† Il giudizio universale non è un appello al giudizio personale, è il trionfo della giustizia di Dio nella storia (di Andrea Marsiletti)

"Giudizio universale" di Michelangelo (Cappella Sistina)

TeoDaily – Prosegue il viaggio escatologico di TeoDaily nell’aldilà, nella vita eterna rivelata e dogmatizzata nella catechesi della Chiesa cattolica, dimenticata, in primis nella predicazione della Chiesa.

Dopo il giudizio personale di Cristo che avviene subito alla morte e destina al Cielo (Paradiso), Purgatorio e Inferno (LEGGI), alla fine dei tempi, subito dopo la seconda venuta di Cristo, ciascuno di noi sarà sottoposto al giudizio universale: vi sarà la risurrezione della carne (tema importantissimo, anch’esso messo in soffitta, al quale dedicherò un articolo specifico), con la quale i corpi risusciteranno e si riuniranno alle anime per il giudizio universale: “quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”.


Allora Cristo “verrà nella sua gloria, con tutti i suoi angeli. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna” (Mt 25,31-33.46).

Tutti i popoli, dalla prima coppia umana all’ultima sua progenie, si dovranno presentare a un’immensa assise presieduta da Cristo.

C’è una sorta di attesa dei trapassati: pur godendo della visione di Dio attendono il ritorno di Cristo… per quanto il concetto di tempo nell’aldilà sia oggi misterioso e intellegibile all’uomo.

Sparisce il Purgatorio, una condizione intermedia riservata solo alle anime.

Il giudizio universale è ritenuto dottrina rivelata. Nessuno potrà dire “Ah, ma io non lo sapevo!”

Davanti a Cristo che è la verità sarà definitivamente messa a nudo la verità sul rapporto di ogni uomo con Dio. Il giudizio finale manifesterà, fino alle sue ultime conseguenze, il bene che ognuno avrà compiuto o avrà omesso di compiere durante la sua vita terrena.

Il giudizio universale non è un appello in tribunale, non cambierà le sorti fissate da quello personale (già definitivo), ma sarà la manifestazione grandiosa e solenne della giustizia di Dio e dell’ordine provvidenziale che domina la storia; poiché non solo l’individuo, anche nella sua dimensione corporea, ma il genere umano dalle sue origini al suo finire ha un compito e una responsabilità.


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Il giudizio finale avverrà al momento del ritorno glorioso di Cristo. Soltanto il Padre ne conosce l’ora e il giorno, egli solo decide circa la sua venuta. Per mezzo del suo Figlio Gesù pronunzierà allora la sua parola definitiva su tutta la storia.

Conosceremo il senso ultimo di tutta l’opera della creazione e di tutta l’economia della salvezza, e comprenderemo le mirabili vie attraverso le quali la provvidenza divina avrà condotto ogni cosa verso il suo fine ultimo.

Il giudizio finale manifesterà che la giustizia di Dio trionfa su tutte le ingiustizie commesse dalle sue creature e che il suo amore è più forte della morte.

Andrea Marsiletti

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