Il mercato del libro e la pandemia, cosa leggono i parmigiani? INTERVISTA a Marco Rabuffi, direttore Feltrinelli Parma

Marco Rabuffi, direttore Feltrinelli Parma

Fra i pochi vantaggi di rimanere “forzatamente” in casa, per molti c’è probabilmente quello di riappropriarsi del proprio tempo per dedicarsi alla lettura.

Eppure quest’anno, a causa della pandemia, il mercato del libro ha avuto grosse difficoltà, anche se è in netta ripresa. Secondo Aie, l’Associazione italiana degli editori, continua il recupero del mercato editoriale tra luglio e settembre. La perdita di fatturato del settore della “varia” (romanzi e saggi) rispetto al 2019 si riduce di altri 4 punti percentuali, portandosi dal -11% al -7%, a metà aprile era -20% (rielaborazione dell’ufficio studi Aie su dati Nielsen). Prosegue inoltre il lento recupero dei canali di vendita fisici (librerie e grande distribuzione organizzata) rispetto agli store on-line; a fine settembre hanno una quota di mercato del 57%, in crescita di 5 punti percentuali rispetto al record negativo di metà aprile.

Il trend di crescita è confermato dai dati delle librerie, fisiche e digitali, del circuito Arianna che, pur non comprendendo Amazon, a settembre per la prima volta nell’anno segnano 30 giorni in positivo, con vendite in crescita dello 0,3% rispetto all’anno precedente. La crisi causata dal Covid-19 si è abbattuta su un mercato editoriale che, nel 2019, aveva avuto un andamento molto positivo. Secondo il rapporto sullo stato dell’editoria in Italia di AIE che monitora le vendite di tutti i settori (varia, ma anche editoria scolastica, universitaria, specialistica), alla fine dell’anno scorso il comparto era cresciuta del 3% recuperando i valori pre-crisi, per un giro d’affari complessivo di 3 miliardi e 37 milioni.

Questi i dati più recenti a livello italiano, noi abbiamo voluto capire quale è la situazione a Parma, per questo abbiamo intervistato Marco Rabuffi, direttore Feltrinelli Parma, il quale ci ha confermato che i tempi sono difficili, ma in realtà il mercato del libro a Parma sta tenendo.

“I tempi sono duri, non si può negare. Oltre alla prima chiusura durante il lockdown di primavera oggi siamo costretti a chiudere in questi week-end prenatalizi. I bar e i ristoranti poi facevano l’80% della movimentazione, in giro ci sono pochissime persone, perché c’è paura. Noi resistiamo, ma è difficile”.

Cosa leggevano e cosa leggono i parmigiani in questo anno così problematico?

All’inizio del primo lockdown c’era un grande interesse sul virus per capire come funzionava infatti, uno dei titoli più gettonati, era Spillover di David Quanman (Adelphi ndr), oppure i testi scritti da virologi, come per esempio quelli di Ilaria Capua.

Oggi non c’è una tipologia, un genere che prevale per i libri, c’è più per i giochi, sia per i bambini che per gli adulti. L’acquisto è indirizzato verso quelli in scatola: dato che si è costretti a stare in casa c’è la ricerca di attività da fare.

Io mi aspettavo un picco di narrativa riguardante la pandemia invece in questo senso ci sono solo due o tre titoli che spiccano e tra questi il giallo di Peter May intitolato appunto “Lockdown”.

Ma le persone ormai ricercano lo svago, vogliono staccare, perché sono continuamente bombardati da notizie riguardanti la pandemia.

Oggi quindi quali sono i titoli più venduti?

La narrativa, in questa fase è ciò che va di più, gialli in particolare. Vendiamo poi tantissimi fumetti per i ragazzi, i Manga giapponesi in particolare. C’è stato Andrea Camilleri, con “Riccardino”(Sellerio ndr) l’ultimo romanzo della serie con protagonista il commissario Montalbano. C’è il successo costante per “I leoni di Sicilia” di Stefania Auci (Editrice Nord), che continua a vendere tantissimo e poi direi “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin (edizioni E/O) un volume che sta avendo successo. Questi ultimi sono due belle storie, davvero scritte bene. Due antidoti al momento che stiamo vivendo.

Devo dire che il libro come “prodotto” tiene. Abbiamo meno clienti che entrano per forza di cose, ma quelli che attraversano la soglia fanno belle scorte.

Ci fa piacere capire che il libro è la vera evasione e non solo come intrattenimento è qualcosa che arricchisce. E alla fine non ci si allontana molto da questo oggetto che è unico e insostituibile.

E le vendite on-line?

Per fortuna che c’è… Per noi c’è stato un aumento non indifferente, con incrementi a doppia cifra: più del 30%. In particolare registriamo i picchi di acquisti durante il week-end. Prima l’on-line era visto come lo spettro, si pensava che avrebbe ucciso i negozi, in realtà in questa fase ci sta salvando. Perché le perdite sono ingenti soprattutto nei grandi store delle metropoli.

Prima della pandemia erano considerati premium perché in punti strategici nelle città e oggi purtroppo sono deserti, perché le persone non si possono muovere, non c’è turismo, non c’è pendolarismo. Penso ai nostri store alla stazione o in piazza Duomo a Milano o a Largo di Torre Argentina a Roma.
Si stanno salvando le piccole librerie di quartiere e non solo per noi, in generale, o quelle delle piccole città dove lo smart working non ha influito più di tanto. Sono proprio cambiate le dinamiche e i flussi. Da questo punto di vista sarà molto interessante vedere ciò che accadrà dopo questo periodo, perché non credo tornerà tutto come prima.

A Parma i lettori ci sono e sono tanti, lo sappiamo. Solo che oggi non si spostano, hanno paura. Ho sentito frasi del tipo: “sono tre mesi che non vengo in centro” e onestamente in una piccola città non te lo aspetti. In questo contesto servirebbero forse piccole librerie di quartiere, come dicevo prima. Col senno di poi…

Qual è il target di età del lettore parmigiano?

I lettori sono trasversali, ne abbiamo anche molti giovani. Non posso dire di avere un cliente tipo, infatti il nostro assortimento, un bagaglio di 34-35 mila titoli, è fatto per soddisfare tutti i gusti.

Ed è dovuto proprio alla trasversalità dei lettori. Qui a Parma da sempre i lettori spendono molto, lo scontrino medio è più alto rispetto a città analoghe di provincia e sono clienti mediamente colti.

Che la lettura abbia tenuto lo confermano anche i dati della Regione. Il servizio gratuito per i cittadini residenti in Emilia-Romagna che permette di accedere da casa, via Internet, a decine di migliaia di ebook di tutti i principali editori italiani (EmiLib e la Rete bibliotecaria della

Romagna basate su Mlol Media library on line) ha fatto registrare dati impressionanti quest’anno. Il picco è avvenuto durante la primavera, con la chiusura di biblioteche e librerie per l’emergenza sanitaria ma nei mesi successivi si è confermato e consolidato l’utilizzo di questo servizio. Infatti, i numeri di ottobre consolidano i risultati dei mesi scorsi con l’aumento di consultazioni e prestiti rispetto allo stesso periodo del 2019 del +60,14% per la rete EmiLib, e del 77,8% per la rete bibliotecaria della Romagna, con gli accessi che vanno a +66,49 % per la rete emiliana e a + 74,15% per la rete romagnola, e gli utenti unici che si attestano rispettivamente a +47,97% e +48,15%.

Tatiana Cogo

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