“Il segno di Guido Cantelli”: una mostra dedicata al grande direttore d’orchestra

Nel centenario della nascita del leggendario maestro Cantelli, la Toscanini dedica un’interessante mostra documentaria alla figura del “ragazzo degli dei”

Nel centenario della nascita di una leggenda del podio, La Toscanini, in collaborazione con il Centro Studi Guido Cantelli e la Biblioteca del Conservatorio di Novara) dedica al grande direttore d’orchestra tragicamente scomparso a soli 36 anni una interessante mostra documentaria che sarà accolta dall’atrio d’ingresso del Centro di Produzione Musicale Arturo Toscanini negli orari di apertura della biglietteria (dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17) dal 13 al 29 ottobre. Gli abbonati potranno invece ammirarla nel foyer dell’Auditorium Paganini prima di ogni concerto della Filarmonica Toscanini in calendario nel mese di ottobre

Intransigente, nel contempo timido e umile con tutti, ma non dinanzi all’orchestra, animato da un profondo idealismo e da un’inesauribile capacità di lavoro, Guido Cantelli ovvero il ragazzo degli dei (così lo definì Elisabeth Schwarzkopf) nacque cent’anni fa, il 27 aprile 1920 a Novara; non fu solo il direttore prediletto, ma anche un amico di Arturo Toscanini. Proprio alla luce di questo speciale privilegio da parte del Maestro – in cui egli stesso appare sotto una luce nuova quanto inaspettata – desidera ricordarlo ed approfondirne la sua incredibile caratura di artista attraverso la mostra Il segno di Cantelli.

Solo otto anni, dal 1948 al 1956, segnano gli estremi cronologici della sua arte interpretativa: dall’esaltante debutto scaligero del 21 maggio 1948 seguito dall’invito di Toscanini a dirigere la “sua” Orchestra Sinfonica della NBC alle ore 0.35 quando il 24 novembre 1956 l’aereo su cui viaggiava prese fuoco al decollo da Orly (Parigi); da poche settimane era stato nominato direttore musicale del Teatro alla Scala. Quel talento e quelle promesse che avrebbero senza dubbio cambiato la storia dell’arte direttoriale del ‘900 svanirono nella terribile sciagura della quale si preferì non informare Toscanini.

Il Maestro che, quasi novantenne, morì nel gennaio successivo, dopo i quattro concerti tenuti da Cantelli nel 1950 con la NBC, così scrisse alla moglie Iris: «Sono felice di informarla del grande successo di Guido e che l’ho introdotto nella mia orchestra, che lo stima molto come me del resto. Questa è la prima volta nella mia lunga carriera che io ho incontrato un giovane così dotato. Egli andrà lontano, molto lontano.»

Alla luce dei suoi straordinari successi, la storia della sua vita spezzata a 36 anni, costituisce una sorta di epopea. La mostra ripercorre le tappe essenziali della folgorante carriera del direttore, intrecciate con la sua esistenza, attraverso oggetti, partiture e fotografie che ne documentano i trionfi: da Novara a New York, poi Londra e Vienna con alcune tra le principali orchestre del mondo – la Scala, la NBC Symphony e la New York Philharmonic, la Boston Symphony, la Philadelphia Orchestra, la Filarmonica di Vienna e la Philharmonia di Londra – e con i maggiori solisti del periodo: Artur Rubinstein, Wilhelm Backhaus, Nathan Milstein.

Nella mostra le vicende della vita del direttore, intrecciandosi con la rinascita e la ricostruzione dell’Italia dopo la fine della guerra, contribuiscono a renderlo una sorta di “eroe della musica” la cui memoria non deve essere cancellata.

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