lealtà!

Quindi anche i protocolli degli organi competenti che tendono a contenere il virus è una scusa per aiutare i soliti poteri forti! Bene, anzi male. Siamo stufi di dover sentire stimati e strapagati professionisti (sic!) lamentarsi perché un vantaggio non goduto viene eliminato da organi competenti: Governo, Regioni, Lega calcio. Il solito spettacolo di sospetti incrociati, il solito veleno che manager (ancora: sic!) che speravano di ottenere maggiori chance di vittoria e non grazie alle gesta sportive ma per un vantaggio competitivo deciso dalle autorità.

Vincere è davvero per tutti l’unica cosa che conta e chi se ne frega di De Coubertain, ma neppure chi se ne frega delle basi minime per un confronto equo. Ognuno in una situazione che sta mettendo in ginocchio l’economia e l’immagine del Paese, cerca uno spazio, un favore, quasi nessuno pensa a dover vincere lottando equamente sul campo.

E comunque la decisione è stata presa dagli organi competenti. Tra i motivi addotti al rinvio c’è la questione economica. Il ragionamento è stato: mostrare in mondovisione la partita Juve Inter giocata in uno stadio deserto da film catastrofista hollywoodiano non fosse questa grande genialata.

Cosa succederà ora? Le partite rimandate a maggio – o prima se le nostre dovessero uscire dalle coppe anticipatamente o addirittura, notizia di poche ore fa, nel prossimo weekend! – sono nel frattempo diventate sei. Anche Genova si è arresa. Sampdoria- Hellas prima a porte chiuse è stata rinviata.
Gli amanti del calcio giocato, i veri tifosi, non quelli esacerbati dall’odio e intrisi di dietrologia – leggi scambio al veleno tra Marotta e la dirigenza della Lega con accuse e contro accuse con annessi farneticanti post di tifosi delle opposte fazioni che si sono scatenati nella guerra – preferiscono vedere la partita con spalti gremiti e tifo urlante piuttosto che una partita falsata dalla mancanza del dodicesimo.

Parliamo ora di fatti. Il fatto numero uno è che il campionato è falsato. Non nel senso inteso dai maliziosi ma in quanto tale. Troppe le partite da recuperare e in futuro, troppi impegni compressi in poco tempo. Ma a favore di chi è ‘falsato’? Chi ne potrebbe godere? Troppo facile dire la Lazio. Ma al momento sembra che sia proprio la squadra capitolina a godere del vantaggio di non avere perso neppure un minuto e di avere di fronte un percorso netto senza neppure l’intralcio delle coppe. Una rosa come quella laziale non avrebbe probabilmente retto troppe competizioni. La Lazio, in uno stadio che strabordava entusiasmo da ogni poro, ha battuto il Bologna. Il risultato di due a zero ha issato la squadra di Lotito al vertice della competizione. Durerà?

L’Atalanta ne fa addirittura sette a Lecce. Una macchina da goal, un orologio perfetto che avrebbe addirittura potuto ambire a una posizione migliore se non avesse inciampato qui e lì in partite più semplici.

La Roma si avvicina al quarto posto, approfittando sia delle partite rinviate sia della vittoria nel campo di un Cagliari in caduta libera. Imbarazzante la difesa degli isolani. Dove è finito il Cagliari di inizio stagione?

Il Napoli continua la sua rincorsa verso le posizioni più consone battendo un Torino ormai al disarmo.

Le quattro partite giocate hanno dato un contributo in termini di goal non indifferente: ben 21 reti con una media monstre di oltre cinque goal a match

‘E ora che succede?’ si chiede il tifoso della strada. Si sa solo che mercoledì ci sarà un altro consiglio di Lega ma il sentiment è negativo, veti incrociati e ripicche personali stanno dimostrando la bassezza dei vertici di molte società. Alla faccia delle belle parole che sentiamo da mane a sera su emergenza a coesione.

Alla prossima,

Gianni Bandiera

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