INTERVISTA – Alessandro Guardamagna (M5S): “Pizzarotti fa politica come un prete”

confartigianatomaggio

ParmaDaily ha intervistato Alessandro Guardamagna, candidato consigliere comunale per la lista del M5S che sostiene il candidato sindaco Daniele Ghirarduzzi.

Alla fine il M5S si presenterà alle prossime elezioni comunali. A Parma ci sarà quindi lo scontro Grillo – Pizzarotti. Pensate di prendere più voti del sindaco uscente?

Per il MoVimento 5 Stelle la competizione è con tutte le altre liste, fra cui vi è anche quella dell’amministrazione uscente. Ci auguriamo di prendere più voti? Direi di sì, perché diversamente non avrebbe senso quanto stiamo facendo.

Tu sei stato forse il primo “grillino” di Parma critico con Pizzarotti. Cosa avevi notato, dal tuo punto di visto, che non andava?

Te ne ricordi. Non so se sono stato il primo ad esprimere critiche forti nei confronti dell’attuale Amministrazione, ma sicuramente sono stato il primo a farlo pubblicamente a partire dal 2013.

Quello che non andava era il nulla travestito da M5S, e non mi riferisco al sindaco in sé, ma al gruppo andato al potere. Con le elezioni del 2012 nelle istituzioni di Parma sarebbero dovuti entrare, se non tutti paladini della democrazia stile Giovanna D’Arco, almeno dei Capitani Bellodi, ed invece, ad eccezione di Savani e Nuzzo, è arrivato il pretismo camaleontico. Ora la mentalità pretesca ha causato danni seri all’Italia, e a Parma, alla regione Emilia Romagna e allo stato altri preti in politica non servono. Se è vero che non servono i mangiafuoco, ancora meno servono i preti.

PIM (Parma in Movimento, l’associazione da cui nacque l’attuale amministrazione della città) che conobbi nel 2010 era un gruppo sostanzialmente chiuso ed autoreferenziale, caratteristiche in antitesi a quanto si proponeva il M5S. Quando dissi di fondare altri gruppi del M5S in provincia, tutti si opposero sostenendo che se il “Movimento” usciva da Parma non “si sapeva a chi andava in mano”.

Tale affermazione, contraria a quanto stabilito nello statuto e al vero spirito del M5S, non è neppure un ragionamento.

Insomma, se promuovi davvero il confronto, che problemi hai se i gruppi, compreso il tuo, si estendono? Dovresti esserne contento. Non lo sei e temi qualcosa se invece ti poni come colui che rappresenta il verbo solo perché sei tra i primi che in loco hanno iniziato a parlarne e a fare banchetti – ok, ma se poi idee non ne hai?! – e nutri la sindrome della corona che vedi come tua e “guai a chi me la tocca”.

Da lì non si fatica a capire il resto che arriva ad esternazioni tipo “Noi a Parma incarniamo il M5S” mentre del MoVimento si strombazzavano solo slogan e de imperio si buttavano fuori da PIM coloro che chiedevano spiegazioni sul perché il programma elettorale, quello vero, non venisse rispettato.

Col tempo l’incarnazione del verbo è camaleonticamente mutata e da acerrima avversaria del PD né è diventata amicona, il che richiede uno sforzo di fede che io, ammetto il mio limite, non sono in grado di concepire, figuriamoci di attuare.

Inutile poi stupirsi della buona relazione con IREN, il nemico giurato ante 2012, dell’appoggio incondizionato dato a PGE, degli avvisi di garanzia fasulli – uno dei quali è stato recapitato anche a te (Andrea Marsiletti, direttore di Parmadaily)– che l‘ufficio stampa del Comune ha dichiarato essere stati emessi nel rispetto della legge, etc, etc… Non è necessario che dica altro, non credi?!

Nel 2012, come noto, il Comune di Parma era gravato di un debito enorme, al punto che l’opposizione portò in consiglio e fece votare una mozione che chiedeva che fosse attivata la procedura di predissesto del Comune (leggi).  Sulla stessa lunghezza d’onda si era espressa più volte la Corte dei Conti. Oggi il debito è stato ridotto del 60% (leggi). Almeno questo merito a Pizzarotti glielo riconosci oppure è tutto un bluff e il debito è rimasto inalterato?

Riconosco l’impegno e del pari so che amministrare una città non vuol dire solo ridurre il debito azzerando gli standard di sicurezza, colpendo il sociale e finendo con l’abbassare drasticamente la qualità della vita, per giustificarsi sempre dietro il refrain del “Non si può fare altrimenti”. Nel maggio 2012 a Parma si eleggeva un nuovo sindaco che doveva portare avanti un preciso indirizzo politico – mai visto – non un contabile di bilancio, per trovare il quale sarebbe bastato indire un concorso pubblico per titoli ed esami. O noi capiamo che privatizzare non deve voler dire svendere diritti ottenuti con lotte per l’affermazione della democrazia, per ridurli a vuoti simulacri, in nome del portafogli da salvare, oppure non abbiamo capito niente. Quando hai salvato i conti e contemporaneamente impoverito la compagine sociale, come avvenuto a Parma, cosa credi di aver ottenuto? Dov’è il vantaggio concreto? Sembra il ragionamento di chi crede sia essenziale produrre a qualsiasi costo a discapito dell’ambiente. E quando resti senza ambiente in cui vivere, della tua amata produzione cosa te ne fai? E’ difficile contenere la spinta alla privatizzazione, ma chi vi crede deve battersi in tal senso e non allearsi con il nemico perché gli conviene ergendo la presunta riduzione del debito a giustificazione dei propri limiti.

Che idee concrete ha la vostra lista per il futuro del Comune di Parma?

Vorremmo riportare maggiore sicurezza nei quartieri e rilanciare il centro storico.

A me viene subito in mente il quartiere Pablo, dove gli spacciatori girano liberamente in bicicletta in pieno giorno, o i gruppetti che transitano di fronte alla stazione ferroviaria o all’istituto Toschi, con pusher rigorosamente stranieri e clienti rigorosamente locali, molti dei quali arrivano in bicicletta con seggiolino per bambini. Serve gestire l’immigrazione sostenibile e contrastare sia l’immigrazione clandestina e criminale che l’abusivismo – chi affitta una stanza a 10 persone a 300 euro al mese a testa per intenderci – e fermare le privatizzazioni, incentivate invece negli ultimi anni, e un sindaco motivato può fare molto in tal senso.

Abbiamo un piano anche per dare un sostegno concreto alle famiglie riducendo le tasse sui servizi erogati per sanità ed asili. Mi occupo di cultura e ritengo sia importante introdurre JSTOR nelle biblioteche comunali. Da anni sento parlare della vocazione internazionale della città, dell’apertura culturale alle innovazioni, ma dal 2013 ho visto gli utenti delle biblioteche usare solo google come motore di ricerca, che è in po’ come dire che hanno l’ABC ma gli manca il resto dell’alfabeto se vogliono accedere a banche dati con gli ultimi aggiornamenti di carattere accademico-scientifico. JSTOR, biblioteca digitale diffusa a livello internazionale da più di 20 anni, può fare molto.

Credi che Grillo verrà a Parma a sostenervi in campagna elettorale?

Me lo auguro, ma la presenza di Beppe Grillo dipenderà molto dai suoi impegni. Ci ha sostenuto per la certificazione e credo che per ora abbia già fatto molto.

Un ballottaggio M5S contro Pizzarotti (quindi col centrodestra e il centrosinistra fuori dal ballottaggio) è fantapolitica?

Qui voglio, per un attimo, spezzare una lancia a favore di entrambe le forze politiche: un cammino che è cominciato insieme ha preso, quasi subito, due strade separate. Dopo varie “ammuine” dell’attuale sindaco quest’ultimo ha preso atto di essere altro dal MoVimento 5 Stelle e ha coerentemente (e finalmente) fondato un suo partito politico. Anche il nostro candidato sindaco Daniele Ghirarduzzi ha riconosciuto la logicità di tale scelta.

Ebbene, sarebbe molto positivo per Parma un confronto approfondito sulla città e sulle diverse posizioni che abbiamo, e che abbiamo sempre avuto. Sarebbe interessante confrontarci sul futuro della città e poter porre almeno due domande a Pizzarotti: se Lei dovesse vincere, sarà sindaco di Parma o sarà a tempo pieno un capo nazionale di un partitino dello zero virgola, quello che alla Cassimatis di Genova dice “vieni con noi”?

Quanto le sta a cuore il destino della sua città, che fino ad oggi ha saputo curare soprattutto attraverso una pesante tassazione? Ecco, credo che un ballottaggio del genere porterebbe avanti la discussione di almeno 10 anni, ma non so se ci sarà. A giudicare dalle reazioni isteriche di alcuni esponenti del partito del sindaco pare che un normale confronto sia molto difficile.

Andrea Marsiletti