Il Po dopo la ripartenza: cibo, paesaggio e turismo per un modello di sviluppo sostenibile

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Proporre un modello di sviluppo sostenibile del Po, basato su agricoltura, turismo, patrimonio ambientale e culturale. Questo l’obiettivo dell’incontro organizzato giovedì 30 settembre dall’Autorità di Bacino distrettuale del Po e Touring Club Italiano, insieme a Casa dell’Agricoltura e Catap all’Aranciaia di Colorno (PR), dal titolo “I territori del Po alla ripartenza: cibo, cultura, paesaggio, turismo”. Moderato dal giornalista Giovanni Palisto, l’evento ha proposto diversi temi affrontati da numerosi relatori: dalle sfide e opportunità del Po al cibo come specchio del Grande Fiume fino al turismo come driver di sviluppo sostenibile. Al convegno hanno partecipato una sessantina di stakeholder, oltre a diversi utenti collegati da remoto. Un pubblico in presenza vasto, rappresentato da amministratori comunali, GAL, operatori privati, rappresentanti di categoria agricole (CIA, Coldiretti), associazioni di vario genere (ricreative, ambientaliste, sportive), Federparchi, liberi professionisti, musei e consorzi che operano sul Grande Fiume.

Un’importante occasione di confronto durante la quale i partecipanti hanno messo sul piatto la propria esperienza, dando vita ad un dibattito che ha visto coinvolte realtà provenienti da ogni parte del bacino padano, ognuna con le proprie peculiarità. Dal Piemonte al Veneto, gran parte degli intervenuti ha individuato come primaria la necessità di creare relazioni, collaborazioni tra più livelli e uniformità dei regolamenti per arrivare a considerare il territorio del Po come un “unicum”. In questo senso, determinanti si rivelano elementi quali il cibo, la cultura, il paesaggio e il turismo, dai quali il Grande Fiume deve ripartire in questa fase post pandemica, nella quale la tendenza è quella di un generale riavvicinamento verso la natura e la sostenibilità.

Ad aprire l’incontro, i saluti istituzionali del sindaco di Colorno, Christian Stocchi, che ha ringraziato l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per l’impegno profuso nella valorizzazione dell’area Mab Unesco-Po Grande e sottolineato l’importanza del dialogo tra i vari attori che vivono il Po. “Il destino del nostro territorio – ha spiegato – è tutto da scrivere. Senza coordinamento e senza occasioni di confronto come questa sarebbe difficile costruire cose che durano nel tempo. Abbiamo in mano una grande opportunità”. L’introduzione è stata quindi affidata a Ludovica Ramella della Segreteria operativa dell’AdBPO e a Damiano Chiarini, presidente dell’associazione “Persona-Ambiente” e promotore della Carta del Po. Ramella ha sottolineato “il fermento e l’attenzione che stanno caratterizzando i territori del Po, ricchi di eccellenze, all’interno dei quali è tangibile la volontà di comunicare e di associarsi per poter moltiplicare le risorse a disposizione. Anche se lontani, molti territori vivono dinamiche molto simili”. Chiarini – che con la sua associazione promuove da anni un evento molto partecipato come la Discesa del Po – ha ribadito “la necessità di far crescere la consapevolezza e la conoscenza delle ricchezze che abbiamo tra i nostri argini. L’introduzione del Mab ha rappresentato per molti Comuni una sorta di sveglia, che li ha portati a interagire e ad organizzare tante iniziative in questi ultimi mesi”.

Il tema “Paesaggi del Po in transizione: sfide e opportunità” è stato trattato dal coordinatore CATAP Sergio Malcevschi, dalla presidente del Comitato esecutivo Parco del Delta del Po Emilia-Romagna Aida Morelli e dal direttore Aree protette del Po piemontese Dario Zocco. Per Malcevschi, “il Po costituisce un’occasione unica per affrontare il tema del rapporto con la natura”, mentre Morelli ha raccontato l’esperienza del Parco del Delta, area con caratteristiche geomorfologiche molto diverse da quelle del corso del Po. Zocco, infine, ha posto l’accento sull’importanza dell’acqua e la sua gestione, elemento fondamentale per il paesaggio.

Tema dell’incontro è stato anche il cibo, come “specchio del Po e dei suoi paesaggi”. Gioia Gibelli, presidente della Casa dell’Agricoltura, ha sottolineato “la diversità delle risorse ambientali e dei paesaggi lungo tutto il Po”, mentre il direttore dei Musei del cibo della provincia di Parma, Giancarlo Gonizzi, ha spiegato che “quando una parola coincide con un prodotto, non si parla più solo di alimentare ma di tutto un territorio. E’ il caso di Parma, ad esempio, che indica sia una città che un prodotto di eccellenza come il prosciutto”. Renata Lovati ha, invece, portato il contributo di dell’associazione “Donne in Campo Lombardia”, di cui è presidente.


 
Ultimo tema, quello del turismo come driver di sviluppo sostenibile. “Il settore – ha spiegato Matteo Montebelli, responsabile analisi e ricerche Centro studi Touring Club Italiano – è stato colpito duramente dalla pandemia e le conseguenze a livello internazionale e nazionale sono sotto gli occhi di tutti. Dal nostro Osservatorio Touring rileviamo un forte cambiamento nel modo di fare turismo da parte degli italiani (turismo domestico, di prossimità, mete “minori”, open air) che può rappresentare un “contesto” favorevole e coerente con l’offerta del Po. Questo status quo offre delle opportunità per sviluppare localmente un turismo sostenibile ma occorre agire su alcune leve: perfezionamento dei servizi, valorizzazione degli attrattori, messa in rete degli operatori, definizione di prodotti ed esperienze concrete”. A seguire, il direttore di Destinazione Turistica Emilia Pierangelo Romersi ha sottolineato il forte investimento sul digitale per raccontare l’Emilia e le sue eccellenze, mentre il direttore dei Castelli di Parma, Piacenza e Pontremoli Maurizio Pavesi ha illustrato i dati turistici dei castelli che si rivelano in linea con il periodo pre-pandemia.

Al termine, è stata data parola al pubblico. Tra gli interventi più significativi, quelli dell’assessore di Guastalla Ivano Pavesi, che ha ripercorso le tappe che hanno portato alla creazione del Mab-PoGrande e del coinvolgimento dei Comuni come parte attiva del progetto, mentre il sindaco di Sorbolo Mezzani Nicola Cesari ha insistito sulle potenzialità del territorio e ricordato, nell’ottica di un turismo sostenibile, la recente creazione della Ciclovia della Food Valley. L’importanza della gestione delle acque e dei siti di Rete Natura 2000 è stata sollecitata da Maria Adelia Zana e da Giorgia Gaibani di Lipu.

Le conclusioni sono state affidate a Fernanda Moroni di AdbPO. “Questo incontro – ha spiegato – rappresenta un punto di partenza importante. Abbiamo davanti la grande sfida del PNRR e per arrivare pronti ben vengano utili occasioni di confronto come questa tra soggetti che intendono prendersi cura del fiume Po”.