Inceneritore, “non decide solo il Comune”

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28/05/2012
h.13.40

Il quotidiano La Stampa ha intervistato l’amministratore delegato di Iren Roberto Garbati.
In merito all’inceneritore di Parma e alla volontà del neo sindaco Pizzarotti di bloccare l’impianto ha dichiarato: “Siamo preoccupati, ma se guardiamo agli strumenti attuabili per tornare indietro non siamo allarmati. Ci sono autorizzazioni finali che spettano al Comune e altre alla Provincia: in queste valutazioni si analizzeranno anche le altre questioni in gioco, non solo lo smaltimento dei rifiuti ma anche il progetto di realizzare una rete di teleriscaldamento. E poi si rischia di perdere posti di lavoro. Infine, portare i rifiuti nei paesi del Nord non è economicamente vantaggioso”.
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28/05/2012
h.17.20

Iren, nerI scenari, opportunità di svolta

E’ preoccupato, Garbati, ad di Iren. Ed ha ragione ad esserlo.
Solo che guarda nella direzione sbagliata.
Se vuole trovare il bandolo della matassa deve girare lo sguardo dentro la società.
Ricapitoliamo.
Amps era la municipalizzata della nostra città, forte di lavoratori, denaro (si parla di miliardi in titoli) e utili, radicamento sul territorio, certamente con debolezze da sanare, ma un riferimento certo per Parma.
Così era a Reggio Emilia ed a Piacenza.
Si volle poi procedere con la fusione, la parola magica che sembra risolvere ogni problema e di fusione in fusione siamo arrivati ad avere una società decotta, appesantita da un debito enorme, killerata dalla Borsa, con un rapporto con i territorio vicino allo zero assoluto.
Ma non è nemmeno questa posizione che vogliamo mettere in luce.
Dal nostro umile punto di vista è la sua arretratezza culturale che è drammatica.
Iren sostanzialmente è una società che non innova, non si aggiorna, non guarda avanti.
Iren è una società di smaltimento e lo smaltimento dei rifiuti verrà meno in pochi anni, surclassato dalla necessità ormai impellente di risparmiare, riciclare, riusare, recuperare, non sprecare.
Iren poi non è nemmeno innovativa negli altri campi: non guarda alle energie alternative, non brilla in nessun campo in particolare, non ha un settore ricerca e sviluppo in grado di competere sul mercato globale.
Cosa ne è della nostra Amps? Usata per trasformare il suo gruzzolo per alimentare opere altrimenti impossibili da realizzare, oggi la multiservizi non esiste più, come non esiste l’influenza del nostro comune in seno all’assemblea dei soci.
Iren è perdente ed è tutto merito della sua governance, dei suoi amministratori, forse obnubilati da cachet eccessivi e sproporzionati ai risultati deludenti ottenuti.
Iren potrebbe cambiare, se non è già tardi.
Potrebbe trasformare la propria fisionomia per rincorrere il futuro che avanza al galoppo. E lo potrebbe fare partendo da Parma, approfittando della tempesta perfetta che sta gelando la crescita dell’inceneritore non voluto e rigettato ora anche dalla amministrazione.
Deve fare un passo straordinariamente coraggioso.
Non sappiamo se ne sia capace.
Se lo sguardo dei suoi delegati spazi così avanti.
Di tempo ce n’è poco, ma le opportunità ancora sono tutte lì, acchiappabili.
Le incapacità fin qui dimostrate andrebbero ammesse, utilizzando le energie innovative dei territori in cui opera come volano di crescita, sviluppo, riconversione.
Nessuno ha acrimonia per Iren, sono i comportamenti che sono sbagliati.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR

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Cambiare strategia, una sfida da vincere Il sindaco è pronto. E gli industriali di Parma?

Così è iniziata l’avventura del nuovo sindaco di Parma: al Paganini per celebrare l’ anniversario della Polizia di Stato.
C’erano tutte le autorità, e tutte hanno voluto stringere la mano al sindaco più giovane dal dopoguerra. C’è grande fermento attorno a questo ragazzo proveniente dalla società civile e slegato da tutte quelle relazioni pericolose e intricate che hanno portato la nostra comunità al collasso.
Il sindaco dovrà incontrare i cosiddetti “poteri forti”, che hanno investito con determinazione nel sistema inceneritore.
Molti attendono questo confronto per vedere di che pasta è fatto il giovanotto.
In campagna elettorale sosteneva impavido che avrebbe fermato l’ inceneritore. Quando varcherà la soglia di Palazzo Soragna e si troverà di fronte ad alcuni degli industriali più importanti del mondo, sarà altrettanto impavido? Noi siamo convinti di sì.
Il sindaco è uno di noi, è cresciuto assieme a noi e porterà un messaggio positivo all’Unione Parmense degli Industriali.
Dall’inceneritore passa tutta la nostra vita: ambiente, ecologia, economia, salute, lavoro, stili di vita, global warming, risorse finite in un pianeta finito.
Diciamo no inceneritore per dire sì alle alternative che creano posti di lavoro, che preservano le risorse delle future generazioni, che non avvelenano l’ambiente, che non compromettono le catene alimentari, che fanno risparmiare soldi, che non sono in conflitto con i limiti del pianeta.
Trent’anni fa, Aurelio Peccei, manager della FIAT stimato in Italia e nel mondo, commissionò uno studio al MIT di Boston, per capire quale fosse l’impronta che gli esseri umani esercitano su questo pianeta con le loro attività quotidiane.
La multinazionale che finanziò il lavoro era la Volkswagen. I risultati drammatici che emersero, diedero il titolo allo studio: “I limiti dello sviluppo”. Viviamo in un pianeta finito con risorse finite, non possiamo continuare ad estrarre materia vergine per poi disperderla in discariche o in atmosfera tramite gli inceneritori. Le nostre attività corrono più velocemente della capacità di rigenerazione degli ecosistemi e stiamo perdendo fertilità dei suoli. Abbiamo il dovere di intercettare tutta la frazione organica per riportarla ai terreni sotto forma di compost. La campagna porta nutrimento alla città: la città deve poi riportarlo alla campagna.
Gli industriali possono creare un business straordinario nel campo della green economy. Le grandi multinazionali, come la Procter & Gamble, stanno investendo in innovazione proprio per recuperare materia e consentirne la rivendita, creando business e posti di lavoro. Oggi sono riusciti a ridare vita anche a tutti quei pannolini, pannoloni e assorbenti che Parma invece vuole continuare a bruciare, avvelenando terra, acqua e aria.
Quanti investimenti rischiamo di perdere con l’inceneritore? Possiamo davvero permetterci di bruciare le nostre eccellenze e il nostro futuro? GCR ha portato a Parma Braungart e i suoi industriali. Economie in esplosione, non in recessione. Possiamo creare un cambiamento che le future generazioni non dimenticheranno.
Mille anni fa Parma era ai vertici per la seta. Oggi non possiamo cullarci sull’agro-alimentare. Dobbiamo cogliere la sfida della sostenibilità per ricondurre l’impronta umana dentro a confini che possano garantire alle future generazioni di vivere su un pianeta desiderabile, non moribondo.
I cittadini di Parma sono pronti alla sfida. Anche il sindaco lo è. Mancano solo gli industriali.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR

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