Il Punto nascita del Maggiore si presenta: al top le nascite e i parti naturali

confartigianatomaggio
Contabile_giugno24

Aumentano del 6% i nati al Maggiore e, insieme ai nuovi nati, aumentano anche i parti naturali. Un ritratto, quello del Punto nascita di Parma, che punta sempre più al miglioramento del rapporto con l’utenza e alla appropriatezza delle cure.

Così la Ostetricia e ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria registra un incremento dell’attività, innescato già nel 2014 e in continuo aumento. Allo stesso tempo, si riducono i parti con taglio cesareo che sono scesi al Maggiore a quota 23% sul totale dei parti, con una diminuzione nel 2018 del 11% rispetto ai tre anni precedenti, senza che da questo sia derivato un aumento di complicazioni materne e neonatali.

Un dato significativo anche nel raffronto con quello regionale che si attesta al 25% dei parti totali. Il ritratto del reparto è disegnato grazie a un incontro con i ginecologi del territorio, il mondo del privato, i medici di famiglia e le ostetriche che, in Ospedale e sul territorio, concentrano la loro attenzione al momento della nascita e continuano a dispensarla anche alla coppia mamma-figlio nel nuovo percorso di prevenzione.

I dati confermano il rilievo degli interventi di miglioramento della cura da parte di medici e ostetriche, grazie anche alla gestione di équipe dei casi garantita dalla multi professionalità della struttura. Un miglioramento della appropriatezza che si traduce con maggiore adeguatezza della proposta di intervento alle necessità cliniche della donna e alle sue aspettative di fronte a un evento di grande impatto emotivo.

Il ritratto del Punto nascita conferma anche il riflesso dei cambiamenti nelle abitudini della popolazione: il 25% delle donne italiane partorisce oggi a oltre 35 anni, mentre le donne straniere che partoriscono dopo i 35 sono il 21,6%. “La presentazione della Carta dei servizi – illustra Tiziana Frusca, direttore della Ostetricia e ginecologia – nasce dalla consapevolezza dell’importanza di dare le maggiori informazioni possibili alle donne, alle ostetriche e ai ginecologi che le hanno seguite nella gravidanza, per aiutarle nella scelta del luogo del parto”.

L’accento è sul rapporto fiduciario che si instaura e che consente infatti di attestare i parti naturali nel 2018 al dato incoraggiante di 1830, sul totale di 2651. L’incremento dei parti deriva anche dalle chiusure dei punti del privato convenzionato con la Città di Parma, la bassa con Oglio Po e la montagna con Borgo val di Taro e Castelnuovo, quattro centri oggi chiusi che hanno allargato gli accessi in città. “Di fronte alle chiusure dei centri minori – spiega Stefania Fieni, ginecologa al Punto nascita del Maggiore – si aggiunge la necessità di praticare una scelta che qualifica la consapevolezza della donna verso la fine della gravidanza. In sostanza – aggiunge – dai dati riportati dalla regione emerge che le gravide scelgono più spesso di partorire in un Ospedale di riferimento e dotato di terapia intensiva neonatale”.

Aperto dal direttore sanitario Ettore Brianti, l’incontro ha approfondito modi e tempi per la presa in carico in modo integrato con il territorio della donna e del neonato, la prevenzione e il valore nutrizionale dell’allattamento al seno, oltre all’importanza del ruolo dell’ostetrica nel percorso nascita, non solo in ospedale, ma anche sul territorio.

Sono stati presentati anche i dati relativi agli esiti dei neonati con particolare riferimento alle problematiche di interazione e condivisione tra neonatologi e ostetrici in merito ai percorsi. L’incontro è stato chiuso da Giuseppe Battagliarin, responsabile del Comitato Percorso nascita della Regione Emilia-Romagna, che ha presentato il progetto regionale Birth Choice, una finestra sulle caratteristiche di ciascun Punto nascita regionale, nata proprio per dare alle donne informazioni che possano orientare la scelta del luogo in cui partorire.

baganzola