INTERVISTA – Renzo Rizzo (Ora): “È raro trovare una persona così preparata come Dario Costi che ha mantenuto umiltà e capacità di ascolto delle persone”

Renzo Rizzo

Renzo Rizzo, 30 anni di esperienza di manager d’azienda, ha iniziato a interessarsi di politica attiva due anni fa quando ha conosciuto Carlo Calenda e il partito di Azione.

Oggi è candidato nella lista Ora di Dario Costi sindaco.

Lo abbiamo intervistato.

Cosa ti ha spinto a candidarti nella lista Ora di Dario Costi Sindaco?

Ho conosciuto Dario solo un paio di mesi fa e mi ha colpito subito per il modo in cui combina grande competenza e capacità di ascolto. È raro trovare una persona così preparata che però ha mantenuto l’umiltà necessaria e il desiderio sincero di ascoltare le altre persone. L’ambiente politico, anche quello locale, è troppo pieno di persone con grandi ego e piccole competenze. Invece, abbiamo proprio bisogno di persone come Dario. E anche delle sue specifiche competenze: infatti Dario ha lavorato per 20 anni nella progettazione e nella pratica della rigenerazione urbana, di cui Parma ha urgente bisogno. Rigenerazione urbana non è un concetto astratto: vuol dire trasformare le città in luoghi dove l’economia, la bellezza, la socialità e la natura si fondono per favorire un contesto di vita a misura di persona. A Parma ci sono tutti i prerequisiti per fare proprio questo. Ma dobbiamo lasciamo indietro l’inazione e l’incapacità di ascoltare che hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra amministrazione pubblica.

È la prima volta che ti interessi di politica?

Ho iniziato a interessarmene due anni fa quando ho conosciuto Carlo Calenda e il partito Azione. Prima credevo che la politica fosse una cosa sporca, fatta di interessi personali, di retorica e ricerca del consenso a scapito del bene comune. Ascoltando Carlo e andando alle radici delle idee su cui si basa il partito Azione ho invece capito che la buona politica non solo è necessaria per il progresso della società, ma che è anche una cosa concreta e bella. La politica è azione. Io vengo dal mondo aziendale, e dopo più di 30 anni di esperienza da manager, ho un forte desiderio di mettere a frutto le mie competenze per fare qualcosa di impatto più diretto sulla società e la comunità in cui vivo. La politica è azione, e l’azione deve cominciare nel posto in cui vivi: capire e migliorare il tuo ambiente vicino è essenziale per poter poi affrontare i problemi più grossi anche a livello nazionale.

Concretamente, secondo te, di cosa ha bisogno Parma?

Parma mi dà l’impressione di stare scivolando verso la mediocrità. Rispetto a tante altre città italiane si sta piuttosto bene – siamo al 12° posto nella classifica della qualità della vita in Italia (dati Lab 24, 2021). Ma su alcune aree importanti è peggiorata verso il passato. È sempre una città ricca ma la situazione lavorativa non è rosea: ci sono più imprese cessate che nuove imprese, siamo al 98° posto in Italia per imprenditoria giovanile, al 41° per le start-up e solo l’0,1% delle imprese fa ecommerce. Con la cultura non siamo messi meglio, abbiamo perso posizioni rispetto all’indagine precedente e siamo al 49° posto in Italia per disponibilità di spettacoli, eventi e offerta museale. E infine abbiamo il problema della sicurezza con tassi elevati di furti, rapine e spaccio di droga. Quindi Parma ha bisogno di un rilancio commerciale e culturale, di favorire l’espressione e l’imprenditorialità giovanile, e di prendere azioni decise sulla sicurezza.

Perché sei così interessato ai temi del commercio?

Perché sono convinto che i negozi del centro e dei quartieri sono essenziali per la vita e per l’attrattività di una città, per creare un ambiente più vivace, bello e al contempo sicuro. Ammiro e vorrei aiutare chi ha l’energia e la passione per iniziare e sostenere un’attività commerciale di qualità, a fronte delle difficoltà economiche di questo periodo e dell’avanzare dell’eCommerce. A Parma purtroppo ci sono 180 negozi chiusi, solo lungo strada Repubblica per arrivare alla nostra sede in Piazzale Boito ne ho contati 22. Degrado e mancanza di decoro sono strettamente collegati alla diffusa chiusura dei negozi su strada e allo scadere della loro qualità. Molti proprietari preferiscono non affittare i loro immobili e lascarli nel degrado piuttosto che venire incontro agli imprenditori per cui gli affitti di un tempo, soprattutto in centro, non sono più insostenibili. Sono convinto che chi vuole intraprendere o mantenere un’attività qualificante per la città vada incoraggiato e facilitato: gli aspetti normativi e burocratici vanno semplificati, le imposte vanno alleggerite almeno temporaneamente, l’occupazione del suolo pubblico con arredi e decori va concessa facilmente e incoraggiata specialmente nelle aree a rischio di desertificazione.

E a quello della cultura?

Perché confronto Parma che è con quella che potrebbe essere. Partiamo dalla Musica. Pensate a Salisburgo e a Mozart. Perché Parma non fa leva su Verdi come Salisburgo fa con Mozart? È vero abbiamo il Festival Verdi, ma non abbiamo un’orchestra del Regio, né Lirica né Sinfonica. Abbiamo un ottimo conservatorio ma non abbiamo un’orchestra dei giovani. Non abbiamo abbastanza manifestazioni musicali e culturali collegate alla nostra tradizione, e con le nuove tendenze che i giovani rappresentano. E poi pensiamo a Parma Capitale della Cultura 2020-2021, dopo i milioni spesi dalla precedente amministrazione cosa resta da ricordare? Il coinvolgimento degli esponenti cittadini del monto artistico e culturale è stato quasi nullo. Eventi e comunicazione sono stati delegati interamente ad agenzie, peraltro non cittadine. A partire dal logo per cui sono stati pagati 95.000€ a un designer tedesco che peraltro ha solamente preso in prestito una lettera dall’alfabeto futurista. I ragazzi del Toschi potevano fare meglio e gratis. Poi chiedete a qualsiasi parmigiano se si ricorda almeno 3 eventi di Parma 2020-2021. L’assessore alla cultura – che ora si candida come sindaco – sicuramente dirà che è colpa del COVID, ma abbiamo avuto due anni invece di uno e quando si chiede quale evento importante non è stato fatto per colpa della pandemia la risposta è il silenzio. La cultura in tutti i suoi aspetti di cui la nostra città è ricca, può essere, insieme al commercio, un grande motore di crescita.

Cosa vorresti dire alle persone che voteranno il 12 giugno?

Innanzitutto: andate a votare e votate. Avete tutte le ragioni per essere sfiduciati dalla politica e dagli amministratori pubblici. Ma migliorare è possibile se scegliamo le persone giuste, non mollate. E poi non votate per abitudine o sentito dire. Il sindaco non è un vestito che se non ci piace possiamo semplicemente lasciarlo nell’armadio. Il sindaco e le persone che sceglierà per amministrare la città ce li teniamo per 5 anni. E in 5 anni di cose sbagliate e di cose non fatte o fatte male ce ne possono essere davvero tante. Parma può peggiorare parecchio. Ma può anche migliorare, con un’amministrazione competente, che ascolti i cittadini e che faccia le cose che servono. Quindi, informatevi, cercate di capire i programmi e le cose concrete che propongono. Partecipate ai dibattiti e fate domande. Andate oltre la fotografia e la retorica dei candidati. Fare il sindaco è un lavoro molto impegnativi, cercate quindi di capire chi sono e cosa hanno fatto, se hanno davvero passione per la città, competenza, generosità e capacità di fare. È una decisione importantissima, dedichiamo il tempo giusto a scegliere per chi e per cosa votare! PrD

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