“Sexually correct” (ParmaDaily educazione sessuale)
Finalità della rubrica
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21/04/2010
h.16.00
Dopo due anni di test il preservativo antistupro è realtà. Dietro il Rape aXe c’è una donna sudafricana da sempre in prima linea nella lotta contro le violenze, Sonnette Ehlers. La Ehlers lavora da anni a stretto contatto con le vittime di stupro e ha deciso qualche anno fa di passare all’azione creando questo innovativo condom anti-violenza.
Inizialmente chiamato Rapex, il preservativo anti stupro ha dovuto cambiare il suo nome in Rape-Axe perchè al momento della registrazione del marchio si è scoperto che il nome era già stato registrato da un’azienda europea.
Il Rape-axe è formato da una membrana di plastica dura che nasconde, al suo interno, aculei e protuberanze. Va inserito all’interno della vagina e si attacca letteralmente al pene. Una volta attaccata la guaina si può togliere solo attraverso l’intervento chirurgico e questo porterebbe al riconoscimento dell’aggressore senza l’uso di alcun test del dna.
All’interno del sito dedicato all’innovativo condom c’è tutta una sessione dedicata alle domande più frequenti e proprio da lì sono scaturite le prime polemiche sull’invenzione della Ehlers. Secondo alcuni il preservativo non sarebbe del tutto sicuro e il violentatore avrebbe comunque la possibilità di vendicarsi prima di cercare soccorso per eliminare il Rape aXe. Altri sostengono che se la “morsa” non dovesse funzionare lo stupratore potrebbe causare ulteriori ferite alla sua vittima, una donna nel forum ha addirittura scritto che l’invenzione è frutto di “una mente malata”.
Eppure i propositi della Ehlers erano del tutto diversi, secondo l’inventrice grazie al preservativo si possono anche diminuire la possibilità di contagiare malattie – come l’Aids diffusissima nel Paese africano – o eliminare gravidanze. Nonostante le polemiche, il preservativo antistupro è stato approvato dalle autorità sanitarie e la sua produzione verrà iniziata in Cina.