Il viaggio di De Gasperi in America del ’47, come quello di martedì di Draghi? (di Simone Guernelli)

La Storia, quella con la S maiuscola, è fatta così. A volte ripresenta dei fatti, lontani nel tempo, con qualche parallelismo nell’attualità.

Martedì Draghi sarà in America, parlerà con Biden di guerra e sanzioni alla Russia. Giuseppe Conte, leader 5 stelle, ha chiesto, inutilmente, che prima di partire venisse a riferire in Parlamento ( come dovrebbe funzionare in una democrazia parlamentare). Come si sa il #M5S chiede, con forza, che l’Italia promuova un vero processo di Pace e metta un limite all’escalation militare.

Le visite negli USA dei nostri primi ministri hanno sempre rappresentato, o per i contenuti dei colloqui, o per le conseguenze sul nostro paese, momenti importanti da un punto di vista politico.

Forse il viaggio più famoso è quello di De Gasperi del 3 gennaio del ’47. Come oggi all’epoca c’era un governo con quasi tutte le forze politiche dentro, e all’opposizione, come oggi, solo le nascenti forze della destra: Uomo Qualunque e i monarchici.

La situazione italiana era terribile, da un punto di vista sociale prima ancora che economico: la situazione alimentare non era ancora stata risolta del tutto, vaste fasce di popolazione rischiavano la fame. Per rendere l’idea il viaggio in aereo fu pagato e organizzato dagli americani stessi. De Gasperi tornò dalla visita con una serie di aiuti tra cui un prestito di 100 milioni di dollari dell’Import/Export Bank, e un assegno di 50 milioni, sempre in dollari, del governo americano a titolo di risarcimento. Cifre che in Italia vennero propagandate come fantasmagoriche, mentre in realtà la delegazione italiana, che comprendeva anche il governatore della Banca d’Italia, puntava a una linea di credito di 700 milioni di dollari.

L’ altro risultato di quella visita fu, invece, politico. Se ne accorse per primo Pietro Nenni, leader socialista, ministro degli Esteri, che nel suo diario annotò come De Gasperi fosse tornato alquanto cambiato da quel viaggio. Poche settimane dopo ci fu un rimpasto di governo e pochi mesi dopo nacque il IV governo De Gasperi che estromise definitivamente i partiti di sinistra, PSI e PCI, dalla maggioranza. Lo scopo dell’amministrazione americana fu raggiunto; cominciava l’epoca dei governi centristi, filo- atlantisti, in Europa: in Italia bisognerà aspettare oltre 15 anni per riavere un socialista al governo. Facile immaginare che cosa il presidente americano Truman chiese al primo ministro italiano in quell’occasione.

Oggi il mondo in cui viviamo è profondamente diverso da quello di 75 anni fa. Chi scrive fa molta fatica a fare un paragone tra De Gasperi, un politico tutto tondo fiero oppositore del fascismo, e Draghi, sicuramente un tecnico di prestigio, ma certo non un politico “idealistico”. Anche il parallelismo storico tra #M5S e i grandi partiti di sinistra della I Repubblica non regge molto ( anche se qualche analogia si può trovare).

Ma, detto questo, ancora oggi andiamo a Washington per farci dire cosa dobbiamo fare: sarà interessante, quindi, capire se, oggi come allora, verrà chiesto al nostro Premier una forte presa di posizione, sulla Russia e sulle sanzioni, anche in contrasto con quelli che sono gli interessi italiani ed europei e, soprattutto, quale sarà il che prezzo che dovremo pagare.

Simone Guernelli
Consigliere comunale 5 stelle Colorno

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