INTERVISTA – Caterina Bonetti (Pd): “Le donne devono rivendicare la loro centralità in politica, non fare le gregarie. Elly Schlein sta rimotivando alla partecipazione attiva”

Caterina Bonetti è assessora ai servizi educativi e alla transizione digitale del Comune di Parma. E’ sostenitrice fin dall’inizio della candidatura di Elly Schlein a segretaria nazionale del Pd.

L’abbiamo intervistata.

Quali sono i segnali che ti fanno sperare nella vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd?

In queste settimane ho avuto modo di vedere una buona mobilitazione intorno alla figura di Elly, con un rinnovato entusiasmo per la partecipazione attiva. Certo il risultato in termini di affluenza delle elezioni di Lombardia e Lazio preoccupa, perché si registra una forte disaffezione al voto, che sicuramente non potrà non riguardare anche le primarie del PD. Il congresso però rappresenta una bella occasione per riallacciare i rapporti con gli elettori e le iniziative portate avanti dai quattro candidati prima e ora dai due aspiranti segretari credo abbiano contribuito a riaccendere i riflettori su diverse questioni che dovrebbero essere all’ordine del giorno nel dibattito pubblico. L’attenzione della candidata Schlein per alcuni temi di carattere valoriale e per il dialogo aperto con tutti i mondi che, al di fuori del partito, si attivano quotidianamente per dare il loro contributo alla comunità penso rappresentino un punto di forza che potrebbe portare a un buon risultato ai gazebo.

Se si pensa a una donna di sinistra viene ai più in mente Nilde Iotti, autorevole presidente della Camera, mai guida del PCI. Perchè pensi, fino ad ora, la sinistra non sia mai riuscita a esprime una leader donna?

Credo che le questioni siano due e, per certi versi, di segno opposto. Da una parte la politica, con i suoi tempi, i suoi schemi, certe convinzioni ancora fortemente legate a una visione novecentesca del ruolo femminile e alle caratteristiche del leader, allontanano le donne dalle cariche di partito. Le donne sono considerate ottime organizzatrici, portatrici di sensibilità e contenuti, ma all’atto pratico il loro ruolo è spesso, ancora, di gregarie e quelle che arrivano ai vertici devono acquisire atteggiamenti maschili per affermare la loro credibilità e giustificare le loro scelte molto più di frequente dei colleghi maschi.

Dall’altra sono le donne stesse che, spesso, non affermano in modo deciso la loro leadership, che può implicare modelli e approcci diversi da quelli maschili, ma non per questo deve essere considerata meno solida. La tendenza a fare un passo indietro, a non rivendicare (anche attraverso le famose “quote”, che personalmente non amo molto) una centralità le penalizza. Occorre avere maggior consapevolezza credo, a maggior ragione a sinistra.



Qualche assessore, consiglieri e il sindaco si sono schierati con Bonaccini, altri con Schlein, pensi l’esito di queste primarie potrà condizionare gli assetti dell’Amministrazione comunale?

Sinceramente non penso che le questioni nazionali di partito abbiano una rilevanza particolare sulle vicende amministrative locali. Parma è sempre stata un laboratorio particolare per la politica, dove le correnti nazionali, pur presenti, si sono intersecate con piani di lavoro e progettualità basati su esigenze territoriali. La cosa che credo contraddistingua il lavoro dell’attuale amministrazione è la capacità di stare sui temi e sui problemi e su questo la linea di lavoro comune non è minimamente messa in discussione ed è frutto del risultato elettorale, molto chiaro nei suoi elementi politici, dello scorso giugno.

Nelle varie classifiche nazionali i servizi educativi del Comune di Parma si collocano sempre ai vertici. In cosa pensi possano migliorare?

Credo che andremo incontro a grandi sfide nei prossimi anni. Prima fra tutte l’integrazione scolastica, con un aumento forte delle disabilità fra bambini e ragazzi, cui andranno date risposte innovative, capaci di garantire la piena inclusione e percorsi formativi che possano portare alla maggiore autonomia possibile. Altra grande sfida sarà la risposta ai bisogni di tempo educativo extra-scolatico. Un bisogno per le famiglie in termini di conciliazione, per i ragazzi in termini di crescita e prevenzione del disagio. Infine l’orientamento al percorso formativo corretto, che può aiutare gli studenti a realizzarsi in modo pieno, superando malesseri e frustrazioni che, purtroppo a oggi, acuiti dagli anni di pandemia, sono molto forti. Per fare tutto questo occorre personale formato e progetti specifici sui quali stiamo già lavorando, mettendo in campo anche un vero e proprio “laboratorio educativo” che lanceremo nei prossimi mesi.

Nella pratica in cosa consisterà la transizione digitale del Comune di Parma?

Tre saranno le linee guida principali: facilitazione dell’accesso ai servizi da parte dei cittadini, puntando a una dematerializzazione progressiva delle pratiche e alla possibilità di accesso in remoto a un crescente numero di servizi, azione che prevederà ovviamente momenti di formazione diretta al cittadino.

Costruzione di un sistema di raccolta ed elaborazione dei dati che quotidianamente l’Ente riceve per avviare percorsi di analisi e simulazione di scenari possibili per la città (attraverso la creazione di un “gemello digitale”) che sia di supporto alle scelte decisionali dell’amministrazione.

Infine un supporto stringente alla riorganizzazione interna del lavoro del Comune, in tutte le sue declinazioni, che possa portare a una maggior comunicazione fra settori e efficienza nei processi interni. Maggior efficacia, insomma, sia in termini progettuali che di contatto diretto con la città.

Andrea Marsiletti

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