Il punto di vista dei genitori cristiani di figli LGBT sul DDL Zan. “Non stiamo parlando di ideologia, ma di vita e di realtà”. INTERVISTA a Corrado e Michela Contini

Il ddl Zan, dopo essere stato approvato alla Camera è approdato al Senato senza non poche polemiche per incagliarsi, forse definitivamente, prima delle vacanze estive. I partiti politici, nel loro tradizionale gioco delle parti, hanno sfruttato per mesi l’argomento per darsi battaglia, ma il sofferto percorso del ddl annovera anche l’intervento di uno stato estero – quello del Vaticano – che ad iter di approvazione aperto ha inviato una nota al ministero degli Esteri per segnalare una violazione del Concordato. “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” diceva Gesù – o almeno così è scritto nei Vangeli sinottici, sancendo già duemila anni fa la separazione fra stato e religione, ma questo forse rimane un paese di Guelfi e Ghibellini.

La materia è complessa e per questo abbiamo voluto parlarne con chi è coinvolto sotto tutti i punti di vista. Abbiamo incontrato Corrado e Michela Contini, genitori di un figlio gay che fanno parte di alcuni gruppi e associazioni di ispirazione cristiana: il “Gruppo Davide” e l’associazione Tenda di Gionata che si occupa di fede e omosessualità e comprende genitori di persone LGBT, ma anche pastori e una terza realtà nata quest’anno, la Rete 3VolteGenitori, presente in tutta Italia.

Sono passati sette anni da quando Papa Francesco, fra lo stupore generale, disse, davanti a giornalisti di tutto il mondo: “Se una persona è gay e cerca il signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicare”, cosa è cambiato da allora?

La frase di Papa Francesco ha cambiato un po’ la storia, ma la chiesa è rimasta ferma – spiega Corrado. Tuttavia ha fatto sì che emergessero realtà nascoste e questo è comunque molto importante. Tantissimi ragazzi e ragazze, donne e uomini che prima si nascondevano hanno dichiarato alla comunità in cui vivevano la propria omosessualità e anche molti pastori hanno iniziato ad accompagnare queste persone. Accanto a ciò, un cambiamento epocale è stato possibile anche grazie alla legge sulle unioni civili che ha reso visibile una realtà esistente dandole dignità. Il settembre scorso siamo stati in udienza dal Papa – aggiunge Michela – abbiamo consegnato personalmente il nostro libretto “Genitori fortunati” e lui ci ha detto “la Chiesa ama i vostri figli e li ama come sono”. Il genitore che ha consegnato il libro ha risposto: “Speriamo che sia così”. È stato dialogo a tu per tu molto franco e diretto.
Però la dottrina non è cambiata. Quindi un conto è la valutazione pastorale e un altro è la dottrina ideologica. In questo senso, recentemente, la chiesa si è espressa con due negazioni. La Congregazione della dottrina della fede ha affermato che le coppie omosessuali non possano essere benedette, mentre la Cei ha affermato che il ddl Zan non era necessario perché le tutele erano già previste nelle leggi dello stato e oltre a questo limitava le libertà di espressione.

Vede, dal 2013, noi raccogliamo in un portale tutti gli episodi di violenza e gli eventi omofobici che ad oggi sono stati oltre 1300; più di 200 solo negli ultimi sette mesi. Questa è solo la punta dell’iceberg, sono solo gli eventi che arrivano all’opinione pubblica, molti addirittura non vengono denunciati.

Cosa pensate delle polemiche suscitate dal ddl Zan?

La rete 3VolteGenitori, sul ddl Zan è intervenuta con una lettera che ha spedito a tutti i senatori per chiedere esplicitamente perché fa tanta paura l’identità di genere dei nostri figli LGBT – spiega Corrado -. Perché i punti in questione sono tre: identità di genere; tutelata o meno della libertà di opinione e una giornata di informazione nelle scuole per prevenire l’omotransfobia nelle scuole.

Vede, l’identità di genere non ha a che fare con l’ideologia, si tratta di vita e di realtà, di figli che ti vengono a dire noi non ci troviamo in questo corpo, ci sentiamo sdoppiati, questo corpo non corrisponde alla nostra anima, alla nostra identità. Aiutami a superare e vincere questa lacerazione che sento: questo dicono le persone transessuali. Nella sigla Lgbt la lettera t rappresenta le persone che maggiormente soffrono e che subiscono le maggiori violenze. I genitori sono estremamente in difficoltà e solo una minima parte riesce ad accompagnare i propri figli – aggiunge Michela – la maggior parte li ostacola. E nel nostro gruppo aiutiamo anche questi ragazzi che non hanno il sostegno della famiglia, perché non vogliamo lasciare indietro nessuno.

Cosa aggiunge il ddl zan?

C’è bisogno di questa legge perché le violenze avvengono per motivi abietti. È questo il punto nodale. C’è bisogno di una pena in più perché viene esercitata violenza, perché non viene riconosciuta l’identità delle persone LGBT, così come avviene per le persone di colore o che praticano una diversa religione. È chiaro che la legge deve contribuire a creare un cambiamento di mentalità e in Italia siamo in ritardo di decenni, non siamo al passo con i tempi. Il Parlamento Europeo da undici anni ci sollecita a emanare una legge che vada in questa direzione. Solo sei o sette stati non l’hanno e noi siamo fra questi. In ogni caso i ragazzi, i giovani sono già molto più avanti su questo genere di argomenti. Noi rincorriamo una cosa che sta già avvenendo che lo vogliamo o no. E fare educazione far capire e conoscere è fondamentale per permettere alle persone di non giudicare, non categorizzare e farsi fermare da pregiudizi ideologici.

Vi aspettate che la Chiesa cambi?

Crediamo che se accadrà sarà a partire dal basso – dice Michela. Quando cambierà la mentalità delle persone e anche il pensiero sulla sessualità che per la Chiesa vuole dire fare figli, ma non è ovviamente solo quello. Se con la sua domanda intende chiederci come viviamo questa realtà, le dico che è una bella sfida – aggiunge Corrado. Sinceramente quando siamo partiti volevamo tenere con una mano i nostri figli e con l’altra la chiesa che ci ha generato alla fede, che per noi è una dimensione importantissima alla quale non possiamo rinunciare. È uno sforzo che, in senso metaforico, ci costa sangue, perché la Chiesa come istituzione fa molta fatica. Si appella ancora a una dottrina che e non tiene conto degli sviluppi degli studi in ambito psicologico e sociologico degli ultimi 50 anni. L’Oms, a metà del 1990 cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali e la definì per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.  Il popolo dei fedeli e anche tanti pastori stanno cambiando e noi questa battaglia la vogliamo combattere perché non possiamo né abbandonare i nostri figli né la fede.

Il percorso del ddl Zan però è in salita, sarà forse ricalendarizzato al Senato in settembre, ma c’è chi crede che sia stato ormai ampiamente affossato. Qual è il vostro pensiero?

Noi ci auguriamo che sia approvato tuttavia preferiamo non avere questa legge piuttosto che una legge snaturata. In particolare per quanto riguarda identità di genere, perché significherebbe non aver capito la realtà dei nostri figli. Il dibattito politico è stato scorrettissimo e non hanno mai ragionato di come è la legge e di come la realtà. Qui si tratta di punire in modo più esemplare chi commette questi reati perché lo fa per motivi abbietti. Noi abbiamo paura per i nostri figli, abbiamo paura del bullismo nelle scuole. Questa legge è fondamentale.

I dati e sull’omotransfobia si possono trovare su omofobia.org

Tatiana Cogo

lombatti_mar24