“Il sindaco di Zibello avvilisce il crocifisso”

07/11/2009
h.10.50

“E’ nella cultura e nelle tradizioni del paese di Zibello l’affissione del crocifisso”: lo afferma orgogliosamente l’ancor gradevole sindachessa del bel comune rivierasco.
Che, però, non solo non si accorge di avvilire, alla fine, il significato che il crocifisso ha per i credenti a quello di un culatello ben stagionato ma, anticipando una sua ordinanza per far affiggere quel simbolo religioso in tutti gli edifici pubblici del territorio comunale che ne sono sprovvisti, combina anche un clamoroso autogol. Infatti, pur essendo a capo di un’amministrazione comunale che “si ispira – ipsa dixit, con buona pace della ‘neutralità’ della pubblica amministrazione! – ai principi del cristianesimo e del cattolicesimo”, solo oggi sembra accorgersi che dovrà probabilmente “posizionare” altri crocifissi confessando così la sua contraddittoria culpa in vigilando.
Resterebbe poi da dire di quanto sia singolarmente berlusconiana la sua opinione sulle decisioni, su tutti i verdetti delle Corti: solo di sfuggita, tuttavia, va almeno ripreso, pari, pari, quanto ha detto in proposito la nostra prima cittadina: “non mi importa nulla di nessuna sentenza”.
La quale nostra prima cittadina, per ostentare ancor di più la vastità della sua preparazione giuridica e la profonda conoscenza della Costituzione, ha proseguito impunita affermando che “l’Italia è una Repubblica fondata sui valori del cristianesimo e del cattolicesimo”.
Discostandosi però, e di tanto, dall’opinione del suo amato Leader che, come ben sappiamo, giudica la Costituzione una sorta di zibaldone soviettista.

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