Caro candidato Sindaco di Parma,
ti scrivo nuovamente poiché, nonostante tu abbia negato più volte la tua candidatura, presto sarà resa pubblica ed io, che ho abbandonato il tavolo del centrosinistra vedo in te l’unica speranza per poter condividere un’analisi e una possibile interlocuzione che possa rendere vera l’analisi condivisa.
Il primo dato è la crisi delle istituzioni, che vedono il parlamento EU, come quello nazionale, così come quello regionale o locale, essere marginalizzati nel loro ruolo dalla parte esecutiva.
Il secondo dato è l’abbandono continuo e costante dei cittadini dal dibattito pubblico, cittadini consultati e chiamati a raccolta solo nel momento elettorale, si sono allontanati dalla cosa pubblica scavando un divario sempre più ampio tra l’eletto e l’elettore.
E nonostante i cittadini siano sempre più lontani dalla politica, i protagonisti politici, illusi o presuntuosi, convintamente sostengono che il cittadino sia da loro rappresentato.
Il cinquanta percento degli aventi diritto al voto a Parma non si presenterà alle urne la prossima primavera e tu, caro candidato Sindaco, se sarai fortunato solo il 20/25 percento degli aventi diritto al voto legittimerà la tua elezione.
Al netto delle leggi dello Stato che non può cambiare il Comune di Parma, esiste una reale urgenza democratica e di legittimità politica nel rapporto tra l’eletto e l’elettore e nel rapporto tra la Giunta e i Consiglieri Comunali.
Come sempre, in campagna elettorale sentiremo tutto ed il contrario di tutto e siccome il tavolo del centrosinistra non parte da una analisi politica ed una urgenza ma solo da temi che possano essere elettoralmente spendibili che tengano conto dei portatori di interesse e gli interessi politici regionali, credo, la competizione con il centrodestra sarà senza colore ma soprattutto senza sostanza.
Spero che i continui richiami di questi anni del tuo collega Marco Ferretti circa la necessità di ripensare ai servizi erogati a Parma perché troppi e troppo costosi, siano di monito a chi, preso dalla foga del risultato elettorale non faccia cadere la coalizione in un altro episodio inceneritore, che se nel 2012 è stata una scelta inconsapevole ed innocente per mancanza di esperienza, credo che i dieci anni di amministrazione non possono permettere di far scadere la qualità della proposta politica del centrosinistra nel bieco populismo.
Dunque, al centrosinistra, a chi crede in una società aperta la responsabilità ed il coraggio della complessità, tu non hai bisogno di fare una cura dimagrate, metter su barba e occhiali a goccia per essere credibile, tu puoi e devi essere speranza.
Sogno per Parma un centrosinistra che ponga al centro la questione democratica prima di declinare qualsiasi proposta, un centrosinistra “coraggioso” che metta al centro la sovranità dei cittadini e la dignità del ruolo di Consigliere Comunale per poter contribuire assieme alla vita amministrativa del nostro Comune.
Le Amministrazioni, le Giunte Comunali, si muovono su gambe proprie, il teatrino del Consiglio Comunale propone sempre lo stesso spettacolo che non ha un “regista” e anche se la prossima consigliatura vedrà una compagine di centrosinistra variegata in maggioranza – non un piatto ed insipido monocolore – non sarà comunque incisiva ma solo autoreferenziale e frustrante per chi vive l’esperienza.
Credo che le Cittadine, i Cittadini e i Consiglieri Comunali debbano fare propri tutti i luoghi di partecipazione, un percorso altro che permetta di interpretare la crisi delle istituzioni e della rappresentanza affrontando assieme le urgenze della città in modo condiviso, equo, che non tenga solo conto di interessi particolari cui la politica che guarda al solo consenso mai si sottrae, ma ridando così dignità alla sovranità popolare e al significato profondo dell’essere eletti.
Credo nello strumento delle Assemblee deliberative delle Cittadine e dei Cittadini estratti a sorte, non è certo l’unica soluzione alla crisi della democrazia e della partecipazione popolare ma per certo uno strumento innovativo di cui, grazie al contributo del prof. Rodolfo Lewanski, Professore Alma Mater del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università di Bologna, dell’associazione Politici per Caso, Eumans ed altri ancora, ho già depositato una proposta di regolamento presso l’assessorato partecipazione del Comune di Parma mesi fa.
La responsabilità della complessità, questo è il punto e se la crisi della democrazia è l’urgenza, tutto il testo, ma davvero tutto, viene dopo.
Credo che interpretare, far vivere una diversa idea di democrazia che affianchi gli eletti, contribuirà a rendere i cittadini della nostra città più consapevoli e responsabili, dobbiamo parlare soprattutto ai 70mila parmigiani che non si recheranno al voto, proponendo loro di farsi carico di una quota parte di responsabilità pubblica, responsabilità che possa avere una applicazione deliberante come sta avvenendo in tanti parti di Europa o in seno alla Commissione Europea con la Conferenza per il futuro dell’Europa.
Proviamo nel centrosinistra a segnare una premessa politica forte, una premessa che ci renda davvero differenti dal centrodestra, abbracciamo con coraggio la complessità e diventiamo artefici ed esempio di una nuova idea di politica.
Parma, ce la può fare, ha bisogno di un “regista” saggio e lungimirante come tu sei.
Ti auguro un anno pieno di soddisfazioni.
MarcoMaria Freddi Radicale |