Il peso dell’artigianato nei settori in prima linea nella guerra al Covid-19

In questi giorni siamo tutti consapevoli di essere nelle mani delle straordinarie qualità del personale medico e paramedico dei nostri ospedali: nelle 518 strutture di ricovero lavorano 93 mila medici e 233 mila infermieri, persone in prima linea nella guerra al coronavirus, lavorando senza sosta ed esposti al rischio di contagio.

“Nelle retrovie però, sotto la plancia della nave Italia, vi sono alcune attività che tengono vivo il paese durante il lockdown che passano inosservate, ma sono oltremodo importanti e nelle quali vi è una elevata presenza di micro e piccole imprese – dichiara Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese di Parma -. Micro e piccole imprese che i dipendenti della nostra associazione continuano ad assistere, anche in questi giorni, per garantire sia informazioni puntuali che i servizi”.

L’autotrasporto garantisce la logistica delle merci, rifornendo il commercio alimentare e la grande distribuzione, mentre l’autoriparazione provvede agli interventi di emergenza sui mezzi. La sanificazione degli ambienti di lavoro è affidata alle imprese delle pulizie e disinfestazione. Le imprese dell’alimentare garantiscono la panificazione e la produzione di beni essenziali per l’alimentazione. Per un guasto agli impianti, per l’adeguamento della connettività e dei sistemi di rete e wireless di case e aziende possiamo affidarci alle imprese dell’impiantistica elettrica, elettronica e termoidraulica, essenziali anche per l’assistenza alle strutture ospedaliere e per la predisposizione in corso dei nuovi reparti di terapia intensiva. Ci sono anche le lavanderie che garantiscono l’igiene degli ospedali o pratico il servizio ai privati. La limitata circolazione delle persone, ma spesso dettata da cause di urgenza e di emergenza, come nel caso del trasporto dei medici, è garantita da taxi e imprese di noleggio autovetture con conducente. Attività di smart working e funzionalità dei nostri devices, indispensabili per garantire la limitata socialità di queste settimane è garantita dalle imprese di riparazione di computer e apparecchiature per le comunicazioni.

Dai numeri forniti dall’ufficio studi nazionale di Confartigianato emerge che in tutti questi comparti in prima linea nella battaglia contro il coronavirus operano 570.485 imprese, di cui 360.745 unità, pari al 63,2%, sono imprese artigiane. Gli addetti in questi settori sono oltre 2,3 milioni, di cui 1,4 milioni, pari al 62,4% nelle micro-piccole imprese. Naturalmente non tutte le imprese sono attive e molte presentano una operatività limitata.

In Emilia-Romagna sono 33.381 le imprese artigiane in prima linea (il totale di imprese artigiane è di 125.884): 3066 nel comparto alimentare; 11.039 sono installatori impianti elettrici e idraulici; 5332 manutenzione auto; 2109 fra taxi e ncc, 7.013 trasporto merci su strada, 399 supporto ai trasporti, 2683 attività di pulizia e disinfestazione, 533 riparazione computer e apparecchiature per le telecomunicazioni, 1083 lavanderie, 124 servizi di pompe funebri.

A queste attività si aggiungono imprese e lavoratori dei settori di energia, acqua e raccolta rifiuti che, insieme con gli occupati della distribuzione commerciale, delle Tlc, dei servizi di informazione, delle edicole, del trasporto pubblico, che offrono il loro contributo in questa battaglia di primavera contro il Covid-19.

I danni economici conseguenti alla crisi da coronavirus saranno peraltro rilevanti. Al mantenimento dei segni vitali del sistema economico contribuiscono le imprese del manifatturiero – grazie all’ accordo siglato sabato scorso – delle costruzioni e dei servizi che ancora oggi, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza, continuano a produrre.

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