Il declino dei giornali di carta a Parma

22/05/2011
h.19.00

Dopo decenni di immobilismo totale, a Parma è un proliferare continuo di mezzi d’informazione, cartacei, web, quotidiani, settimanali, a pagamento, gratuiti… anche in questi giorni ne è spuntato uno nuovo. Io ne ho contati una ventina, ma metto in conto di aver dimenticato qualcuno. Un attivismo editoriale in controtendenza rispetto, ad esempio, al progressivo declino mondiale delle vendite dei giornali di carta, a cui fa da contraltare la crescita dei quotidiani online che, se ben fatti, hanno dimostrato di essere in grado di intercettare un numero impressionante di lettori tanto a livello locale quanto nazionale.
Eccezion fatta per la Gazzetta che, sebbene anch’essa intaccata dal trend globale, rimane un’anomalia, alla fine viene da chiedersi se a Parma ci siano i lettori per cotanta offerta informativa, quale peso abbiano questi quotidiani di carta, e forse anche il senso della loro presenza se a mala pena in edicola riescono a dare via 300-400 copie, e nelle esperienze editoriali più retrò l’unità di misura delle vendite diventa la decina. A ciò, come sempre, si aggiungono conti economici in rosso, situazioni pre-fallimentari, debiti, compensi non retribuiti, tagli del personale… se non chiusure che lasceranno a spasso tanti lavoratori che, tanto per cambiare, saranno i primi a pagare.
Ma probabilmente non è neppure la vendita l’obiettivo di certe testate, ma l’esposizione fuori dalle edicole della locandina sulla quale sparare titoli più o meno ad effetto, confidando di imbattersi nello sguardo di qualche passante che sbircia (non fosse altro per leggere le notizie della Gazzetta di Parma) e influenzarlo nel proprio pensiero politico con messaggi flash e senza appello, anche perchè poi nessuno leggerà il contenuto dell’articolo. Stiamo assistendo ad un utilizzo distorto e disperato della strumento della locandina, che nasce per il essere un supporto al giornale ma qui diventa il fine e al contempo un’ammissione della propria incapacità di vendere.
Viene da domandarsi chi compri questi giornali. Provo a fare mente locale e mi chiedo se conosco una sola “persona comune” che, ad esempio, acquista “La Sera” o, vado oltre, sarebbe in grado di citare una notizia o un articolo pubblicati su “La Sera” dal giorno della sua nascita ad oggi. Secondo me nessuno. Il problema è che ormai, vuoi per l’avvento di Internet, vuoi per la crisi economica, vuoi per mancanza di tempo perchè proiettato già sulla news in tempo reale, certe testate non le leggono più neppure lo zoccolo duro degli addetti ai lavori che sanno che ben difficilmente troveranno qualche notizia che non sia già stata data dalla Gazzetta online, Repubblica Parma e ParmaDaily il giorno prima. Io sono tra questi disertori, e lo dico con autocritica perchè il sottoscritto dovrebbe leggere tutto, non fosse altro come compito professionale.
Quale futuro può avere un giornale cartaceo a pagamento se tratta gli stessi temi (quasi sempre peggio) dei quotidiani online con 24 ore di ritardo?
Chiudo con un’altra domanda: ma un’editoria siffatta a chi serve? Forse davvero solo alla Gazzetta di Parma, che nelle edicole si ritrova senza concorrenza… a differenza del web, dove lì sì che trova pane per i suoi denti, e magari le busca anche!

Andrea Marsiletti

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