INTERVISTA – Massimo Iotti (Pd): “La mia è stata una campagna elettorale ‘basica’, in linea con la concretezza del lavoro fatto fino a oggi”

Massimo Iotti

Intervista a Massimo Iotti, consigliere regionale uscente e oggi candidata nella lista del Pd alle elezioni del 26 gennaio.

Se dovessi stilare un breve bilancio del tuo primo mandato da consigliere regionale, quali azioni evidenzieresti?

Due parole: persone e territorio. Dal lavoro sulla non autosufficienza di anziani e disabili (abbiamo il fondo per la non autosufficienza più alto in Italia), al tema della casa legato al social housing e interventi per giovani coppie, dalle rette dei nidi alla riduzione dei ticket sanitari, passando per gli interventi contro il dissesto idrogeologico (così cruciali per il nostro territorio), la mobilità sostenibile con lo sviluppo di percorsi ciclabili, nuovi treni e bus.

E’ un filo conduttore che interessa tutte le generazioni e punta ad una sempre migliore qualità della vita.

Nel prossimo mandato cosa la Regione può fare di più e meglio per la provincia di Parma in termini di sanità e infrastrutture?

Nuovo Patto per il lavoro, per creare nuove opportunità ai giovani sulle professioni del futuro, e tutto il pacchetto Green New Deal di politiche che riguardano qualità dell’aria, plastic free, economia circolare, sviluppo mobilità su treno e nuova fermata AV. Sulla sanità forti investimenti su ospedali e nuove apparecchiature ad alta tecnologia. Le risorse sono già previste e programmate. In questo la Regione è un passo avanti.

La sfida del welfare del futuro: quali soluzioni?

Dobbiamo sempre tenere a mente che la tendenza, a Parma come nel resto del Paese, è quella verso un progressivo invecchiamento della popolazione e, contemporaneamente, verso un “restringimento” delle reti familiari. Persone più sole e con maggiori difficoltà insomma. La Regione Emilia Romagna dovrà in questo senso privilegiare gli investimenti sul sociale – così come fatto fin ora con i due milioni complessivi investiti nel fondo disabilità e i 45 per quello per la non autosufficienza solo per Parma – sgravando le famiglie da carichi assistenziali che, spesso, obbligano a scelte lavorative penalizzanti.

Per la prima volta le elezioni regionali in Emilia Romagna appaiono, quantomeno stando ai sondaggi, incerte. Come è stato possibile che questa Regione sia diventata contendibile?

I cambiamenti in atto nella società, in primis le forme del lavoro, non escludono certo la regione Emilia Romagna. Una transizione sfidante per tutti i territori. Partiamo da un presupposto: i dati oggettivi ci pongono al primo posto in Italia su parametri di qualità della vita ed economici. Se siamo qui è perché il sistema regionale s’è fatto su le maniche e lavorato sodo puntando alla qualità. Ci sono molte ragioni per le quali le famiglie italiane oggi fanno fatica nel loro quotidiano, il nostro chiodo fisso è superare le difficoltà guardando al futuro non sognando un passato che non torna.

Che tipo di campagna elettorale hai fatto?

Una campagna di contatto con le persone, le realtà associative. Sono stato lontano dagli “spot promozionali” a tutti i costi, e dalle foto con i “big nazionali”. Mi interessa restare sul territorio. Ho evitato di raccontarmi per quello che non sono. Forse una campagna molto “basica” direbbe qualcuno, ma per me è questione di proseguire, con lo stesso approccio, il lavoro fatto fino ad oggi. Penso sia meglio cercare di essere diretti e schietti, piuttosto che costruirsi un personaggio. Nei miei giri di paese in paese ho anche raccolto critiche legittime (in modo sempre garbato), ma è giusto così. Prima si ascolta, si verifica quello che ha funzionato e quello che ha funzionato meno, poi si propone, e soprattutto si fa. Le risorse alla fine si trovano. AM

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