INTERVISTA ad Antonio Pensieri, autista Tep: “Nelle strade deserte facciamo i 20-30 all’ora, sperando che i semafori diventino rossi…”

Taxisti, autotrasportatori, autisti del servizio pubblico: fra i lavoratori rimasti in prima linea in questa fase di emergenza per l’epidemia da Covid-19 ci sono anche loro, perché la loro attività è giustamente ritenuta essenziale.

Siamo saliti a bordo di autobus e corriere della Tep, nei giorni scorsi, per dare uno sguardo alla città e alla provincia deserte e capire le sensazioni stranianti che si possono provare nella quasi totale assenza di persone. Le preoccupazioni anche per i circa 460 autisti del servizio pubblico non sono poche, visti i continui riduzioni di orari. Come ha dichiarato Tep, fino al 3 aprile proseguirà l’orario invernale previsto nei periodi di vacanza scolastica e sono sospese tutte le corse bis dedicate agli studenti. Sono sospese le corse urbane notturne in funzione dopo le 22 (per i dettagli degli orari www.tep.it).

Abbiamo percorso le linee 6, 7, 11, 21 con Antonio Pensieri, autista che compie proprio questa settimana 20 anni di lavoro per Tep e che avrà percorso incalcolabili chilometri fra città e provincia, battendole palmo a palmo, spingendosi anche nel resto d’Italia e in Europa, accompagnando studenti o gruppi in gita. Lo scenario da coprifuoco, come si vede nelle fotografie, era sempre lo stesso, in tutte le linee in città così come in provincia, in appennino, lungo la pedemontana o nella bassa. Finalmente le persone hanno capito l’importanza di rimanere in casa.

Hai paura del contagio mentre svolgi il tuo lavoro?

No, più che altro inizialmente ero, eravamo molto arrabbiati perché anche dopo la chiusura delle scuole le persone continuavano a uscire e a girare liberamente senza rendersi conto del pericolo. E noi sapevamo come stavano andando le cose perché avevamo alcuni colleghi in quarantena, perché legati al focolaio di Codogno. Per quanto riguarda la nostra sicurezza da tre settimane è stato bloccato l’ingresso dalla porta anteriore ed è stata posta una catenella per impedire il passaggio delle persone e distanziarci di almeno un metro dagli utenti che salgono sull’autobus. Abbiamo il liquido disinfettante e i mezzi vengono sanificati ogni giorno. Ma oggi viaggiamo praticamente vuoti.

Qual è il tuo stato d’animo in questi giorni?

Oggi sono tranquillo, non c’è nessuno per strada, pochissime persone sugli autobus e anche sulle linee extraurbane salgono solo i pendolari che partono la mattina presto e tornano la sera dopo il lavoro. Ciò che spicca sono i senza tetto. Prima si mimetizzavano molto di più fra la folla di gente, ora invece si vedono girare per le strade. Faccio il verificatore da quattro anni e conosco molti volti, diverse sono le persone che salgono sugli autobus anche solo per dormire e ora queste persone sono in strada. Poi ci sono gli spacciatori esattamente come prima, lungo la linea 7 in particolare in via D’Azeglio e in via Toschi.

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Come è guidare i mezzi in questi giorni?

Molto, molto strano. Ma mi ritengo fortunato perché essendo in strada mi rendo conto meglio di quanto sta accadendo. E poi dobbiamo fare esattamente il contrario di quanto facevamo prima. Nel senso che se normalmente eravamo alla guida concentrati per rispettare gli orari ora dobbiamo impegnarci per non anticipare, nella totale assenza di traffico facciamo i 20-30 all’ora, sperando che i semafori diventino rossi. Sicuramente siamo meno stressati. Se prima dovevamo avere lo sguardo a 360° gradi, dato che normalmente la gente di fretta si butta letteralmente in mezzo alla strada, oggi speriamo che qualcuno attraversi sulle strisce pedonali per farci perdere qualche minuto. I giorni sembrano tutti uguali e tutti come i Ferragosto di 20-30 anni fa, quando la città era veramente vuota.

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Cosa ti manca di più del prima emergenza Covid-19?

Le gite con gli studenti o con i gruppi, l’essere parte della loro bella esperienza, l’immedesimarmi nelle loro emozioni.

Che preoccupazioni hai per il futuro?

Sindacati e azienda non sono mai andati così d’accordo come in questo periodo, ci vengono incontro, fanno il possibile, ma inevitabilmente c’è e continuerà ad esserci una riduzione di lavoro. Temo la cassa integrazione, ma penso che anche nel nostro settore sarà inevitabile.

Tatiana Cogo

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